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Provocazione in forma d’apologo 172

Creato il 24 agosto 2010 da Fabry2010

Il melanoma è una brutta bestia, di cui una vegetazione sempre crescente di nevi mi rende probabile vittima. In particolare la mia schiena, più che una carta geografica, è un vero e proprio plastico in continua e minacciosa evoluzione. Non per nulla ormai da molto tempo sono inserito in un programma specialistico di monitoraggio, che prevede, oltre alle visite programmate in base alla situazione individuale, l’accesso immediato ad un servizio d’urgenza. Anzi prevedeva: da alcuni anni le visite sono state diradate ope legis, ed il servizio d’urgenza è stato semplicemente abolito.
 
Viste le difficoltà di rimediare a questa incresciosa situazione, tra una visita e l’altra ho imparato a monitorarmi da me, ma la schiena mi rimane più irraggiungibile della faccia nascosta della luna. I miei intimi, certificatomi clinicamente ipocondriaco e umanamente rompiscatole, si sono dichiarati indisponibili a uno sguardo periodico, abbandonandomi ad un destino quantomeno d’ansia.
Meno male che poi è arrivata Liliana.
Liliana, sentita nominare da un collega sprovvisto di amicizie femminili, è una linda e distinta signora che riceve su appuntamento. Niente burocrazia, attese minime, ticket più che ragionevole (certo, senza fattura, come peraltro accade con buona parte dei professionisti, medici compresi).
Vado da lei ogni tre mesi circa, più ogni volta che avverto alla schiena qualche fitta sospetta. Liliana mi esamina con la lente come le ho insegnato, ed ha imparato davvero bene: l’unica volta in tre anni che mi ha consigliato di farmi fare una vera visita al più presto, ho dovuto subire uno dei soliti piccoli interventi nel giro di pochi giorni.
D’accordo, con lei si fa pure dell’altro: si parla, durante l’esame, del più e del meno. Liliana è una donna di buon senso e anche di spirito, ha fatto le superiori e legge persino qualche libro (e una volta ridendo mi ha detto che un giorno potrebbe addirittura scriverne uno).
È anche capitato che su sua richiesta io abbia scritto su di un sonetto del Petrarca una tesina scolastica per un suo nipote. Il giovanotto si è preso un bel voto e per la visita successiva non ho avuto modo di pagare: sono stato, come si diceva, ospite della Casa.

 

foto:flickr

 

Provocazione in forma d’apologo 172

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