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Quando la crisi non risparmia neanche barca e real

Creato il 08 gennaio 2012 da Andrev91 @andrev91

QUANDO LA CRISI NON RISPARMIA NEANCHE BARCA E REAL

Beckham con la maglia del Real Madrid (2003-2007)


Ricordate la “Legge Beckham”? Era quell’incredibile regola che ha permesso alle squadre spagnole di investire acquistando i migliori giocatori stranieri grazie a una tassazione favorevole, che permetteva ai calciatori (non spagnoli) di pagare solamente il 24% di imposte sugli stipendi oltre i 600mila euro l’anno. La legge contro cui periodicamente si scagliava Adriano Galliani e che è stata abrogata nel 2010, con effetto valido per tutti i contratti successivi.
Ebbene, ora sta per arrivare un’altra “stretta”. Se negli ultimi due anni la tassazione in Spagna era già passata ai livelli europei (dal 45 al 49%, ma solo per i nuovi contratti), secondo quanto riporta il portale web de Il Fatto Quotidiano con la manovra del nuovo governo Rajoy i calciatori della Liga dovranno pagare allo stato tra il 52 e il 56% dei loro introiti. Un cambiamento importante, perché porta la Spagna sul fondo della “classifica” dei campionati europei più convenienti per i grandi campioni del pallone. Ora è la Francia il paese più appetibile con una tassazione del 41%, mentre l’Italia è al secondo posto con il 45%. Dati che potrebbero ridefinire ancora una volta gli equilibri del calcio europeo, anche se ovviamente si tratterà di cambiamenti nel lungo periodo, in cui potrebbe rientrare una variabile importante come la possibile “patrimoniale” che dovrebbe varare il Governo Monti nel prossimo futuro. Dati economici che non dovrebbero avere nulla a che fare con lo sport, ma che di questi tempi sono diventati “tutto”. Jamie Redknapp, ex giocatore del Liverpool e figlio dell’attuale allenatore del Tottenham, ha fatto una dichiarazione interessante lo scorso 28 dicembre al Daily Mail, sottolineando come sia cambiato il calcio negli ultimi 5-10 anni: “Quando giocavo io (fino al 2005, ndr), potevi ricevere offerte leggermente superiori dal punto di vista economico, ma alla fine sceglievi la squadra che ti interessava, non quella che ti pagava di più. Ora il City può pagarti 100mila sterline alla settimana in più rispetto a tutte le altre squadre. E queste sono cifre che ti cambiano la vita”.
Così il calcio ha creato i suoi “mercenari”, che non sono altro che ragazzi che vogliono sfruttare al meglio i pochi anni della loro carriera. In attesa che il Fair Play finanziario paventato da Platini provi a riportare un po’ di serietà in un mercato fuori controllo, perché a prescindere dalle percentuali di tassazione nei diversi stati, la realtà è che il calcio rimane un mondo che vive ampiamente al di sopra delle proprie reali possibilità. E prima o poi sarà necessariamente costretto a pagare dazio. Ma sarà così influente il Fair Play finanziario? Andrea Cardinale

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