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Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi

Creato il 26 giugno 2012 da Kaosblu @kaosblu
Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi
Un giovane Trevi lavora nei primi anni ’90 al Fondo Pasolini a Roma, qualcosa di scritto - il titolo dell’Appunto 37 di Petrolio in cui P.P.P. fornisce al lettore qualche spiegazione sulla sua decisione: che è quella non di scrivere una storia, ma di costruire una forma -, è il racconto di quella esperienza, dell’incontro con la “Pazza”, Laura Betti, curatrice del Fondo, di Petrolio il libro postumo di Pasolini, del mito greco e di tante altre cose.  
Un libro che parla di un altro libro, Petrolio, come nessun altro critico aveva fatto mai. Trevi restituisce alla “summa” di tutte le esperienze e memorie di P.P.P. il valore di grande opera letteraria che gli è stata in qualche modo levata preferendo amplificare una presunta rivelazione fattuale insabbiata, che fra le righe del testo doveva esserci. 
P.P.P. è per Trevi così come Philip Dick, un veggente, «insieme spinti dal medesimo orrore suscitato dal potere e dall’angoscia si accorgono in tempo del guasto, e anche se sanno che nessuno gli crederà non possono rinunciare a lanciare l’allarme.». 
Il capolavoro postumo è un’iniziazione alla conoscenza suprema, in cui Pasolini negli ultimi anni della sua esistenza si è immerso e Trevi, per prossimità, conduttore Laura Betti, ha percepito anche lui la visione che «attraversa l’anima come un lampo».
Tante sono le tracce che lo scrittore semina e che invitano a una riflessione. Un libro che ha vari livelli di comprensione ma, non risulta, come rischiava di essere un lavoro così complesso, mai noioso, tutt’altro.  
Emanuele Trevi con questo romanzo editore Ponte alle Grazie è nella cinquina degli scrittori candidati al Premio Strega.

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