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Pueblo escondido

Creato il 29 ottobre 2010 da Tnepd
Faccio tesoro di un commento al post “Pecore” ricevuto via mail per arricchire l’analisi sul pueblo di nuovi spunti di vista. Mi si scrive:
Pueblo escondidoCaro TNEPD, leggo con rincrescimento questo suo scritto, arguto e brillante quanto sa, ma dettato da un malumore profondo, da un malessere intimo in cui mi riconosco, ma che sembra portarla a rinnegare ogni possibile moto di amore o pietà. (...)Anche la pecora più banale e prona ha un'anima ed un valore in sè, di unicità, nonostante il gregge, la stessa capacità di amare, o forse maggiore della mia e della sua. Senza il nutrimento dell'amore, che abbiamo nel momento stesso che sappiamo darlo, presumiamo soltanto di avanzare in questo "aspro diserto", ma realmente ci perdiamo e torniamo indietro. Se non c'è desiderio di donare e pietà, nulla ha senso e tutto il peggio diviene possibile come denuncia spesso nei suoi scritti. Certo è giusto, importante, criticare, ma quando non c'è affetto positivo la critica viene respinta, giustamente dico, come si respinge il pugno dato a freddo.D’accordo... d’accordo... urge tornare ad una soglia sopportabile di cinismo. Le cose viste da fuori a volte imbarazzano o fanno troppa paura. Ci viene in soccorso l’ottima descrizione “immanente” del pueblo fatta oggi da Claudio Messora sul suo blog Byo Blu.
Il mondo va così. C'è gente che deve fare molto poco per avere grandi risultati, e gente che deve fare tanto, tantissimo per avere risultati scarsi. (...)
[ I primi ] (...) formano la casta, una vera e propria dinastia di possidenti che di fatto presiedono le posizioni chiave della società e occupano tutti gli sbocchi che contano.
Poi ci sono quegli altri. Quelli che per prendersi una laurea devono sudare sette camicie, perché non solo frequentano aule da 800 studenti e 1 solo docente, ma spesso devono anche servire ai tavoli per mantenersi agli studi. Quelli che per trovare lavoro devono fare decine di concorsi, devono essere giovani ma avere alle spalle tre o quattro master e una consolidata e decennale esperienza in attività analoghe, nello stesso tempo senza essere sovraqualificati per la mansione di usciere della segretaria del portaborse del viceassistente alla segreteria particolare del consulente strategico alle pulizie dei locali di carico e scarico merci. Quelli che se vogliono aprirsi un'attività in proprio devono stare attenti a non entrare in competizione con gli affari monopolistici del cosiddetto libero mercato, altrimenti devono farsi volontariamente assorbire oppure rassegnarsi a trovare chiuse le porte dei finanziamenti, l'accesso ai bandi pubblici per l'assegnazione degli appalti, le opportunità di comparire su qualsiasi media, ogni flessibilità nella definizione e nel rispetto dei termini di pagamento, ogni speranza di beneficiare di un iter giudiziario equilibrato e ragionevole. Quelli che se vogliono accedere alla libera professione devono strisciare o scomparire, conformarsi o soccombere, accontentarsi delle briciole o lasciare l'Italia. Quelli che possono avere tutte le idee geniali che vogliono ma non se li filerà mai nessuno, e poi vedono quotidianamente iniziative imprenditoriali banali e insulse venire incensate sui giornali come l'idea del secolo, finanziate con centinaia di migliaia di euro e promozionate in ogni salotto che conta. Tutti insieme formano la plebe, una sconfinata massa di pesci piccoli che si dimenano nella padella allo scopo di  scavalcarne i bordi ed evitare la frittura, ma che se non vengono presi a simpatia da qualche stupida mocciosetta rampolla di una casata nobiliare, che li mette nel suo acquario personale finchè non gli vengono a noia, l'unico risultato che possono sperare di ottenere è un salto con triplo avvitamento carpiato nella brace. (...)
Pueblo escondido
Alberto Sordi, nell'indimenticabile Un borghese piccolo piccolo, mostrava in tutta la sua amarezza lo spaccato di una piccola piccola Italia, dove per far entrare i figli in banca i genitori erano disposti a qualsiasi cosa, perfino ad umiliarsi di fronte a piccoli piccoli burocrati dalle spalline della giacca perennemente innevate di forfora.
 Da oggi tutto questo non sarà più necessario. Non importa quanto le pari opportunità nell'accesso al mondo del lavoro siano un valore riconosciuto, un principio costitutivo alla base di una società moderna e fluida immersa nel libero mercato: il familismo viene finalmente e formalmente riconosciuto come uno scrimine fondamentale per la selezione del personale. Si cacciano i vecchi e si assumono i loro figli, e poi i figli dei loro figli, e poi i loro pronipoti, creando caste di uomini semi-liberi il cui senso di responsabilità verso la prole li indurrà a chinare la testa e non mettere a rischio il futuro di un figlio per il peccato di superbia di chi rivendica migliori condizioni lavorative.
L’articolo completo su Byo Blu

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