Prolìsso
Voce dotta, latino prolĭxu(m), composto di prō- ‘davanti’ e -lixus, dalla stessa radice di līquor e liquēre ‘essere liquido’; propriamente ‘che scorre avanti’, poi ‘molto lungo’.
Aggettivo.
1. Si dice di persona che parla o scrive con troppe parole: uno scrittore, un oratore prolisso.
2. Eccessivamente esteso e particolareggiate, detto di scritti, discorsi e simili: un romanzo prolisso; pagine prolisse; una conversazione prolissa. Sinonimi: lungo, verboso. Contrari: conciso, laconico.
3. (letterario, scherzoso) Riferito alla barba, ai capelli, agli abiti o ad altro, che è lungo, fluente, abbondante più del normale o del necessario: bei capei prolissi (D’Annunzio).
4. (antico) Prolungato nel tempo: pena prolissa.
Una (parola) giapponese a Roma
Zaconico [tsa'koniko]
Dalla voce greca moderna tsakonikós, da tsakoniké (diálektos) ‘lingua’.
Sostantivo maschile e aggettivo.
Dialetto greco moderno che non è sorto per il differenziamento dialettale della koiné ma rappresenta la continuazione di un’antica parlata laconica.
Pescecàne
Composto di pesce e cane, Nel secondo significato fu utilizzato nella commedia I pescecani di Dario Niccodemi (1913), il termine ebbe fortuna durante e dopo la prima guerra mondiale per indicare gli arricchiti di guerra (se ne fece anche un femminile pescecagna).
Anche, raro, pésce càne.
Sostantivo maschile e femminile (plurale pescecani o pescicane).
1. Denominazione comune di molti squali predatori, in particolare di quelli che assalgono anche l’uomo.
2. (figurato) Persona arricchitasi rapidamente con affari più o meno leciti, specialmente approfittando della situazione di un paese in guerra o durante il dopoguerra, e che ostenta con volgare arroganza la sua condizione di benessere.
Marco Marcon riesce a stupirci spesso.
Charlotte Brontë, scrittrice inglese, si pronuncia [Sar'lot 'bronti].
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake