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Quattrocento anni luce senza un bar (Cristiano Micucci)

Creato il 22 dicembre 2015 da Faustotazzi
Quattrocento anni luce senza un bar (Cristiano Micucci)
Guidare trasporti mercantili è uno dei lavori più infami che possa capitarvi in tutta la galassia.
Che fosse un carico a basso rischio era lampante: un mucchio di quadrupedi mugghianti non può nemmeno lontanamente competere con una lunga lista di merci, biologiche, non biologiche e dubbie, ufficialmente riconosciute come pericolose. In cima alla lista ci sono le Sfere di Palto, che ancora non si è capito se siano forme di vita, forme di energia o semplici scherzi della natura: fatto sta che a oggi non si registra neanche un solo carico del genere giunto a destinazione. Le navi che le trasportano hanno il brutto vizio di sparire nel nulla all'improvviso. Perciò, in una scala di pericolosità che va da 1 a 100, dove con 1 si indicano le suddette Sfere, il carico corrispondeva più o meno a 97. La stiva vuota, per ragioni che non sono del tutto chiare, corrisponde a 93.
Tornai regolarmente al mio lavoro di manovratore, la vita riprese il solito ritmo, andai avanti così per una settimana poi m'accorsi che qualcosa non funzionava: un senso di noia mi cresceva dentro giorno dopo giorno, il lavoro era diventato all'improvviso così ripetitivo da risultare insopportabile, era come se qualcuno avesse tirato una secchiata di vernice grigia su tutto quello che mi circondava. All'inizio non capii, mi dissi che tutti hanno alti e bassi, la risposta arrivò improvvisa. Stavo manovrando una classe Nova per prepararla alla partenza, il carico era a posto così come tutti i sistemi di bordo, non rimaneva che metterla in posizione e lasciarla al suo pilota. Mentre ero lì che ultimavo il mio lavoro alzai gli occhi oltre i comandi e vidi di fronte a me il traffico dei corridoi di lancio, e più oltre Abertiff Alfa, e ancora oltre le stelle, migliaia, di altri sistemi, e più in là, fino all'infinito, l'oscurità dello spazio. D'istinto poggiai la mano sui comandi dei motori subluce, quelli per spiccare il primo balzo, ma non li avviai. Parcheggiai la nave, scesi, augurai in bocca al lupo al pilota, andai in ufficio da Sal e gli dissi: - Hai bisogno di un pilota? - C'è sempre bisogno di un pilota.
Lo trovate qui: http://www.miomarito.it/barabba/fantascienza/l_ennesimo_libro_della_fantascienza.pdf 

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