Magazine Attualità

"Quello che ho visto a Lampedusa" - Io e Amnesty International

Creato il 01 ottobre 2011 da Scioui

Dopo aver incontrato il direttore di RAI3 Paolo Ruffini ho seguito il laboratorio di Amnesty International. Tra il 24 e il 30 luglio 2011 Amnesty International ha effettuato un campeggio a Lampedusa per studiare un po' la situazione dei migranti.
L'incontro inizia con l'esposizione di un principio fondamentale:a prescindere dalle condizioni,chi parte è pur sempre un essere umano. Lampedusa è la salvezza, raggiungerla è un miracolo. Il Mediterraneo è pericolosissimo. Molti sono morti(durante la Marcia della Pace Amnesty International,per ricordare i 1500 morti di quest'anno ha distribuito delle maschere con un numero tra 1 e 1500).
Una ragazza magra,di altezza media,fa una breve descrizione di Lampedusa. E' un'isola povera di risorse naturali ma, collega l'Unione Europea all'Africa. Parla poi dell'associazione di cui è membra: <<Amnesty la si capisce solo se si è in un Paese povero>>.
Ecco iniziare ora la prima di una serie di testimonianze di chi è giunto in Italia via mare:6 giorni in mare,l'acqua salata era l'unico modo per dissetarsi,la barca era poverissima. Il mare era in tempesta. L'intervento della guardia costiera ha evitato il peggio. Approdati,hanno ricevuto cibo,vestiti.... Mia personale opinione: forse un cuore noi italiani ancora l'abbiamo,ai piani alti qualcuno li avrebbe lasciati al loro destino.
Ra storia non ci permette di essere cattivi. L'Italia ha vissuto periodi di intensissima emigrazione,soprattutto verso l'America. Ma, Amnesty non torna molto indietro. Decide di prendere una fotografia del 1991. L'8 agosto di quell'anno, 18.000 persone approdano in Puglia in un solo giorno. Sono le <<aquile>> albanesi. Allora non si parlò d'invasione. Ma,più ci avviciniamo ai giorni nostri,più il quadro peggiora. Nel luglio 2004 la Cap Anamur chiede di sbarcare gli immigrati in acque italiane. Il permesso viene negato. 3 settimane dopo il capitano li sbarca comunque. Subì un processo,l'alternativa era lasciar morire quei poveretti. Anomalie italiane. Non è finita. Nel luglio 2005 a Lampedusa vengono chiusi i centri di accoglienza e si effettuano espulsioni collettive. Intanto un giornalista si finge naufrago e studia la vera situazione del centro. Ancora,nel febbraio 2009 il governo decide di bloccare le persone su Lampedusa per controlli. Ovviamente il centro scoppia,ne nascono incendi di protesta.
Con il passare degli anni l'Italia ha accresciuto la propria paura verso gli extra-comunitari,soprattutto coloro provenienti dal Nord Africa tramite barconi scassati. Gli eventi elencati sono solo una parte di ciò che l'Italia ha fatto per scacciare tale paura. Tra il 1999 e il 2011 l'ora bombardato Gheddafi torna a parlare con il nostro Paese. Lo testimoniano foto con i vari premier succedutisi in quest'ultimo ventennio(D'Alema,Dini,Prodi,Berlusconi...) . L'Italia si dimentica insomma dei diritti umani.
Amnesty (purtroppo) non si ferma. C'è ancora dell'altro. Tra il 2009 e il 2010 il governo si pone l'obiettivo di bloccare l'immigrazione, respingendo coloro che giungono a Lampedusa. D'ora in avanti all'arrivo,o si va al C.I.E.(Centro Identificazione ed Espulsione) o a Lampedusa.
