Il mio ricordo di Camillo va indietro nel tempo quando, certe sere d’estate, allora sedicenni, stanchi e annoiati della nostra serata dietro le mura, con Francesco si finiva spessissimo nella cucina di Palazzo Cruciani a titillarci di pane e salame. E quante volte si univa a noi Camillo coi suoi racconti o solo con la sua presenza sempre discreta e sempre gradita. Certe sere ci apriva il cassettone del comò dove teneva la sua collezione di film, ne sceglievamo uno e ce lo guardavamo insieme.
Camillo l’ho incontrato molte volte, avevo un ottimo rapporto con lui e ci parlavo spesso, ma il ricordo più bello che ho è questo: un uomo distinto, raffinato nella sua umiltà da vero signore, di cultura, stimato e rispettato che passa la sua serata con dei ragazzini e un po’ torna ragazzino anche lui.
Mancherai a Montegranaro, Camillo, e mancherai a me.
Luca Craia