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“Quando un elefante si innamora” di Davide Calì e Alice Lotti, Kite

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

elefanteinnamoracopCosa combinerà mai un elefante quando si innamora?

Probabilmente, nonostante la stazza imponente, la curiosa proboscide, le immense orecchie e la veneranda età, finirà per confondersi, per essere un po’ timido e un poco impacciato, un pizzico esibizionista, introspettivo e scenografico, gioioso e melanconico come tanti esseri di questa terra quando – uso la bellissima locuzione inglese – they fall in love.

L’albo raffinato, buffo e delicato di Davide Calì e Alice Lotti – “Quando un elefante si innamora”, edito da Kite – m’appare, ad un prima lettura, come un tenero manifesto all’universalità dell’amore. Lo dice anche la quarta di copertina: “Può succedere a tutti, anche agli elefanti”

Non so cosa conoscano i bambini – soliti destinatari preferenziali di un albo illustrato – dell’amore. A molti di loro, perfino in tenera età, capita d’innamorarsi, d’invaghirsi della vivace e sorridente compagna di classe o del vicino di banco tanto spettinato e silenzioso. Altri, di indole meno romantica, incontreranno l’esperienza delle prime passioni solo più tardi, magari in adolescenza.
Gli adulti si innamorano a tutte le età, da giovani come da vecchi; il luogo comune che non esiste un’età per essere trafitti dalle frecce di cupido, credo, sia più che vero.

Quindi questo è un libro che parla a tutti. L’amico elefante, proprio perché capace di creare un effetto paradossale e surreale, comico e dolce, si rende simbolo perfetto di quel pazzo momento della vita che è la fase dell’innamoramento.

Con piccole tavole, lineari ed essenziali, prive di fronzoli ma non per questo scarne, su sfondi bianchi o comunque tenui, con un testo ridotto al minimo capace di giocare al rimando, ora ironico ora rafforzante, con le illustrazioni, i due autori raccontano cosa accade al mastodontico protagonista quando una bella elefantessa lo fa sospirar.

Efficacissimo, pur nella sua semplicità, è il ritratto emotivo di una prima fase d’amore dove l’alternanza di insicurezze e determinazioni è un otto volante.
Così il pachiderma desidererebbe ovviamente esser notato il più possibile – magari facendo qualcosa di assolutamente insolito come l’acrobata su un filo (apparire finanche leggiadro quale non è), ma allo stesso tempo basta il passaggio dell’amata per farlo correre a nascondersi – quale luogo migliore per celarsi che dietro un tronco sottile d’albero?.

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C’è poi tutto il problema dell’aspetto fisico. Sì perché quando ci s’innamora è doveroso sentirsi belli e attraenti, tanto belli ed attraenti che non si riesce nemmeno a decidere cosa indossare per valorizzarsi al meglio. Tutto sembra troppo o troppo poco.

Quando si è innamorati il tempo non è mai abbastanza per lasciare la testa vagare tra le nuvole. Pensare, sognare e poi magari scrivere lettere senza poi avere il coraggio di spedirle.
Quando ci si innamora si è tutti dentro e tutti fuori di sé, mentre si desidera l’amata (o l’amato) pare necessario tirarsi a lucido al massimo.

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Sì è felici, sì. Ma anche insicuri e a tratti tristi, perché forse lei non sa, lei non vuole, lei non può…
Finché un giorno, magari come per l’elefante, accade qualcosa che si sperava non credendoci fino in fondo. Si bussa ad una porta, ci si apre ad un abbraccio. E da lì comincia un’altra storia.

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E’ uno sfogliare sorridente ed emozionato quello che merita questo lieve albo perché è capace di rendere entrambe le caratteristiche essenziali dell’essere (umano?) innamorato: la sua dolcezza e la sua bizzarria. Qualcosa di strambo, un po’ ingombrante e impacciato proprio come un elefante.
Ed infondo è anche la percezione che, chi si innamora, sovente ha di sé: di esulare improvvisamente dallo spazio comune, di non esser più contenuto in sé, di essersi espanso tanto quanto un elefante.

Un’ultima parola, lasciato alle spalle il contenuto, merita la forma impeccabile dell’albo, che risulta raffinata senza essere algida, elegante senza essere ricercata.
Oltre all’ottimo equilibro delle tavole, sia inteso come quantità di dettagli che come loro distribuzione all’interno dello spazio-pagina, da notare è che ogni particolare delle figure merita un indugio d’osservazione. Come il piccolo canarino che appare ad ogni pagina, il quale, insieme ad altri dettagli di fiori, foglie, nuvole e oggetti minuti, alle tinte usate, ai bianchi ampi e ad altri accorgimenti figurativi, fanno sì che la risultante di un albo che tratta d’elefanti sia, in primo luogo, la lievità e la delicatezza.
Allo stesso risultato partecipa il testo, essenziale e lineare, pulito e in perfetta corrispondenza dialogica con le figure.

(età consigliata: dai 4 anni)

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