Magazine Motori

Provata per voi: Honda CRF1000 Africa Twin

Da Motociclistidatavola
Cari Tavolini eccoci finalmente di nuovo in sella. E ci torniamo con un grande scoop, con una eccezionale anteprima: abbiamo provato una delle moto più attese del 2016 (ma anche del 2015, 2014, 2013, ecc), la nuova Honda CRF1000. Ok, è la nuova Africa Twin ma abbiamo capito che chiamarla con la sigla è più professionale, lascia intendere che ci capiamo di moto.Prima una premessa.La storia che segue non ha alcun riscontro con quanto accaduto nella realtà."Circa 18/20 mesi fa nella sede Honda, durante dei lavori di ampliamento del reparto DCT, quello che studia il fighissimo cambio elettronico, gli operai addetti ai lavori hanno inavvertitamente abbattuto un muro. La sorpresa per quello che è stato ritrovato dietro quella parete ha ampiamente superato la rabbia per il danno. Dietro quella parete è infatti stato ritrovato un ufficio marketing.In quell'ufficio marketing c'era un team che stava lavorando ad un progetto denominato Africa Twin. Pare fossero rimasti a lavorare fino a tardi sul finire del 2010 e non si siano accorti di essere stati murati dentro l'azienda. Il risultato di questo ritrovamento, nella nuova AT, si vede tutto."Provata per voi: Honda CRF1000 Africa TwinFinalmente anche Honda pare aver capito che la vendita, specialmente quella delle moto, non è solo prodotto ma è anche desiderio, sogno, leggenda: in una parola marketing.Oggi abbiamo avuto la possibilità di metterla anche alla prova, grazie alla disponibilità della concessionaria R&D Moto che, con uno dei sorrisi più ampi visti negli ultimi 6 anni, ci ha messo a disposizione ben due versioni, la “classica” e la DCT. Per l'occasione non ero solo ma accompagnato da uno che di moto, invece, ci capisce un bel po'. Ma non per dire, ero accompagnato da uno che ci capisce bene sul serio.Nota, abbiamo provato le moto per un'oretta, scambiandoci le due versioni.Ma adesso veniamo alla prova. Dal vivo, alla luce del giorno devo dire che mi piace. Sopratutto il rosso e il colore HRC (i due in prova) sono proprio belli. La moto è bella, poi come tutte la cose può piacere oppure no, sia chiaro, ma le linee di questa Africa Twin mi convincono. Anche se devo dire che non è stato amore a prima vista, mi era piaciuta ma mi sta conquistando, diciamo così.Salito a bordo la prima sorpresa, la posizione di guida è ottima. Mi aspettavo di essere “appoggiato” sulla moto mentre invece sono dentro. Sensazione veramente positiva. Manubrio largo il giusto, comandi immediati, pedane posizionate bene. Prima sensazione veramente ottima. La moto è stretta, la si cavalca bene, con una bella sensazione di controllo e di comodità. Pronti via, prima, seconda, terza, quarta e...non si sente nulla. Non parlo del motore, parlo dell'aria. La versione “classica” era equipaggiata con cupolino touring e la protezione dall'aria è da top. Quasi mai mi era capitato di notare questo aspetto, in genere mi riservo di notarlo ma in questo caso dentro l'AT i flussi sono ben messi. Almeno per uno con la mia statura, ovviamente. Quando sono salito sulla versione con cupolino standard invece le turbolenze erano nella norma.La moto è piacevole, la porti in giro con grande immediatezza, facile, sincera, trasparente, quello che ti aspetti come reazione è quello che ottieni.Ovviamente, visto che siamo un popolo di gente che si lamenta, ci sono già alcune critiche.La ruota “grande” davanti è troppo grande, fatichi nel misto, fatichi a fare il “paff paff”. Ora, io non sono un manico, l'ho sempre detto, ma se ti mette in crisi il 21 dell'Africa forse è meglio se un corso con AdventureSchool