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Quella lista di depravati nel cassetto della Bindi (di Michele Serra)

Creato il 07 giugno 2015 da Tafanus

L'Antimafia ha pronto anche un elenco di malati contagiosi. Mentre Renzi riflette sui risultati elettorali senza smettere di giocare alla playstation (Michele Serra - l'Espresso)

Renzi-playstation

Chi ci governa (e come)

Dopo la perdita della Regione Liguria, per Matteo Renzi è l'ora della riflessione. Un'attività per lui inedita, alla quale però il giovane leader si accosta con il consueto dinamismo. Per ottimizzare i tempi, ha chiesto agli uomini del suo staff se è possibile riflettere senza smettere di parlare, twittare, scrivere sms, giocare a playstation e camminare compulsivamente di qui e di là. In alternativa, ha chiesto se è possibile accorciare i tempi della riflessione saltando alcuni passaggi intermedi e arrivando subito al dunque secondo la tecnica dello "short-thinking" che spopola tra i giovani broker della City, tra i nuovi imprenditori di Silicon Valley e tra gli affetti da alcune sindromi neurologiche.
COFFERATI  - Molto diversa la situazione di Sergio Cofferati, che al contrario di Renzi è veramente di sinistra e dunque ha cominciato a riflettere verso i tre anni e non ha mai smesso. In queste ore la sua riflessione è questa: come si fa a passare in poco più di dieci anni dalla leadership della sinistra italiana, con tre milioni di persone che ti acclamano in piazza San Giovanni, al quarto posto nelle elezioni regionali della Liguria, con tre persone che ti salutano sul lungomare di Laigueglia?

Renzi-pulsantiera

ROSY BINDI - La presidente della Commissione Antimafia è molto amareggiata dalle polemiche seguite alla pubblicazione della lista degli impresentabili. L'affissione con chiodi e martello all'interno di ogni seggio elettorale, accompagnata da un araldo che, dopo i due squilli di tromba previsti dal protocollo, leggeva ad alta voce i nomi della lista a ciascuno degli elettori presenti, era perfettamente legale, spiegano persone molto vicine a Rosy Bindi: si trattava di una edizione murale del "Fatto Quotidiano" regolarmente autorizzata. È anche bene sapere - aggiungono le stesse fonti - che la scelta di selezionare i candidati impresentabili è stata una vittoria della moderazione. Le altre opzioni in campo erano rendere pubbliche anche una "lista dei depravati sessuali", una "lista dei malati contagiosi" e una "lista degli stronzi" già pronte da tempo, ma custodite nei cassetti della presidenza in attesa delle prossime elezioni.
I RENZIANI - Orfini, Guerrini, Marchini, Carlini, Fantini e Vacchini, tutti quarantenni in maniche di camicia con barba ben curata, e la Boschi, la Pezzi, la Moffi, la Vinci, la Trebbi e la Pozzi, tutte trentacinquenni avvenenti e molto determinate, costituiscono lo stato maggiore renziano. Fino ad oggi la parte più rilevante del loro lavoro è stata farsi riconoscere dal leader, che ogni giorno, aiutato da un fisionomista, ripassa i nomi e li associa alle fotografie. Ora si passerà finalmente alla fase due, che prevede che a ciascuno di loro venga spiegato qual è il loro lavoro. Molto dura, dopo le regionali, la polemica con lo stato maggiore grillino, Di Maio, Di Lierna, Di Ponzio, Di Muzzio, Di Fiasco e Di Fierro, tutti trentottenni di Avellino, ex antennisti (con l'eccezione di Di Fierro, che è di Avezzano ed è un ex riparatore di computer), che accusano i renziani di omologazione culturale.
LA SINISTRA - Perdere con la faccia mesta, la barba sfatta, la camicia stazzonata, l'espressione sfigata, dunque restando coerenti alla propria storia, oppure vincere con il filo di perle, alleandosi con l'Associazione Banchieri e il Whist Club e candidando almeno un paio di notabili profittatori? Il dilemma è stato risolto brillantemente dalla candidata della sinistra in Veneto, Alessandra Moretti, che ha saputo coniugare le due linee fin qui contrapposte grazie a una sintesi formidabile: perdere con il filo di perle.
DE LUCA - Come sempre ben calibrata e piena di fair-play la lettura di De Luca del proprio successo elettorale: «Ho vinto perché tutti gli altri sono una massa di cretini e di cornuti». Quanto al problema della legge Severino, che gli impedirebbe di governare la Regione Campania, De Luca ha già previsto prima delle elezioni di ricorrere al classico espediente degli allenatori squalificati: durante le sedute del Consiglio regionale, seduto al bar di fronte, spiegherà al presidente facente funzione, parlandogli al cellulare, che cosa deve dire e che cosa deve fare. Lo scioglimento della nuova assemblea regionale è previsto solo nel caso che al facente funzione cada il telefonino.

Michele Serra

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