Magazine Società

Quando i giornalisti recitano a "Camera Café"

Creato il 26 novembre 2015 da Gaetano61
Premetto di essere iscritto all'albo dei giornalisti come pubblicista.
Ogni categoria professionale, ogni ambiente di lavoro non può farne a meno, mi riferisco alla umana tendenza a criticare i colleghi in maniera spesso innocua, naturalmente in assenza degli interessati, rispondendo forse ad un bisogno di scaricare la tensione lavorativa per poi riprendere più leggeri le proprie mansioni. La scena tipica è quella di due o più colleghi di lavoro che parlano di fronte al distributore automatico del caffé, immortalata anche da una fortunata serie televisiva, "Camera Café", interpretata dalla coppia di comici Luca e Paolo. Secondo me, però, quando questa pratica umana è riferita alla categoria dei giornalisti, il discorso cambia un po', a causa della natura stessa della professione, destinata ad avere una sua proiezione esterna (all'ambiente giornalistico), ad arrivare sui giornali, sui siti internet, negli incontri pubblici. E allora, almeno secondo me, subentra un certo fastidio nel leggere e nell'ascoltare questi attacchi personali. E ancora di più quando queste critiche, non riguardanti cioé le legittime differenze di opinione, vengono lanciate direttamente al proprio avversario polemico in televisione o su un giornale: tra gli esempi più lampanti del genere, si può citare la coppia duellante Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, e  Fabrizio Rondolino, editorialista de l'Unità (qui). Ma posso portare altri esempi: recentemente, in un incontro destinato alla formazione giornalistica aperto al pubblico, si sono ascoltati, da un inviato de Il Sole 24 Ore, giudizi pesanti sui presunti sccop di un famoso inviato de La Stampa (ora defunto), parlare dell'assenza di qualità professionale di un ex direttore del Corriere della Sera, e chiedersi perché il direttore di un diffuso periodico non si sia ancora dimesso a seguito della verificata inconsistenza di una notizia pubblicata nei mesi scorsi. In uno precedente, un collaboratore del Messaggero Veneto aveva parlato di una certa testata giornalistica come di un "non giornale". Ecco, secondo me si possono avere idee diverse sul come fare un giornale, sul come interpretare la politica del governo Renzi o le cose che dicono Salvini, Grillo e Berlusconi, ma con il limite di evitare attacchi personali tra mediatori della notizia. E allora, in questo quadro, aver letto il saluto cavalleresco che Giuliano Ferrara ha dato al direttore uscente di Repubblica, Ezio Mauro (dal quale lo dividono non poche opinioni), sovverte un po' questa tendenza (qui).

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :