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Qualcosa di scritto, Emanuele Trevi (finalista Premio Strega 2012)

Creato il 21 giugno 2012 da Libriconsigliati
Qualcosa di scritto

Qualcosa di scritto

Titolo: Qualcosa di scritto


Autore: Emanuele Trevi


Editore: Ponte alle Grazie
Pagine: 247
Prezzo: € 11,99
Pubblicazione: marzo 2012
ISBN: 978-88-6220-064-6

Valutazione Libriconsigliati: Imperdibile.

Qualcosa di scritto non è un romanzo, né un saggio, né un memoriale, né – tantomeno – un diario autobiografico; è piuttosto una successione di racconti espressi con registri e in forme diversi che, insieme, concorrono a delineare un’atmosfera e un mondo legati a Pier Paolo Pasolini. Nella sua indeterminatezza di genere, il libro di Emanuele Trevi deve dunque il titolo alla sua natura più palese: è qualcosa di scritto, appunto.

Trevi prende le mosse dai suoi anni di lavoro al Fondo Pier Paolo Pasolini a Roma, per riscoprire la figura di quest’ultimo attraverso la descrizione di Laura Betti, l’interprete di “Teorema” e responsabile del Fondo che, con i suoi modi disarmanti e con l’intolleranza verso i suoi contemporanei, s’impone come erede spirituale e “vedova inconsolabile” del compianto intellettuale di Casarsa.

Ci sono persone che si conoscono e di cui ci si dimentica, altre che determinano un prima e un dopo nella vita: Laura Betti, chiamata la Pazza in tutto il libro, è per Emanuele Trevi l’incontro che lascia un segno indelebile. Segretamente innamorata di Pasolini e sempre gelosa di lui, la Pazza viene descritta come un’obesa isterica, sensibilissima nel captare i punti deboli altrui per infierire con rara crudeltà, lo stesso Trevi è stato una sua vittima, designato com’era dall’epiteto zoccoletta. Detto ciò, non si potrebbe immaginare niente di più distante tra Pasolini e l’attrice, eppure l’eredità pasoliniana traluce in Laura Betti soprattutto attraverso la consapevolezza della perdita di un’epoca in cui era ancora possibile trovare l’autenticità nelle borgate di periferia.

A partire da questa intuizione, Trevi sviluppa un parallelismo tra una dimensione storico-culturale spezzata per sempre e incarnata dall’irrequietezza di Laura Betti e l’opera ultima di Pasolini, l’incompiuto Petrolio. È così che nel corso delle 247 pagine di Qualcosa di scritto, alle iniziali P.P.P. si aggiunge la quarta -P- di Petrolio. Tra ricordi biografici, riflessioni sul lavoro presso il Fondo e digressioni su la Pazza passata e presente, il libro di Trevi sembra un pretesto per risvegliare la memoria del Pasolini più vero e straziante attraverso l’analisi degli appunti di Petrolio.

Nell’impresa di definire uno studio critico ma umanissimo di P.P.P., è inevitabile il riferimento alla mitologia greca così come al quadro politico degli anni ’70, seppure quest’ultimo in modo indefinito e allusivo. Per queste ragioni, sebbene sia una lettura preziosa e interessante, Qualcosa di scritto non è immediatamente accessibile a chi non abbia una qualche familiarità con tutte le chiavi di lettura che il testo offre.

Quel che è certo è che Trevi riesce a restituire sulla pagina la suggestione e l’eccezionalità con cui solo le grandi personalità possono arricchire.

Maria Grazia Piemontese per Libri Consigliati

L’AUTORE

Emanuele Trevi è scrittore e critico letterario. Ha esordito come autore di narrativa con I cani del nulla (Einaudi, 2003);  per la collana Contromano di Laterza, ha pubblicato Senza verso e L’onda del porto, entrambi nel 2005. Il suo ultimo romanzo è Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010). È autore di numerose curatele e saggi: “Istruzioni per l’uso del lupo” (Castelvecchi, 1994) e “Musica distante” (Mondadori, 1997). Ha inoltre pubblicato i libri-intervista Invasioni controllate (con Mario Trevi, Castelvecchi, 2007) e Letteratura e libertà (con Raffaele La Capria, Fandango, 2009). Oltre ad essere conduttore di programmi radiofonici per Rai Radio 3, collabora con la Repubblica, il Manifesto, Il Messaggero e Il Foglio. 


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