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Professore Universitario in Bretagna

Creato il 19 marzo 2012 da Fugadeitalenti

In Italia, vuoi per deformazione mentale, vuoi per carenza di posizioni permanenti, capita di essere considerati delle “giovani promesse” fino a quarant’anni suonati, all’ombra del professore che ti paga, e che spesso è l’artefice della tua carriera. In Francia questa idea è inconcepibile: per avere avanzamenti di grado è necessario cambiare città e dipartimento“.

Così afferma Michele Bolognesi, 32enne professore associato all’Università di Rennes, in Francia: una laurea in Matematica alle spalle all’Università di Pavia, Michele opta presto per la carriera accademica. Parte per Nizza, dove completa un master di ricerca: successivamente si trasferisce a Montpellier, dove ottiene un PhD. A fine 2006 il rientro in Italia, dove Michele prova a costruirsi un percorso in ateneo: un anno a Pavia con un assegno di ricerca, altri due alla Scuola Normale Superiore di Pisa, fino alla decisione di rimettersi in gioco all’estero. Sei mesi a Berlino, infine l’approdo all’università di Rennes, con un contratto da professore associato.

Ero rientrato in Italia con l’idea di strutturarmi nel nostro Paese: nel frattempo, però, è profondamente cambiato il nostro sistema universitario, trasformandosi in una “trappola” dal punto di vista professionale“, spiega Michele. Senza contare il suo essere outsider, in un sistema che tende a premiare gli insider, coloro che aspettano in fila il proprio turno, per ottenere posizioni dal professore di riferimento. In Francia Michele scopre come il suo curriculum arrivi ad essere persino conteso dagli atenei: addirittura, si può persino permettere il lusso di scegliere l’offerta migliore, godendo di tutte le agevolazioni previste dallo Stato francese per i suoi funzionari.

Sono contento di non dovere niente a nessuno, e di essere considerato un adulto indipendente, autonomo e responsabile della sua ricerca e del suo insegnamento“, sintetizza Michele – con una punta di orgoglio.

Ospite della trasmissione è il professor Roberto Merletti, docente di ingegneria del sistema neuromuscolare al Politecnico di Torino e direttore dell’omonimo laboratorio. Il professor Merletti, con una lunga e prestigiosa carriera negli Usa alle spalle, ha contattato “Giovani Talenti” proprio per denunciare il grande spreco di intelligenze nei nostri atenei, che formano professionisti eccezionali, senza poi poter fornire loro opportunità allettanti per restare.

Nella rubrica “Spazio Emigranti” ci trasferiamo negli Stati Uniti, per raccontarvi la storia di un gruppo di professionisti italiani, che hanno costituito l’associazione Pin New York: un network per valorizzare l’italianità all’estero. Cui si rivolgono anche molti giovani che cercano vie di fuga dall’Italia: ne parliamo con il co-fondatore Massimo Fantini.

+++Puntata speciale delle news di “Giovani Talenti”: in esclusiva gli ultimi dati Aire sugli espatri di 20-40enni dall’Italia nel 2011. Primatiste le regioni Lombardia e Veneto, in crescita i trasferimenti verso Argentina e Brasile.

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Intanto siete tutti invitati a compilare il “Manifesto 2012 dei Giovani Talenti”:

Inviaci la tua proposta, per rendere l’Italia un Paese di “Circolazione dei Talenti”:
1) sei un giovane professionista “under 40″ all’estero? Indicaci UN motivo che ti porterebbe a tornare
2) sei un giovane professionista “under 40″ in Italia? Indicaci UN motivo che ti aiuterebbe a restare

Inviate le vostre proposte, specificando il Paese di residenza, a: [email protected]

SEI UN GIOVANE “UNDER 40″ ESPATRIATO ALL’ESTERO? VUOI RACCONTARCI LA TUA STORIA? Per contattare la trasmissione: [email protected]

Alla prossima puntata: sabato 24 marzo, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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