Si sa che per uccidere un vampiro bisogna prima di tutto piantargli un paletto di frassino nel cuore, decapitarlo ed infine bruciare il corpo. Curioso come colui a cui è universalmente riconosciuto il merito di aver forgiato l’odierna iconografia del vampiro abbia subito, disgraziatamente, un trattamento analogo. Mi riferisco, ovviamente, al cineasta Friedrich Wilhelm Murnau e all’increscioso fatto di cronaca avvenuto nella giornata di mercoledì.
Stando alla ricostruzione dello Spiegel, un gruppo di tombaroli si sarebbe introdotta nel mausoleo di famiglia dove l’artista tedesco riposava in pace da più di 84 anni. Una volta all’interno, i malintenzionati hanno forzato la bara metallica che conteneva le spoglie mortali del pioniere dell’espressionismo cinematografico tedesco e hanno portato via il cranio.
Murnau è entrato di diritto nella storia del cinema e grazie a film immortali come L’ultima risata (1924), Aurora (1927) e, per tornare in tema di vampiri, il famosissimo Nosferatu il vampiro (1922).
Lo Spiegel riporta un ulteriore dettaglio. Nel mausoleo della famiglia Murnau, che si trova nel cimitero di Stahnsdorf (12 chilometri da Berlino), le tombe degli altri parenti risultano intatte, ma accanto a quella che ospita Murnau sono stati ritrovati dei residui di cera i quali farebbero pensare a un possibile collegamento con riti satanici e dell’occulto.
Vi lascio consigliandovi la visione del più famoso film di Murnau: Nosferatu il vampiro, adattamento non ufficiale del Dracula di Bram Stoker.
Andrea Bianciardi
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