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Quante volte figliola?

Da Leragazze

Riceviamo da Sergio (indovinate su quale argomento?) e volentieri pubblichiamo:

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C’era un contratto sessuale in vigore negli uffici della Regione Abruzzo. Un documento vero e proprio. Lo aveva redatto e sottoscritto un assessore regionale che pretendeva sesso dalla sua segretaria.

Fino a qui nulla di strano: l’amore con la segretaria è oramai quasi una cosa ovvia, che non fa più scandalo. Quello che invece meraviglia è la “contrattualizzazione” dell’obbligo di prestazione. La donna doveva “stare insieme” all’assessore almeno quattro volte in un mese. Peraltro era anche un servizi(ett)o ben pagato: per queste 4 prestazioni extra la signora riceveva un bonus di trentaseimila euro annui (750 € a botta!). Certo io, come del resto tanti altri colleghi e colleghe, ci facciamo il culo a lavoro per molto meno!

A essere sinceri l’obbligo alla prestazione sessuale “contrattualizzata” o “prescritto dalla Legge” non è una novità. A casa nostra, per esempio, come in ogni famiglia ebraica, l’obbligo viene dettagliatamente disciplinato dalla Torah, con l’unica sostanziale differenza rispetto a quanto avvenuto in Regione Abruzzo, che il dovere è previsto solo ed esclusivamente per il marito.

Nella Torah è chiaramente sancito il numero di prestazioni a cui il marito può essere obbligato dalla moglie per adempiere ai propri doveri coniugali: per un uomo che non lavora, tutti i giorni; per i manovali due volte la settimana; per i conduttori di somari una volta la settimana; per i conduttori di cammelli una volta al mese; per i marinai una volta ogni sei mesi. Si tratta ovviamente di standard minimo al di sotto del quale si potrebbe invocare l’inadempienza da parte del marito.

Peccato che nella Torah non sia esplicitamente previsto (ma l’interpretazione rabbinica può senz’altro aiutarci) il numero di prestazioni previsto per un ex assessore-carcerato della Regione Abruzzo!


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