Dato del 2011: il numero degli immigrati sbarcati a Lampedusa supera il numero degli abitanti. Quale è stata la loro reazione? Molti hanno risposto con la paura,altri no. La verità è comunque questa: i lampedusani vorrebbero aiutare. Per salvare le persone però, paradossalmente, serve un ordine dall'alto. Inoltre, Lampedusa non è mai stata indipendente. Non è mai stata aiutata abbastanza. Non ha neanche un ospedale. E' trattata come se fosse l'unico centro di accoglienza in Italia,e questo non è vero. Aggiungo un'altra mia personalissima opinione:negli ultimi tempi è stata anche oggetto di propaganda. Chi non ricorda le promesse di rilancio turistico(ridottesi a un semplice spot televisivo) e alla candidatura dell'isola al premio Nobel per la pace? Eravamo all'inizio dell'estate. Il turismo nell'isola è calato del 50% in 3 mesi.
Proseguiamo con l'incontro.
Una donna racconta la sua esperienza in mare. Ha attraversato il Mediterraneo con la sorella minore e la figlia dalla Libia.:<<Il mare è stato molto pericoloso,a nessuno auguro tale esperienza>>. Una traversata difficile, ulteriormente complicata dalla sicurezza maltese che aveva intercettato la loro barca e stava per rispedirle indietro. L'intervento degli italiani li ha salvati (<<una mano dal cielo>>). Sono così sbarcate in Sicilia. Dopo 3 giorni senza acqua,cibo e aiuto medico hanno ricevuto un grande aiuto sanitario dai nostri connazionali. Ciò però non ha evitato che alla figlia venisse il ciclo mestruale all'età di 10 anni causa il grande spavento che ha vissuto. La famiglia non è giunta intera in Italia. Il figlio di chi sta raccontando è morto in una esplosione in Libia.
Le primavere arabe non hanno cambiato affatto l'atteggiamento del governo. Adesso, si respingeranno anche coloro che verranno dalla Tunisia. Anziché dare risposte umanitarie l'Italia continua a dare risposte di panico.
Un ragazzo dell'associazione A.I. racconta che, causa un errore di direzione durante la guida, anziché ritrovarsi a manifestare per il C.I.E si sono ritrovati (eludendo incredibilmente i controlli) dinanzi all'ingresso del Centro di Identificazione ed Espulsione. Occasione ghiotta per poterlo un poco “esplorare”. Peccato però che un militare si accorge di loro e li caccia subito. Alla fine, il membro di Amnesty International può solo dire le seguenti parole : <<il C.I.E è l'ex C.P.T.(Centro Permanenza Temporanea),possono entrarvi solo poche persone ed associazioni (Es.: Save the Children). Dall'esterno è un carcere super controllato. Vi vanno le persone accompagnate dagli adulti ed i minori accompagnati dai genitori. Vi si dovrebbe identificare chi può godere del diritto d'asilo. Spesso però i naufraghi di ciò non vengono informati>>. Quindi,l'espulsione è sicura nel 99% dei casi.
Ora la parola passa ad un migrante giunto dalla Nigeria. Egli ha lasciato il Paese per problemi territoriali. Giunge in Libia ma,in primavera scoppia la rivoluzione. Con la moglie( in cinta) decide quindi di lasciare la Libia. Salgono su una barca di 16 metri e con 600 persone a bordo. In mare perdono la rotta. Privi di cibo,la barca si blocca in mezzo al mare causa la scarsità di vento. E sono a 1000 miglia da Lampedusa. I soccorsi sono ancora una volta una mano dal cielo. Grazie a loro raggiungono l'isola. Dopo una temporanea perdita di memoria il marito viene a sapere che la sua dolce metà sta per partorire in Sicilia.
Anche da loro ne esce un giudizio di noi italiani molto positivo. Hanno deciso di vivere in pace nella penisola.
Avrei voluto parlare anche di “Base Loran” ma un piccolo mancamento mi ha impedito di prendere appunti.
Concludo raccontando un piccolo fatto:un mio amico disse più o meno così: <<fosse per me,per quelli che vengono con i barconi darei i mitra alla marina>>. E pensare che una volta sui barconi c'eravamo noi.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :