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Quando Wenger mise in fuga Ibra

Creato il 05 marzo 2012 da Solosport @solosport

Alla vigilia di Arsenal-Milan, ritorno degli ottavi di finale di Champions League, ripercorriamo l’avventura lampo di Zlatan Ibrahimovic all’Arsenal. Storia di un pomeriggio che non andò per il verso giusto…

Quando Wenger mise in fuga Ibra

Di pieghe come questa è piena la storia del calcio, di talenti ancora non riconoscibili neppure agli occhi dei più esperti. Di provini falliti e di rivincite. E di provini neppure affrontati…
Anno 2001, Zlatan Ibrahimovic non ha ancora spento 20 candeline, gioca in Svezia nel Malmö, il club della sua città che la stagione precedente ha trascinato in Allsvenkan (la serie A svedese), con 12 reti in 26 partite.
Sul giovane Zlatan c’è l’interessamento dei club di mezza Europa, e come accade spesso in questi casi – quando si parla di ragazzi – chi arriva primo è l’Arsenal. Affare fatto col Malmö per 3 milioni di sterline, accordo con il ragazzo a cui viene fatta indossare una sfolgorante maglia numero 9. L’ultimo dubbio lo ha Wenger, il tecnico del primo trionfo in Premier League per i Gunners (1997/1998) vuole una partita di prova. Un’ultima formalità? Qualunque cosa fosse provoca uno dei primi mal di pancia nella carriera di Ibra (e del direttore sportivo del Malmö, Hasse Borg). Infuriato – “quelle parole mi fecero girare le palle” scriverà Ibra nella sua autobiografia – lo svedese lascia il centro sportivo dell’Arsenal.
“O mi conosci o non mi conosci, e se non mi conosci non puoi volermi veramente” così Zlatan è tornato sull’episodio, intervistato dal Sun in questi giorni di vigilia del match di Champions.

Ad Arsène Wenger non andò poi così male: l’Arsenal centrò uno storico double nella stagione 2001/2002 (Premier e Fa Cup) e anche le annate immediatamente successive furono fra le più ricche nella gestione del tecnico francese.
Ibrahimovic tornò al suo Malmö, fu ingaggiato dall’Ajax per 9 milioni di euro, poi andò alla Juve per 16, all’Inter per 25 e al Barça per 46 più Samuel Eto’o. Quindi il Milan, con un colpo di mercato mai abbastanza esaltato: un anno di prestito gratuito e tre rate da 8 milioni a stagione.
Magari, a vedere queste cifre e a vederlo giganteggiare in Milan-Arsenal 4-0, Wenger avrà rievocato quel giorno, in cui chiese ad un talentuoso ventenne un ultimo provino.

Riccardo Marchese



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