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Provocazione in forma d’apologo 222

Creato il 12 giugno 2012 da Fabry2010

Pubblicato da robertorossitesta su giugno 12, 2012

Sono quasi le sette di sera, la giornata di lavoro sta finendo. Ma come al solito nel Gabinetto il telefono suonerà e il Direttore si farà passare qualcuno: Tizio, per chiedergli conto dell’operato di Caio; o Caio, per chiedergli un parere sull’operato di Sempronio; o Sempronio, per licenziarlo in tronco non avendo raggiunto gli obiettivi assegnati a Tizio, a Caio e chissà a quanti altri.

A proposito di quest’abitudine, che quando va bene ritarda indefinitamente l’ora di cena del malcapitato, una volta ho notato: “Siamo come conigli, a una cert’ora lo sportello della gabbia si apre e una mano afferra un paio di orecchi e li tira su con tutto il corpo e l’anima attaccati, apparentemente a casaccio”.
I colleghi hanno riso ed uno ha commentato che ho sbagliato lavoro, che avrei fatto meglio a tentare la carriera del comico televisivo: così avrei potuto pubblicare dei libri di successo, e magari darmi alla politica.
A quel commento, non volendo svelare la mia vera vocazione, ho taciuto.
L’immagine che mi si era presentata alla mente e che avevo tradotto in parole era quella di una successione di conigliere incapsulate una dentro l’altra, ognuna con una mano che dalla gabbia a livello superiore s’insinuava attraverso l’apertura ad acchiappare, apparentemente a casaccio, un paio di orecchi, ed a tirarli su con tutto il corpo e l’anima attaccati.


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