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“Quattro ragazzi per due papà” & “Il primo amore sei tu”

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

quattro ragazzi x due papàArticolo di Fulvia

Il tema dell’omogenitorialità, dopo essere diventata oggetto di alcuni albi per i più piccoli (pensiamo in particolare a Con tango siamo in tre, Edizioni Junior, e Perché hai due mamme?, Lo Stampatello ) fa la sua comparsa anche nei romanzi per ragazzi, per il momento provenienti dagli Stati Uniti, dove questa realtà è sicuramente più diffusa.

Usciti di recente quasi in contemporanea due titoli: Quattro ragazzi per due papà (di Dana Levy, Edt, pag 259), e Il primo amore sei tu (di Stephanie Perkins, De Agostini, pag. 352).

In entrambi i casi la natura del rapporto della coppia genitoriale non è oggetto di dibattito, né costituisce mai un problema né per i figli né per il contesto sociale in cui si collocano. Viene presentato come un semplice dato di fatto, uno dei tanti elementi che contestualizzano le vicende dei protagonisti. Una volta superata la sorpresa iniziale, il lettore accetta con tutta serenità queste famiglie diverse da quelle più canoniche.

Il romanzo pubblicato in Italia da EDT-Giralangolo (nel cui catalogo compare un altro libro coraggioso, Alex & Alex , la storia di un adolescente transgender) racconta un anno di una famiglia allegra e caotica. Jason e Tom stanno insieme da una vita e da due anni sono anche sposati. Il primo bambino, Sam, dodici anni, era il figlio di un’amica che non poteva tenerlo. Poi sono arrivati Jax, un bimbo di colore, ed Eli, biondo e esile, inseparabili nell’istituto in cui si trovavano quando avevamo poco più di un anno e che ora hanno dieci anni.
Il piccolo di casa è Jeremiah detto Frog, 6 anni: viene dall’India, paese con cui papà Jason, informatico genialoide, lavora. È arrivato quando aveva solo tre mesi ed era affetto da una malattia che necessitava di cure specifiche.
Si inizia con il primo giorno di scuola e la rituale foto di gruppo. Veniamo così a scoprire che Eli è il genio di casa e che ha deciso di andare in una scuola privata per ragazzi dotati. Sam è al primo anno delle medie e Frog inizia la scuola materna (quella che da noi dovrebbe essere la prima elementare). I Fletcher (così si definisce il nutrito gruppo familiare) sono alle prese con il nuovo vicino, il burbero signor Nelson, che non sopporta i loro schiamazzi e le incursioni nel suo giardino delle palle da calcio e da rugby.
Sono tante piccole vicende in cui li vediamo all’opera: l’uscita per il campeggio autunnale in una fattoria, la cena del Ringraziamento preparata anche dai ragazzi, il Natale che viene celebrato insieme ad altre feste religiose, perché papà Jason è ebreo e la famiglia originaria di Frog è indù. Ci sono le ricerche scolastiche da fare, il provino come portiere in prima squadra di Sam, la rottura dell’amicizia tra Jax e l’amico del cuore Henry.
Durante l’incontro con le famiglie nella scuola di Frog compare un’altra famiglia omogenitoriale, stavolta con due mamme e tre figlie.
L’anno scolastico, e così il nostro anno in compagnia dei Flecther, si conclude con il trionfo alla recita scolastica di Sam, a cui partecipa anche il signor Nelson, che nel frattempo è diventato loro amico. E un po’ ci dispiace salutarli: ci sarebbe piaciuto stare con loro anche per le vacanze estive, vedere l’evoluzione dell’amicizia di Sam con Emily e il ritorno di Eli alla scuola pubblica. E scoprire se Frog smetterà di credere al suo amico immaginario ora che ha una gattina e una tartaruga.
I personaggi sono ben delineati e le loro vicende raccontate con brio e ironia. I due papà sono anche troppo perfetti nel tenere a bada una truppa così nutrita (ci sono anche un cane e un gatto), attenti ai bisogni sia pratici che emotivi dei ragazzi. Aiutano nei compiti, si prestano a organizzare fantastiche feste di Halloween con decine di inviati, realizzano una pista di hockey in giardino, cucinano, fanno rispettare con affettuoso rigore una serie di regole senza quasi mai perdere la calma. Sono semplicemente degli ottimi genitori che stanno crescendo degli ottimi ragazzi, e tutto quello che si può dire di loro è che sono invidiabili.

Lola, la protagonista di Il primo amore sei tu, ha 17 anni e dei suoi due papà l’unica nota stonata che riconosce è che sono molto rigidi nelle regole da rispettare. E, come dice lei stessa, che siano due uomini non è particolarmente rilevante, anche perché dalle sue parti, San Francisco, non è una situazione così anomala. Uno dei due padri è il fratello della sua madre naturale, cronicamente alle prese con problemi di dipendenza e di alcol ma con cui mantiene ancora dei rapporti.
Il nucleo della vicenda è il cuore diviso in due della protagonista: tra il suo ragazzo, un musicista rock di qualche anno più grande di lei, e il suo vicino di casa di cui si era innamorata due anni prima e con cui i rapporti si era inspiegabilmente interrotti con suo grande dolore quando se ne era andato.
Un romanzo rosa ben scritto, narrato in prima persona dalla protagonista, che svela le tante sfaccettature della vita in una città mentalmente aperta come San Francisco (per esempio Lola, che ama indossare parrucche, si serve in un negozio per drug queen).

Infine in tema di omogenitorialità, anche se non si tratta specificatamente di un libro per ragazzi (per quanto ottima lettura per la cosidetta fascia “young adult”, candidato anche, nel 2014 al premio Mare di Libri), citiamo il romanzo di Melania Mazzucco, Sei come sei (Einaudi, 2013), la storia di Eva, figlia di un utero in affitto e cresciuta da due padri. Quando il padre di cui porta il cognome perché genitore naturale, muore, viene allontanata dall’altro e affidata agli zii che abitano a Milano. Passano gli anni e dopo un litigio con i compagni di classe fugge e raggiunge il padre che si è rifugiato in un casolare negli Appennini.
Il libro, di cui lo scorso anno venne consigliata la lettura in alcuni licei, era stato al centro di aspre polemiche sia per la tematica sia perché accusato di contenere descrizioni di rapporti omosessuali (quest’ultima accusa è in realtà poco fondata trattandosi, anche là dove si scende in alcuni dettagli, di pagine di buon gusto e senza alcuna morbosità nei particolari). Ma è in realtà un libro che si interroga in modo profondo sul diritto di una coppia di uomini prima, e poi del genitore rimasto, a crescere con amore una figlia.


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