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Quasi amici

Creato il 23 aprile 2012 da Siboney2046 @siboney2046

Quasi-amici

“Sai dove trovi un tetraplegico?"… Dove lo hai lasciato”
(Driss in Quasi amici, 2011, di Oliveir Nakache)

Ieri sera dopo molto tempo sono riuscita ad andare finalmente al cinema e con mia enorme sorpresa proiettavano un film che non mi aspettavo più di trovare in sala, specie nella pessima multisala vicino casa. Quando ho visto tra i titoli disponibili Quasi amici non ho avuto la minima esitazione. Quando lessi la prima recensione, mesi orsono, mi ero fatta un’idea un po’ sbagliata: mi aspettavo un film serio, un po’ pesante, un po’ troppo impegnato. Poi ho iniziato a sentire solo pareri entusiasti che lo definivano come un film divertentissimo e mi sono davvero incuriosita. Ed ho fatto bene perché ho riso (di pancia e di testa) per quasi due ore!
SI tratta della storia di Philippe, un ricchissimo tetraplegico parigino dal passato sfortunato, e di Driss, ragazzo di origini senegalesi ma naturalizzato parigino, poco incline a lavorare e con una famiglia numerosa e problematica. L’incontro avviene quando Driss si presenta alla porta di Philippe per un lavoro come badante che in realtà non vuole davvero. Tuttavia, senza neanche rendersene conto, si trova a vivere in un sontuoso appartamento di una villa in centro a Parigi e a scarrozzare Philippe nella sua ruggente Maserati, abbandonata da tempo in favore di un furgoncino per disabili, all’insegna della ‘pragmaticità’. La vita di Philippe cambia perché da questo ragazzone viene trattato alla stregua di una persona qualsiasi, senza la minima compassione. La vita diventa squisitamente felice per entrambi.
Ho adorato questo film perché è stato in grado di trattare un argomento così delicato in maniera nient’affatto offensiva o affettata, ma con estrema ironia e, al contempo, con commovente serietà. Gli scherzi di Driss verso Philippe e le stesse battute di Philippe su se stesso ci fanno capire come guardare le persone che hanno un problema con sguardo pietoso non sempre è la maniera giusta per affrontare le situazioni ma che certe volte una sonora risata è più benefica di qualsiasi attenzione delicata.
Straordinarie le interpretazioni di François Cluzet e Omar Sy che riescono a creare una coppia comica dei mostri sacri come Jack Lemon e Walter Matthau e meravigliosa regia di Olivier Nakache, che ci cala in una Parigi insolita e meno poetica di quella di Woody Allen in Midnight in Paris, ma senz’altro più reale e sentita!


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