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Putin, che cazzo fai ? ( o del contorsionismo "a tempo" di Czardas )

Creato il 10 gennaio 2012 da Bruno
Putin, che cazzo fai ? ( o del contorsionismo
Ho già trattato in precedenza della straordinaria mancanza di tempismo che da eoni sembra affliggere non solo la collusa sinistra parlamentare italiana, ma la stessa sinistra sedicente "critica".
Nello stesso post si ipotizzava non solo quanto l' "arrivare eternamente in ritardo" sia una tattica prettamente italica risalente a Quinto Fabio Massimo per questo detto appunto "il Temporeggiatore"; non solo quanto tale tattica sia sempre stata benvista in certi ambienti massonici che con tale nomignolo si riferivano a chi, come Cavour, dovette "concertare" la stessa unità d' Italia; ma anche quanto essa si riveli assolutamente opportuna al triplice scopo di:
1) Avvantaggiare e favorire automaticamente un processo già in corso
2) Ingabbiare il dissenso con continue promesse, rimandandole eternamente
3) Buttare fumo negli occhi dell' amico/avversario appoggiandolo a parole ma astenendosi sempre dall' intraprendere una reale azione in suo favore.
Non stupirà quindi se la "Fabian Society" di Soros & C. debba il suo nome proprio a "quel" Fabio, ed abbia fatto della tattica del temporeggiamento non solo il proprio cavallo di battaglia, ma il suo stesso credo sociale già anticipato in quel vecchio Socialismo Fabiano anglosassone cui ideologicamente si rifà, in modo opportunamente riveduto e corretto, lo stesso assunto globalista.

Oggi, a buon motivo dopo l' ennesima "buca" della punta Vladimir Putin, il numero 10 della squadra verso cui sono stati fatti convergere, praticamente per quasi tutta la partita, i formidabili e calibratissimi "asset" scodellati e magistralmente serviti dai mediani Milosevic, Orbàn 1, Gheddafi, Orbàn 2 ( ancora da giocare Iran e Serbia ), il buon Putin entra di merito nella classifica dei "cannonieri Temporeggiatori", ossia quelli che la partita la vincono ( o la regalano ) proprio "toppando", arrivando eternamente in ritardo sul passaggio così generosamente offerto.
( E in questo Putin si è dimostrato talmente bravo da insidiare la celeberrima nomèa dell' "eterno secondo" Felice Gimondi ).
E poi via, lui è bravissimo e svolge benissimo il suo compito: solo che non di calcio si tratta, ma di un "concerto grosso": e la prima dote richiesta ad un musicista è appunto il senso del tempo, parbleu ... accadranno, accadranno le cose, ma "solo quando lo dice zio". ( E poi via, "concertazione" non è forse la prima parola che impara ogni presidente ? )

Gli attuali accadimenti ungheresi mi inducono pertanto a riproporre questo non recentissimo articolo ( 01/12/2011 ) che giustamente si interroga su queste e altre "defaillances prestazionali" del Gimondi russo, con buona pace di quanti come forse Gheddafi ( la cui resistenza leonina condotta oltre ogni ragionevole speranza di successo, ed il tanto frettoloso -e opportuno ?- assassinio qualche dubbio lo sollevano ) avevano probabilmente contato e/o sperato sul suo concreto appoggio.
MARCHIONNE FIGLIO DI PUTIN ( Articolo del 01/12/2011 )
( Tratto da: Comidad.org )
Mentre da settimane si susseguono le voci più o meno ufficiali su un intervento del Fondo Monetario Internazionale "a favore" dell'Italia, in pochi hanno fatto caso ad un intervento autorevole a sostegno di questa macabra prospettiva, quello di Vladimir Putin, lo scorso 11 novembre. Putin ed il suo socio Medvedev si sono divisi il lavoro: mentre il primo avallava l'improbabile immagine di un FMI "salvatore" dell'Europa, il secondo incontrava il capo dello stesso FMI, Christine Lagarde.[1]
Pare che la Russia abbia grosse riserve finanziarie, perciò in questa circostanza potrebbe agire addirittura da "banca" del FMI; e questo sarebbe l'oggetto dei colloqui fra Lagarde e Medvedev. Ma se la Russia ha davvero tutti questi soldi, perché non pensa di tagliare fuori il FMI, entrando direttamente nelle economie europee con propri acquisti di titoli del Tesoro?
