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Professori idioti, studenti idioti, laureati idioti, intellettuali idioti (Sul nozionismo)

Creato il 18 giugno 2014 da Stupefatti
Professori idioti, studenti idioti, laureati idioti, intellettuali idioti (Sul nozionismo)

1) Forse il consumismo è riuscito nell'impresa di laicizzare la cultura italiana, tagliando quasi definitivamente il cordone ombelicale con il Vaticano, forse (finalmente?) anche gli italiani possono dirsi un popolo laico, esteriormente e interiormente, però - parlando di conoscenza - non si può non fare un discorso. Perchè di certo, nel caso dell'Italia, un sacco di secoli di cattolicesimo non si digeriscono così facilmente. E sono tantissime le dinamiche psicologiche, gnoseologiche e comportamentali - sia individuali che collettive - che presentano chiari segni di questa cattiva digestione.

2) Comunque sia non è che "laico" significa per forza "buono" e "religioso" per forza "cattivo", non è questo. Però, se parliamo di conoscenza non dobbiamo dimenticarci che è a causa del Clero cattolico che l'Italia sconta un ritardo enorme - rispetto alle altre nazioni europee - in fatto di alfabetizzazione. Ricordiamoci che la cultura cattolica ha ostacolato per secoli l'istruzione in Italia e che ha incentivato l'analfabetismo praticamente fino al ventesimo secolo. Perchè la lettura delle Sacre Scritture, la loro discussione e la loro interpretazione, dovevano essere monopolio esclusivo del Clero e perchè un buon cattolico NON doveva azzardarsi a leggere la Bibbia autonomamente. (Ovviamente quello dell'alfabetizzazione è solo un esempio esemplificativo. In generale tutti questi secoli di cattolicesimo ci hanno plasmato il cervello in un certo modo. Un certo modo che è quanto di più distante - almeno a livello collettivo - dal pensiero critico, dalla curiosità intellettuale e dal ragionamento individuale, con una forte tendenza verso il dogmatismo, la pigrizia mentale e il principio di autorità. Detto banalmente: noi come popolo preferiamo credere piuttosto che capire) (1).Ricordiamoci di questo ritardo quando ci stupiamo che gli italiani, in genere, non sanno formulare un ragionamento sensato e che, quando si tratta di discutere di qualcosa, sembrano tutti tante scimmie urlatrici che si lasciano trascinare da facili entusiasmi, beceri schematismi, faziosità ottuse e tifo da stadio. Perchè è sempre più importante, per gli italiani, "prendere posizione" piuttosto che "essere onesti intellettualmente" e "ricercare la verità" e cose del genere. Ricordiamoci di questo quando ci stupiamo che spesso molti laureati, che hanno studiato un sacco di cose e che magari sono brillanti ed efficienti nella loro disciplina o settore, si rivelano in realtà del tutto incapaci di ragionare o di reggere un confronto razionale, fino a sfiorare a volte l'idiozia totale. E così anche molti insegnanti e molte altre persone che fanno i cosiddetti "lavori intellettuali".4) Detto questo, si può fare l'esempio del nozionismoEcco. Cos'è trangugiare a forza una nozione - imparare a memoria, senza integrare la nozione con il contesto, senza collegarla con il resto, senza fare ragionamenti "di sistema", senza fare ragionamenti in generale, senza dedurre, indurre, supporre, senza domandarsi, senza avere dubbi a riguardo, senza mettere in discussione - cos'è tutto questo se non un retaggio della suddetta cultura cattolica? Cos'è il nozionismo se non un insieme di "cose a cui credere ciecamente"? Nient'altro che una modalità "liturgica", "reiterativa", "mistica-magica", che "assolutizza" gli elementi della conoscenza, togliendoli dall'arena del pensiero critico e della dissezione razionale? Che in altre parole li rende nientemeno che "dogmi" e li scippa dall'ambito della "vera" conoscenza? Cos'è il nozionismo se non una falsa "conoscenza" che ha in odio il dubbio, l'interrogativo, il sospetto?Ma se non c'è dubbiointerrogativosospetto non c'è conoscenza, nè tantomeno esperienza.4) Non dimentichiamoci nemmeno della stretta attualità. Perchè adesso, anche in questo campo - come in tutti gli altri campi - è tutto molto in fermento, tutto molto strambo e molto comico. Adesso la società è piena zeppa di informazioni che volteggiano per aria facendo versi da corvacci e che spesso ci piombano tutte insieme sulla testa come uno sciame di locuste quando non come un grappolo di bombe non-intelligenti. Tutti abbiamo mediamente un buon livello di istruzione e ci interessiamo di una grande quantità di cose. Sapere-le-cose non è mai stato così facile e quindi tutti noi mediamente sappiamo-tante-ma-proprio-tante-cose.Ma le cose-che-sappiamo a che servono? Sono conoscenza? Sono esperienza? O forse sono soltanto tante pilloline con cui ci riempiamo la bocca e ci eccitiamo il cervello fino a scoppiare? Fino a sballare? E queste pilloline non ci servono, quasi esclusivamente, per  autoaffermarci o addirittura, in un modo o nell'altro, per presentarci socialmente? Per vanitosa autostima? Per effimera autorappresentazione? Per rispettare l'obbligo di "avere un'opinione"? Per dimostrare qualcosa a qualcuno? Per difenderci? Per attaccare? Per intriderci ancora di più di supponenza prepotenza arroganza cattiveria violenza rabbia rancore livore fegatomarcio timore tremore paura terrore orrore debolezza sensodivuoto pauradinonessereNIENTEsenonciimpegnamoadessereQUALCUNO?

E in definitiva, se non abbiamo ancora imparato a ragionare - come popolo -non ci faranno male tutte queste informazioni? Non diventano soltanto beffe e scherzi pesanti, frecce avvelenate, boomerang mortali per la nostra evoluzione mentale strozzata?
5) Un giorno sarebbe carino capire se attualmente la scuola italiana forma davvero delle menti contemporanee, capaci di ragionare, con gli strumenti adatti per vivere il mondo di oggi oppure se imbottisce i ragazzi di nozioni, li stordisce con tonnellate di sapere morto e polveroso, li instupidisce con dogmatismo e nozionismo. Un giorno sarebbe carino analizzare la situazione sul crinale concettuale ragionamento/nozionismo, così, tanto per farsi un'idea del mondo che verrà e delle basi che stiamo gettando per l'umanità del futuro. 
Ma non è solo la scuola. E i media? E internet? E - ripetiamolo fino alla nausea - i social network? Siamo sempre qui a girare attorno alla stessa domanda. Il futuro ci riserva idiozia di massa?

NOTE

1) A proposito. 20 maggio 2014. Lo scrittore Aldo Nove scrive su Fb: "Quando non capiamo qualcosa ci appiccichiamo sopra un'etichetta e ci crediamo".

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