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“Pudra” di Dora Pavel, un thriller metafisico

Creato il 10 novembre 2010 da Sulromanzo
“Pudra” di Dora Pavel, un thriller metafisico

Un recente articolo comparso nel web, raccontava di come vedono gli americani il resto del mondo. Gli italiani? Godfathers, padrini. Gli austriaci, torte di mele, gli svizzeri, contanti e i romeni, eredi di Dracula. Dovessero gli italiani redigere la stessa mappatura, per quanto riguarda i romeni, forse accanto a Dracula aggiungerebbero anche qualche altro aggettivo. Di certo, difficilmente li definirebbero ottimi narratori e consumatori di libri. Eppure, nonostante il calo delle vendite nelle librerie nei primi cinque mesi del 2010 rispetto all'anno precedente, ventitre romeni su 100 possiedono nella propria biblioteca tra i 250 ai 500 volumi. I romeni leggono e alcuni scrivono anche.

Durante l'atteso appuntamento a Cluj (in Transilvania - per restare in tema con le indicazioni degli americani) dedicato al romanzo, I giorni della narrativa, sono state presentate le ultime novità in materia. Tra queste, Pudra - il titolo originale, Cipria in una traduzione letteraria - ha riscosso un notevole successo. Dora Pavel, l'autrice, ormai una penna ben nota sul panorama letterario romeno, ha stupito ancora con un romanzo tagliente, dal tema peculiare.

Dora Pavel aveva già abituato i lettori con gli argomenti inconsueti e nemmeno questa volta ha deluso le aspettative. È un'idea sconcertante quella che dona tensione al romanzo. Vlad Carasiniu, il protagonista, giovane restauratore di dipinti, si sveglia dalla morte apparente il giorno prima del proprio funerale. Ciò che segue è un'affascinate e appassionante affresco di questa vicenda al limite del reale.

Dal testo emerge con forza un quesito: cosa faresti se ti dovessi risvegliare dalla morte apparente, nel mezzo della notte, in una cappella con le porte serrate, scomodamente adagiato nella bara, l'unico vivo tra i morti, più spaventato dal proprio risuscitare che dallo stato passeggero in cui ti sei ritrovato, mentre immagini i tuoi cari, i fratelli, le sorelle, i cugini, la madre e il padre dormendo tranquilli, già abituati all'idea, preoccupati a organizzare le esistenze senza di te? È questa la domanda alla quale Pavel costringe il lettore a trovare una risposta, dandone una propria versione, accanto a quella delineata da Carasiniu.

In un'intervista, l'autrice afferma che "mi è bastato entrare nella pelle di Carasiniu, rabbrividire sotto l'azione dei suoi sensi, avanzare in modo impercettibile, somatizzando io stessa il suo esser risuscitato. Sono stata lì, con lui, mi sono mossa oppure ho trattenuto il respiro e ho tenuto gli occhi socchiusi assieme a lui, ho vissuto tutto il suo terrore, in alcune righe mi sono sentita quasi soffocare, fermandomi dallo scrivere grazie ad un buon istinto di sopravvivenza. [...] Pudra ( Cipria) potrebbe essere, perché no, un romanzo iniziatico, del ritrovamento dell'identità di un odierno Dorian Gray, esteta vitalista, ma anche impostore, arrivando a contemplare, sulla soglia del fallimento, la propria "bruttezza" e il proprio falso. È un romanzo realista, con misteri, grottesco, suicidi, rivelazioni e fallimenti il più possibili "veri". Non è un universo onirico, fantasmagorico o allucinante, ma uno reale".

E se l'autrice si è impegnata a rendere una situazione al limite del reale, palpabilmente reale, il lettore non può far a meno che piegarsi davanti a una rara capacità trascinante e precipitare all'interno della storia. Difficile non cercare di fornire la propria risposta al "cosa faresti se..." o a non percepire quello stesso senso di soffocamento che costringeva Dora Pavel a interrompere la scrittura. La differenza? Al lettore non è concesso di fermarsi, inghiottito dalla trama, deve leggere.


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