Bella domanda, ma prima di azzardare una risposta, forse è il caso di mettere in rassegna altri fatti.
Nell'agosto del 2010 il primo ministro ungherese, Orban, aveva cacciato il FMI dal proprio Paese, ma ora, a poco più di un anno, deve tornare a testa bassa dal FMI a chiedere un prestito. [2]
Su quali sostegni internazionali aveva sperato Orban per fare a meno della gogna del FMI?
Il governo ungherese aveva confidato sul sostegno russo. Dopo il primo incontro semi-segreto fra Orban e Putin alla fine del 2009, il primo ministro ungherese era stato accolto in pompa magna nel dicembre 2010 a Mosca, e nei colloqui erano stati prospettati una serie di progetti di cooperazione economica.[3]
Sembrava dunque che la Russia perseguisse una strategia di sfondamento dell'equilibrio UE/NATO nell'Europa dell'Est, e che l'Ungheria fosse il primo tassello del domino. A distanza di un anno Orban invece si ritrova in piena emergenza finanziaria, e consegnato proprio da Putin ai tentacoli del FMI. Quindi anche Orban è finito nella lista dei bidonati da Putin, insieme con Milosevic e Gheddafi.
Da qualche mese risultava che il governo ungherese avesse già rinunciato a qualsiasi velleità di autonomia economica, e si riconsegnasse al ruolo istituzionale che l'Unione Europea riserva a Paesi come l'Ungheria, cioè quello di diventare una colonia per le delocalizzazioni di imprese dell'Europa occidentale. In questo periodo l'Ungheria è diventata infatti il Paese più reclamizzato dalle agenzie internazionali specializzate nel business di organizzare delocalizzazioni di piccole e medie imprese italiane.[4]
Si spiegano così la sicumera e l'arroganza di Sergio Marchionne, visto che oggi, grazie a Putin, le colonie dell'Europa dell'Est si trovano in totale sicurezza; perciò Marchionne non soltanto è in condizione di delocalizzare le produzioni FIAT, ma anche di portarsi dietro le piccole e medie imprese dell'indotto, e magari persino qualcos'altro. Si spiega anche perché Marchionne sia interessato a destabilizzare Confindustria, lasciando così tante piccole e medie imprese senza ombrello, e quindi bisognose di protezione e di entrature per delocalizzare all'Est.
Dal canto suo Putin non si accontenta di allacciare rapporti col FMI, ma compie anche i passi decisivi per entrare a pieno titolo nella principale emanazione del FMI, cioè l'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO). Una volta formalizzata l'associazione della Russia al WTO, la messa in sicurezza dell'Europa dell'Est dal punto di vista delle multinazionali, sarebbe cosa fatta.[5]
Ma Putin non finisce di sorprenderci. Mentre la Libia era sotto aggressione, l'azienda petrolifera russa, Gazprom, apriva un ufficio di rappresentanza in uno dei Paesi aggressori della Libia, cioè l'Emirato del Qatar; proprio quello che ha inviato migliaia di mercenari in Libia ad inscenare la finta rivolta popolare.[6]
Nei mesi successivi il rapporto tra Gazprom e Qatar è diventato una solida cooperazione d'affari, mediata dalla multinazionale francese Total. La gestazione degli affari è in corso e promette bene.[7]
Nel corso del 2010 Putin aveva allacciato una serie di rapporti internazionali che sembravano configurare un asse con la Turchia, l'Iran, il Brasile, la Libia e la Siria. Dopo il voltafaccia di Putin, la Turchia ed il Brasile sono in stato confusionale, la Siria e l'Iran sono sotto l'attacco occidentale, mentre la Libia è stata ri-colonizzata. A questo punto ci si chiede quanto si possa dare credito alle rituali obiezioni che Putin sta opponendo riguardo all'aggressione che si prospetta da parte di NATO ed Israele nei confronti di Siria ed Iran.
