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Quattro al prezzo di uno: Red State, Soul Kitchen, Little Odessa, Pirati! Briganti allo strapazzo

Creato il 22 aprile 2012 da Giuseppe Armellini
Come i più attenti avranno notato quest'anno sto andando un pochino a rilento con il blog.
Tutto è un insieme di diversi fattori che non sto nemmeno a spiegare.
Il fatto è che comunque i film li sto vedendo lo stesso ma molte volte, più che il tempo, non ho quell'oretta di concentrazione per poterne scrivere come si deve.
Sono indietro anche di moltissime risposte ai vostri commenti (ma voi continuate a farli, al massimo domani recupero tutto), indice proprio di testa altrove.
Per non perdere definitivamente le impressioni di alcuni film, ecco che inauguro (e spero, non farò più) questa rubrichetta di mini recensioni. Lo farò per quei film il cui ricordo, per colpa della mancata recensione, si è un pò offuscato.
Magari per voi è pure meglio, per me no, anzi, di solito per scrivere i miei pipponi mi contengo anche...
O.k, recuperiamone 4 intanto:
RED STATE
Quattro al prezzo di uno: Red State, Soul Kitchen, Little Odessa, Pirati! Briganti allo strapazzoEcco, il film di Kevin Smith è senz'altro uno di quelli di cui avrei voluto parlare in maniera esaustiva vista l'assoluta originalità della cosa e il genere perfettamente nelle mie corde. Questa recensione saltò, a differenza delle altre, perchè persi il mio fogliettino di appunti e mi misi almeno una settimana a cercarlo...
Saranno passati 3 mesi adesso, è durissima...
Senza ombra di dubbio le potenzialità per portare a un film straordinario c'erano tutte, soprattutto per l'atmosfera di delirio religioso e l'ambientazione nella piccola chiesetta/comunità in campagna dove una specie di setta alla Charles Manson vive la propria vita sotto la magnetica presenza di Abin Cooper, un pastore completamente pazzo.
Il film prende moltissimo e ha le potenzialità per piacere a un pubblico vastissimo (dall'horror al thriller, da drammatico al grottesco) ma ha notevoli momenti di stanca e poche trovate in corso d'opera preferendo scene, come la sparatoria ad esempio, dilatate al massimo. Meraviglioso però il finale con quella sirena che suona più volte. Meraviglioso sia per lo spettatore, che per un attimo si trova d'improvviso a credere a qualcosa di davvero sorprendente, sia per il nuovo significato che quella scena regala alla pellicola. E se non fosse delirio religioso? Se non fosse pazzia o chissà quale forma di pianificata convenienza di Abin Cooper? Se quella, alterata o no, fosse davvero Fede?
E se i carnefici in realtà fossero semplici vittime?
Grande John Goodman.
E c'è Melissa Leo...
(voto 7,5)
SOUL KITCHEN
Quattro al prezzo di uno: Red State, Soul Kitchen, Little Odessa, Pirati! Briganti allo strapazzoCommedia acclamatissima dovunque, forse anche un pelino sopravvalutata.
In generale non guardo commedie ma non posso esimermi dal non dare un'occhiata a film che raccontano il fantastico mondo della gastronomia, mia passione primaria insieme allo sport (anche perchè questo è antidoto alla prima) e, ovviamente, il cinema.
Le vicende tragicomiche del greco d'America Zinos, gestore di una specie di ristorante abusivo dall'abominevole cucina, raggiungono punte di comicità assolute, specie grazie alle straordinarie interpretazioni di tutti gli ottimi protagonisti (tra i quali anche l'ottimo Bleitbreu).
In realtà il problema di Soul Kitchen è lo stesso di Red State, un fantastico ed originale spunto iniziale che piano piano comincia ad evidenziare una cronica mancanza di idee, una sceneggiatura che piano piano si stabilizza su uno status quo che non porta niente di nuovo. Rimane tutto molto gradevole e le scene da ricordare non mancano (il sesso selvaggio con l'ispettrice, tutta la sequenza dell'asta, scritta magnificamente) e c'è almeno un personaggio, quello del cuoco pazzo, veramente indimenticabile.
Praticamente ci troviamo davanti a un Ratatouille in salsa greco-turco.tedesca, il ristorante che da fallito torna in auge, che dalle stelle torna alle stalle e poi la piccola e dolce rinascita finale.
Ma il topolino rimane 2 spanne sopra.
( voto 7 )
LITTLE ODESSA
Quattro al prezzo di uno: Red State, Soul Kitchen, Little Odessa, Pirati! Briganti allo strapazzo
Questo è l'esordio alla regia di quel James Gray che ho amato moltissimo nel sottovalutatissmo Two Lovers. In realtà il mondo filmico di Gray, come carriera dimostra, è molto più vicino a questo Little Odessa, una cinica e spietata storia di sicari e legami familiari mai risolti, una vicenda pervasa sin dall'inizio da un'atmosfera fatale che, ahimè, troverà conferma nel grandioso finale.
SPOILER ! incredibile come Edward Furlong, il fratellino di American History X, abbia fatto in carriera praticamente solo due film validi, quello e questo, e in entrambi interpreta il fratello minore affascinato dal maggiore (lì nazi, qui killer) che per un macabro gioco del destino troverà la morte al posto suo.
Tutti grandi gli attori (il protagonista è Tim Roth), e splendide alcune sequenze, come le due esecuzioni, quella portata a termine in controluce e quella solo umiliante al padre, e il finale con quello sparo attraverso i panni stesi.
Ottimo cinema di genere con la pretesa, in parte riuscita, di scavare ed analizzare dei delicatissimi rapporti famigliari, quelli di una madre morente, di un padre duro ed inflessibile, di un ragazzino che ha bisogno di punti di riferimento e di un uomo che ha imparato troppo bene le leggi della giungla.
Consigliato, eccome.
(voto 7,5 )
PIRATI ! BRIGANTI DA STRAPAZZO
Quattro al prezzo di uno: Red State, Soul Kitchen, Little Odessa, Pirati! Briganti allo strapazzoVisto al cinema ovviamente.
Beh, ottima sorpresa davvero anche perchè sono praticamente entrato all'oscuro di tutto e quando ho visto che avevamo la cara e vecchia plastilina (dalla locandina non si capiva) mi sono messo subito di buonumore.
Ritmo a volte travolgente, insomma, sempre di pirati stiamo parlando, alcune gag sono davvero perfette e i personaggi molto carini (anche se nessuno geniale o indimenticabile). L'idea di mischiare una storia piratesca di ricerca del bottino con le vicende scientifiche del Prof. Charles Darwin  (cioè, è davvero uno dei protagonisti del film eh), il tutto sullo sfondo della Londra cupa e nebbiosa di metà 800, è davvero originalissima.
Qual è il problema del film? Che tutto è buono, tutto, ma niente dannatamente buono.
Incredibile poi che alcune trovate (come i viaggi in mappa o i foglietti della scimmia) vengano ripetuti così tante volte da farne perdere completamente l'effetto comico.
E il protagonista, sinceramente, non è che mi abbia conquistato.
Non vorrei perchè è doppiato da De Sica.
Malgrado tutto, consigliato anche questo.
( voto 7)

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