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Prospettive. I fotografi che hanno fatto la storia della fotografia: Anke Merzbach – Omaggio di parole

Creato il 10 settembre 2013 da Wsf

anke merzbach per alessandra piccoli
SCIACQUI

“…e se sostassi nello scarico prima di andarmene del tutto dissolta dagli acidi che spargi generosamente? E se mi aggrappassi al tappo metallico sempre un po’ sollevato che filtra acqua saliva sangue le tue cose e ci prova a trattenere frammenti di te, un intero che si basta e li getta via? E poi dove me ne andrò a zonzo compiendo evoluzioni dentro tubi che fanno giri assurdi come su montagne russe sublimata da un tuo gesto annoiato? Rasati ancora, Amore, ripassa il rasoio, guarda lo specchio e lascia che ti osservi sparsa generosamente ovunque. Inalabile.”

di Alessandra Piccoli

anke-merzbach per fernando della posta

AnkeM

chissà con quali occhi vedi
chissà con quali occhi parli
chissà con quali dita tessi
chissà con quali labbra baci.
chissà con quali intrecci, di fili e sete
decadi il mondo e lo reinventi,
chissà con quali trame di emozioni
ti figuri e ti rapisci al vento,
ti neghi all’occhio fosco ed inesperto
di chi vederti non sa ancora
oppure non lo accetti ancora, oscuro.
o come giri l’espressione fissa
ai nascondigli tuoi sicuri, senza colpa.
coartato appena disapprovo
- ma facendo luogo ammiro
confessioni per dispetto e per rispetto
rivendicando spazio interno
dove posare mente e corpo,
e reliquiarsi in abbandono,
la pelle a reclamare il nudo
- ananké necessità
che si rivela a gioco fatto -

designarsi a denunciare:
“non ho paura di mostrare;
segnar su piani lattescenti
i solerti schiaffi dell’immoto;
per riavermi a nuova forza.

05/06/2013

di Fernando Della Posta

anke merzbach per daniela pericone

*
Non chiedermi nulla, nulla
ho da dire, né altro m’attende se non
con poco sguardo
sentire quest’ora – ogni ora –
scorrere a balzi sui fianchi senza
sapere se sia polvere d’ossa
o tritume di stelle quel che
resta sospeso confuso al rosso
del fiato alla volpe dei capelli.

di Daniela Pericone


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