Putin è spesso accusato dalla stampa occidentale e sionista di violare i cosiddetti "Diritti Umani"; espressione che, tradotta dal linguaggio della propaganda, significa "interessi della British Petroleum". Gazprom si trova infatti a pestare spesso i piedi della BP in questo o quell'affare di petrolio o gas. L'ultimo grosso sgarbo è appena di un anno fa, quando Gazprom ha soffiato alla BP un affare da un miliardo di dollari.[8]
Ciò spiega perché Putin sia stato accusato di essere uno "zar", un "populista", e di assassinare giornalisti, o addirittura di eliminare i dissidenti con il polonio radioattivo. Putin è, a sua volta, molto abile a sfruttare a proprio vantaggio questa grossolana propaganda contro di lui, rilasciando reboanti dichiarazioni anti-occidentali che accreditino il suo mito di leader indipendente e fuori del coro; dichiarazioni fumose, che fanno però la gioia dei suoi fans "eurasiatici" in Italia.[9]
Di fatto Putin appare del tutto ondivago in politica estera, ed ansioso soltanto di compiacere gli affari di Gazprom, anche se la Russia si trova sempre più accerchiata militarmente dalla NATO. Il FMI è il braccio finanziario della NATO (oppure è la NATO ad essere il braccio militare del FMI), perciò ogni avallo da parte di Putin all'azione del FMI in Europa, si risolve automaticamente in aumento della minaccia della NATO contro la Russia. Ma mettersi contro FMI e WTO, significherebbe per Gazprom vedersi tagliata fuori da parecchi affari.
In corrispondenza del periodo dell'aggressione della NATO contro la Libia, e del conseguente blocco delle esportazioni da questo Paese, i profitti di Gazprom sono aumentati del 78%, come risulta dalle sue stesse dichiarazioni. Non c'è bisogno perciò di scervellarsi tanto per indovinare il motivo per il quale la Russia ha votato a favore della ambigua Risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza, che ha aperto la strada all'aggressione della NATO contro la Libia.[10]
Pare proprio che la cosca di Gazprom affidi i propri destini personali più ai conti segreti nelle banche svizzere che alla integrità territoriale della Russia. Gli "eurasiatici", piuttosto che confidare in Putin ed elucubrare sulle sue intenzioni recondite, forse farebbero bene ad augurarsi che nell'esercito russo sia rimasto qualche comunista in grado di cacciare sia lui che la sua cosca affaristica.
FONTI:
[1] http://www.reuters.com/article/2011/11/11/russia-putin-eurozone-idUSL5E7MB3VE20111111
[2] http://www.ansa.it/web/notizie/notiziari/euroregioneadriatica/2011/11/21/visualizza_new.html_15831058.html
http://www.repubblica.it/economia/2011/11/22/news/ungheria_l_autarchico_orban_chiede_aiuto_all_fmi-25426178/
[3] http://www.itlgroup.eu/magazine/index.php?option=com_content&view=article&id=1985:russia-su-presidenza-ungheria-colloquio-orban-putin&catid=44:politica&Itemid=150
[4] http://www.pmi.it/economia/lavoro/articolo/9288/delocalizzazione-per-pmi-lungheria.html
[5] http://www.guardian.co.uk/world/2011/oct/27/russia-wto-georgia-compromise
[6] http://www.gazprom.com/press/news/2011/april/article111168
[7] http://uk.reuters.com/article/2010/06/11/russia-qatar-energy-idUKLDE65A16P20100611
http://rt.com/business/news/russias-shmatko-yamal-construction-397/
[8] http://www.theweek.co.uk/business/14115/bad-news-bp-russia-1bn-deal-cancelled
[9] http://www.corriere.it/esteri/11_novembre_27/putin-soldi-potenze-straniere-opposizione_aab838be-18eb-11e1-be06-06f00295b4d4.shtml
[10] http://www.wqow.com/story/15994358/russias-gazprom-posts-10b-profit-in-q
Di Fabio Massimo - Gimondi - Putin vogliate ora gradire:
"Concertazione a tempo di csardas"
Primo Violino: Viktor Orban
  ( al Contrabbasso: Minelculo Telocasso )

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