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Quando anche un film può essere "casa"

Da Marisnew
Cara Lilli,
hai presente quando si dice che "casa" è ovunque ci si senta bene con se stessi, al sicuro, sereni, felici? 
Ecco, per me "casa" è anche un film.
Adesso non correre a prendere il telefono per fissarmi un appuntamento con uno psichiatra, dai! Fermati a leggere prima cosa intendo con questa affermazione  e poi vedrai che non ho bisogno di nessun medico ;-)

Oramai da tanti anni io ho un film che è lì al centro del mio cuore e che è in cima alla lista dei miei film preferiti di sempre (vedi colonna laterale del blog!).Questo film è LA FAMIGLIA di Ettore Scola (1987).Dunque, non sto a raccontarti per filo e per segno la trama (tanto puoi leggerla qui se vuoi), mi basta dirti viene narrata la storia di un uomo dalla nascita all'ottantesimo compleanno: intorno a lui ruotano tanti personaggi che lo accompagnano durante la sua lunga vita.E' un film girato interamente all'interno di un grande appartamento (eccetto qualche scena in cui i personaggi si affacciano al balcone) con carrellate girate lungo il corridoio ogni volta che si vuol soottolineare il passare degli anni (in genere di decennio in decennio).

Scola fa vivere sulla scena una sorta di microcosmo, tramite cui si possono cogliere gli avvenimenti storici esterni, tipo la prima guerra mondiale, l'affermarsi del Fascismo, la seconda guerra mondiale, il boom economico degli anni '60.

Nulla di così speciale, dirai tu. E in effetti non è che la storia sia eclatante o marcatamente originale, però questo film ha tre grossi pregi: uno è senz'altro il soffermarsi sui piccoli dettagli, sulle sfumature dei sentimenti e delle emozioni, la delicatezza della narrazione; un'altro è la bellezza dei dialoghi, mai banali, mai scontati, mai inutili; l'altro ancora è senza dubbio il cast eccezionale:Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Massimo Dapporto e suo padre Carlo (che interpretano lo stesso ruolo in epoche diverse), Ottavia Piccolo, Renzo Palmer, Athina Cenci, Monica Scattini, Ricky Tognazzi, un giovane Sergio Castellitto, un cameo straordinario di Philippe Noiret...solo per citarne una parte!

E' un film intriso di grande malinconia, va detto, perchè in fondo il trascorrere stesso del tempo (e in questo caso si tratta di ben 80 anni) ha insito in sè quel tratto nostalgico. Ma non c'è nulla di patetico, nulla di smielato. 
Posso dirti sinceramente che questo film lo conosco a memoria (e quando dico a memoria intendo davvero che potrei recitarti praticamente tutte le battute), avendolo visto e rivisto non so quante volte.
E ogni volta è un riscoprire emozioni antiche e nuove allo stesso tempo, ogni volta è come ritrovare dei vecchi amici, ogni volta è provare un senso quasi di consolazione, un pò come se entrassi a casa mia. 
Tornare a casa. Ecco, cosa intendo, Lilli: vedere le prime immagini, leggere i titoli di apertura con in sottofondo la delicata colonna sonora del grande maestro Armando Trovajoli, ascoltare i primi dialoghi...e sentirmi a casa.
A volte ne riesco a vedere solo un pezzetto, per mancanza di tempo, ma è sufficiente per essere contenta e per dire a me stessa "Ecco qui, è tutto come lo ricordavo, non è cambiato. Va tutto bene, allora!"
Diciamo che potrei considerare questo piccolo capolavoro forse poco conosciuto al grande pubblico (ma pluripremiato) un pò come la mia copertina di Linus. 
PS : c'è una cosa secondo me bellissima e cioè che il film inizia e finisce allo stesso modo, cioè con lo scatto di una foto di famiglia: stessa scena ma personaggi diversi, o perchè invecchiati o perchè nuovi...


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