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Psicopatici, matrimoni scatenati, reality e Clint Eastwood in alta definizione

Creato il 31 marzo 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Sotto la regia dell’inglese classe 1970 Martin McDonagh, ColinSogni e delittiFarrell aveva già preso parte a In Bruges-La coscienza dell’assassino (2008), nel quale ricoprì il ruolo di un killer professionista prossimo a un radicale cambiamento di vita.

In 7 psicopatici (2012), secondo lungometraggio del regista, veste i panni di Marty,

7_psicopatici
sceneggiatore che, alla disperata ricerca di un’idea, ha venduto un copione a Hollywood ma avendo, di fatto, solo il titolo, ovvero lo stesso del film.

Con un cast di volti noti della Settima arte spazianti dalla Olga Kurylenko di Max Payne (2008) alla Abbie Cornish di Sucker punch (2011), passando per il cantautore Tom Waits, il pretesto per dare il via ad un folle racconto pulp su celluloide destinato a tirare in ballo Billy, migliore amico del protagonista, e il suo socio Hans, rispettivamente con le fattezze di Sam Rockwell e Christopher Walken; i quali sbarcano il lunario rapendo cani al parco per restituirli e ricevere laute ricompense, fino al giorno in cui s’imbattono in quello del boss Charlie Costello, incarnato dall’infallibile Woody Harrelson di Assassini nati-Natural born killers (1994).

Tra spargimenti di cadaveri, bella colonna sonora di vecchi hit (citiamo solo The first cut is the deepest di P.P. Arnold) e molto black humour, è Moviemax Media Group a renderlo disponibile su supporto blu-ray tricolore; accompagnato da contenuti extra che, oltre a un teaser e tre trailer (uno, ironico, interamente interpretato da gatti!), riservano sedici minuti di scene tagliate, otto mini speciali riguardanti i personaggi e le location della pellicola e interviste al regista, Farrell, Rockwell e Walken.

Key Films, invece, ci trascina in un matrimonio pieno di sorprese in alta definizione con

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la versione integrale di The wedding party (2012) di Leslye Headland, corredato di video promozionale di quattro minuti e trailer.

Più che un matrimonio, una folle notte di addio al nubilato che vede in qualità di futura sposa la cicciottella Rebel Wilson di Tre uomini e una pecora (2011) e Kirsten Dunst, Isla Fisher e Lizzy Caplan impegnate a farle da damigelle d’onore, mentre non pochi imprevisti legati all’abito nuziale rischiano di mandare all’aria l’intera cerimonia.

Del resto, man mano che I’m gonna be (500 miles) dei Proclaimers fa da commento e l’Adam Scott di Piranha 3D (2010), il sex symbol James Marsden e Kyle Bornheimer provvedono a fornire il necessario comparto maschile al tutto, è una sorta di mix in rilettura rosa dell’esilarante commedia diretta da Stephan Elliott e di Una notte da leoni (2009) di Todd Phillips quello che, tra ubriacature ed escursioni in locali sexy, scorre sullo schermo.

Sorta di mix che, però, non solo risulta gestito decisamente meglio – sia per quanto riguarda le gag che i ritmi narrativi – rispetto alle tanto scapestrate quanto sopravvalutate avventure di Bradley Cooper & co, ma, sebbene porti la firma di una donna, non sembra sfoderare, per fortuna, neppure la solita, banale morale inneggiante alla chiacchieratissima emancipazione femminile.

E prende il via da un matrimonio anche Reality (2012) di Matteo Garrone, che,

reality
vincitore del Grand prix presso il Festival di Cannes, è 01 Distribution a lanciare nel mercato dell’home video in alta definizione tramite un’edizione ricca di extra.

Infatti, oltre a storyboard, trailer e una breve featurette, ci attendono sette minuti di scene tagliate, un backstage di quasi tre quarti d’ora e un’intervista ad Armando Punzo, regista della compagnia teatrale per la quale lavora l’ergastolano Aniello Arena (anch’egli intervistato); impegnato nel lungometraggio a concedere anima e corpo a un pescivendolo napoletano che, al fine di integrare i suoi scarsi guadagni, si arrangia attuando piccole truffe insieme alla moglie Maria alias LoredanaL’amore buioSimioli.

Fino al giorno in cui, spinto dai familiari, decide di partecipare a un provino per diventare concorrente del Grande fratello, ritrovandosi al centro di un ossessivo vortice dell’essere spiati che lo conduce a non avere più la stessa percezione della realtà.

Perché, con il mitico Nando Paone di Bomber (1982) incluso nel cast e Paola Minaccioni e Claudia Gerini coinvolte in brevi apparizioni, è proprio la progressiva ascesa nel folle desiderio di protagonismo tipico dell’epoca dei reality show a essere tratteggiata nel corso delle quasi due ore di visione; filtrate attraverso i toni leggeri della commedia partenopea e privilegianti macchina a mano, nel probabile tentativo di rievocare il tono veritiero dei documentari… per condurre a uno splendido, simbolico finale.

Concludiamo segnalando l’uscita in blu-ray di Di nuovo in gioco (2012), che, edito da Warner Home Video

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con due brevi documentari quali contenuti speciali, segna il debutto dietro la macchina da presa per Robert Lorenz, produttore, dal 2003, di tutti i film firmati da Clint Eastwood.

Non a caso, è proprio l’autore di Million dollar baby (2004) e Gran Torino (2008) a interpretarne il protagonista Gus Lobel, da decenni uno dei migliori “scout” ed esperti del baseball, che si rifiuta di finire in “panchina” e di chiudere in questo modo gli ultimi anni della sua brillante carriera.

Anche se non ha scelta e, quando l’ufficio centrale degli Atalanta Braves inizia a mettere in discussione le sue capacità, specialmente in vista della selezione di una nuova promessa del baseball, l’unica persona che potrebbe aiutarlo si rivela la figlia Mickey, ovvero Amy Adams, giovane avvocato di Atalanta che ha sempre avuto un rapporto difficile con il padre.

Quindi, è il loro legame a dominare l’insieme, mentre la ragazza, che mette a repentaglio la propria carriera per salvare quella del genitore accompagnandolo in un ultimo incarico in Nord Carolina, si trova anche a essere desiderata da Johnny Flanagan alias Justin Timberlake, scout rivale con il sogno di cronista sportivo.

Tra scoperte personali, emersione di verità a lungo nascoste e, soprattutto, la presenza di non pochi veterani dello schermo; da John Goodman al Robert Patrick di Terminator 2-Il giorno del giudizio (1991), passando per l’Ed Lauter de Il giustiziere della notte 3 (1985). Tutti al servizio di un’operazione il cui sapore, in fin dei conti, è quello delle grandi, vecchie produzioni hollywoodiane di tanto tempo fa.

Francesco Lomuscio


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