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Quando scopriremo la vita su pianeti lontani?

Creato il 19 maggio 2010 da Zonwu
Quando scopriremo la vita su pianeti lontani?Quanto tempo ci vorrà prima che riusciamo a rilevare forme di vita extraterrestri su altri mondi fuori dal Sistema Solare? Forse la vita su alcuni corpi rocciosi del nostro sistema planetario sarà scoperta entro i prossimi 50 anni, ma per quanto riguarda pianeti alieni e le forme di vita che possono abitarli il discorso si fa differente. Potrebbero volerci oltre 200 anni per osservare la vita su altri mondi.


"Sfortunatamente, siamo forse lontani dal vedere alieni con i nostri occhi come lo era Epicuro dall'osservare direttamente i pianeti del Sistema Solare quando, 23 secoli fa, predisse l'esistenza di questi mondi" dice l'astrobiologo Jean Schneider del Paris Observatory a Meudon.
Secondo Schneider, occorreranno da 15 a 25 anni, o più probabilmente due generazioni, per analizzare esopianeti con un livello di dettaglio sufficientemente elevato per fare considerazioni sulla presenza della vita su questi mondi lontani.
Inizialmente verranno posti in orbita dei coronografi del diametro di 1,5-2,5 metri, per mascherare la luce di stelle lontane e determinare l'esistenza di pianeti giganti, o di super-Earth. La seconda generazione di osservatori orbitanti sarà fornita anche di interferometri, per analizzare meglio la luce riflessa da questi pianeti e capirne la composizione atmosferica.
Ma se volessimo osservare gli esopianeti come facciamo con Marte o Giove le cose si complicano notevolmente. Per ottenere un'immagine di 100 pixel di un pianeta distante circa 15 anni luce da noi occorre un array di telescopi con un'estensione totale di circa 60 km. Un'immagine di 100 pixel sarebbe adatta a trarre conclusioni sull'armosfera del pianeta, sulla sua superficie, sulla presenza di oceani o di terre emerse, e forse distinguere foreste e deserti.
Ma di certo non ci consentirà di determinare se c'è vita su quel pianeta, e se questa vita sia evoluta o meno.
Facciamo un esempio: una delle più celebri immagini scattate dallo spazio da un equipaggio umano è quella della Terra, ripresa a circa la metà della distanza che ci separa dalla Luna. E' possibile vedere nubi, uragani, continenti ed oceani, ma è impossibile determinare se il pianeta sia abitato o meno. Non si vedono luci, non si distinguono segni di civiltà, nessun indizio che possa ricondurre ad una civiltà intelligente sulla superficie del pianeta.
Immaginiamo ora di dover scattare la stessa foto ma per un pianeta distante da noi milioni di miliardi di chilometri, non solo 150.000. I problemi di risoluzione e potenza dell'apparecchiatura telescopica e fotografica sono immensamente più grandi.
Per fotografare un essere vivente gigante lungo 10 metri posizionato su un ipotetico pianeta in orbita attorno ad Alpha Centauri (4,37 anni luce da noi), il sistema di telescopi dovrebbe estendersi per oltre 600.000 km, il che equivale bene o male al raggio del nostro Sole. Occorrerebbero infatti 100 km di strumentazione per riceve un solo fotone riflesso da questo pianeta.
Alternative a questa osservazione a lunga distanza? L'unica è quella di inviare una sonda per studiare gli esopianeti, con tutti i problemi che ne deriverebbero.
Per prima cosa, si tratta di un viaggio estremamente lungo: anche ipotizzando di riuscire ad accelerare la sonda ad 1/3 della velocità della luce, ci vorrebbero almeno 13 anni per raggiungere la stella più vicina, e 4 anni dal suo arrivo per ricevere dati sulla Terra.
Senza contare che il viaggio è pieno di pericoli: polvere interstellare in grado di disintegrare la sonda, corpi oscuri non ancora scoperti che potrebbero collidere con l'astronave, oltre ai rischi non ancora noti dello spazio profondo.
A prescindere dall'approccio che si vuole seguire per fotografare mondi lontani, ci vorranno almeno un secolo (più facilmente due) prima di poter fare rilevamenti con un margine di errore accettabile sulla presenza della vita su un pianeta extrasolare.
"Abbiamo sempre pianificato di rilevare la vita indirettamente, cercando tracce atmosferiche della vita, più probabilmente di varietà unicellulari" afferma l'astrobiologo Alan Boss, della Carnegie Institution di Washington. "Questo è quello che speriamo, e siamo ancora ben lontano dal raggiungere quell'obiettivo. Saremo incredibilmente contenti quando riusciremo a segnare quel traguardo - è una corsa con i nostri colleghi planetari per vedere se riusciranno a trovare tracce di vita su Marte prima che noi riusciamo a trovare prove della vita fuori dal Sistema Solare".


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