te lo fai. Questo perchè il comparto delle sospensioni risponde bene, sia la forcella che la sospensione e questo rende la moto molto guidabile. Agile, leggera. Ripeto un concetto perchè mi servirà dopo, la nuova AT è immediata.Il motore non è da strappa-polsi ma non me l'aspettavo sgarbato. Honda ha scelto di non mettersi in concorrenza con chi pensa queste moto come una riserva di mustang selvaggi e la nuova Africa, coi sui 95CV dichiarati ha tanti pregi ma non ha la botta di chi monta quasi il doppio dei cavalli. Però il motore c'è, a tutti i regimi. E' elastico, fruibile e immediato. Non ci sono combinazioni di giri e rapporti che mettono in difficoltà. Poi, come tutte le moto, se si gira il polso destro i km/h salgono.Nota sulla versione DCT. Il cambio DCT è sicuramente un gioiello da un punto di vista tecnologico ma io resto dell'idea che a me non serva. Oggi l'ho apprezzato, i tempi, la reazione. Poi questa nuova versione permette una serie di nuove impostazioni che lo rendono più o meno reattivo. Oggi me lo sono goduto, ripeto, ma alla fine mi è mancato poter cambiare (cambiare con frizione, pedale, perchè con il più e il meno si può fare). Ancora non sento l'esigenza di privarmi del cambio, anche se mi rendo conto che la tecnologia potrebbe offrire performance migliori della mia e alleggerirmi di un'attività ripetitiva. A me però ancora piace cambiare, è un aspetto della guida che mi tengo volentieri.
Avviamoci verso la fine. Honda ha rispolverato un nome importante ce l'ha fatto sudare ma ha tirato fuori un mezzo eccellente. Un mezzo che si pone in un segmento particolare, dove altre case sono presenti ma non con l'eccellenza. Con moto oneste ma non eccellenti. Honda invece cala l'asso e mi aspetto che altri provino a rispondere, anche perchè le vendite saranno importanti. Cala l'asso per contenuti e per contorno. Una moto che non è solo una sigla, che ha il potere di evocare e di ricordare. Una moto che in tanti hanno sognato negli scorsi decenni e che adesso esce in una versione accessibile. Una moto che è perfettamente in linea col modello precedente. Mi spiego: BMW col GS vinceva le Dakar ma adesso ha una moto il cui utilizzo è prevalentemente turistico, con gli anni ha saputo portare il suo cliente verso una moto che ha cambiato segmento. Honda presenta una AfricaTwin che ancora ama sporcarsi le gomme (parola di quello buono che mi accompagnava). Insomma, non è quello che è successo in Lancia con la Delta, per fare un esempio chiaro. Un mezzo che del predecessore ha solo il nome. Lo spirito in casa Honda è stato rispettato.
Veniamo alle ultime battute, i classici "ci puoi fare e non ci puoi fare".Cosa ci puoi fare: tutto, questa AT può benissimo essere la moto per i motociclisti veri (come quello che mi accompagnava) ma anche per chi ha una moto in garage e non la tira fuori tutti i fine settimana ma solo una volta ogni tanto. Può essere da latte e da uova.Cosa non ci puoi fare: tante altre cose, ma tutte cose che sai benissimo di non poter fare al momento della scelta. Nessuna brutta sorpresa.
Quanto sale. Direi quasi nulla, qui abbiamo nome, marchio e sostanza. A voler essere dei rompicoglioni potremmo direi due cose. Le borse non mi fanno impazzire e forse, ma dico forse, la moto è un po' troppo immediata. Mi sarebbe piaciuta una moto un pelo più tecnica. Ovvio, questo è un pregio ma a voler rompere i coglioni ci riesco sempre.
Per il resto andate a provarla. Subito. Un grazie infinito ad Ugo che mi ha accompagnato in questa prova e che si dimostra ogni volta estremamente disponibile, piacevole e preprato.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog