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Promesse mantenute: ritocco delle pensioni in Grecia

Creato il 19 agosto 2015 da Albertocapece

pensionato_grecia_disperazione_gettyLa novità del giorno è che finalmente in Grecia saranno ritoccate le pensioni minime, come Tsipras aveva promesso: da 486 euro passeranno a 392 per giunta con valore retroattivo a partire dal 1 gennaio di quest’anno, per cui i pensionati dovranno restituire il maltolto di questi 8 mesi in cui hanno potuto scialacquare e darsi alla pazza gioia. Non ci si può credere, anche se una schiera di granitici imbecilli di testa e di cuore ripete come in un coro di Eschilo che non poteva fare altrimenti. E infatti la prima caratteristica della crisi greca è proprio l’incomprensibilità o meglio l’insensatezza della stessa. Non solo il Paese è in condizione tale da non poter assolutamente ripagare il debito accumulato e il peso ulteriore di quello aggiuntivo spacciato per aiuto fornito solo per saldare immediatamente i creditori istituzionali e le banche, ma viene imposta la cessione di tutti i beni pubblici a Bruxelles che si incaricherà di privatizzarli e imporrà nel contempo l’eliminazione di tutta la legislazione a favore delle piccole imprese che così andranno in rovina a favore delle multinazionali: questo significa togliere allo stato quasi tutte le risorse non solo per il welfare residuale, ma anche per pagare i creditori. Insomma il memorandum europeo è un perfetto piano per togliere alla Grecia qualsiasi reale possibilità

Questa è un’analisi condivisa universalmente persino da uno degli autori del dramma, ossia l’Fmi e allora non restano che due ipotesi: o Bruxelles e i governi europei che contano sono formati da idioti totali oppure si tratta di un esperimento di liberismo estremo, un test in qualche modo sollecitato dalle oligarchie finanziarie per vedere fino a che punto ci si può spingere con la repressione sociale, l’abbattimento dei diritti, la privatizzazione universale e lo stato ridotto a mero garante dell’ordine liberista. Chiaro che non si tratta di un gioco, ma di cominciare dal piccolo per poi arrivare al grande.

Per questa sperimentazione non si poteva trovare niente di meglio che il comodo paravento di falsa democrazia europea dietro il quale combinare le maggiori schifezze e l’operazione non sembri una colonizzazione. e aquesto proposito è difficile usare parole più appropriate di quelle usate dal britannico The Indipendent:  “L’intensità del programma di ristrutturazione concordato per la Grecia dovrebbe dissipare anche l’ombra dell’idea che questo sia un tentativo ben intenzionato, seppure maldestro, di affrontare una crisi del debito. Si tratta di un tentativo cinico di creare nel Mediterraneo un paradiso per le grandi corporation, a cui si deve resistere a tutti i costi”.

Ma evidentemente Tsipras e la parte socialdemocraticheggiante di Syriza non hanno non hanno saputo resistere, anzi hanno continuato  a far credere ai greci che  dopotutto l’austerità era solo un errore o una mossa maldestra dalla quale Bruxelles e Berlino si sarebbero emendate non appena avessero trovato una controparte vera e non solo dei complici. Un’ingenuità che diventata tradimento dopo che con il referendum la maggioranza dei greci aveva fatto sapere al proprio governo di aver mangiato la foglia sull’ “altra europa”.

Adesso alle varie sinistre incapaci di uscire fuori dal sonno dogmatico, non resta che fondare un qualche movimento che rivendichi un altra altra Europa e ad ogni altro che si aggiunge ci sarà una nuova capitolazione, naturalmente con giustificazione che non si poteva fare diversamente. In realtà il non poter fare altro e pensare altro, è l’essenza dell’egemonia liberista che evidentemente è stata così bene interiorizzata da non lasciare scampo all’intelligenza che si riduce a uno strumento per cercare giustificazioni a se stessi e alle “condizioni oggettive”: la soggettività di certa sinistra si è ridotta a nascondimento e giustificazione. Con i risultati che vediamo: ma scommetto che un anno passato a 392 euro al mese basterebbe a far rinsavire anche i morti viventi.


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