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Quello che il renzismo non dice (111) – Girl Power. Partita May – Mogherini 1 – 0. Sulle lezioni di leadership della Gran Bretagna di Cameron al renzismo, sulla beffa militare afgana e sul caso Marò.

Creato il 14 maggio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
greenlanddi Rina Brundu. Immaginiamo per un momento il seguente scenario distopico. Colpo di Stato in Groenlandia: il potere viene preso da un dittatore straniero e sanguinario che odia i locali. La conseguente politica di epurazione fa si che gli abitanti si riversino a milioni nei porti  più a sud, pronti a tutto pur di salire sulle imbarcazioni di fortuna che li traghetterebbero verso le coste occidentali irlandesi e scozzesi. Secondo voi che farebbe la Gran Bretagna di Cameron? Andrebbe elemosinando l’aiuto degli altri paesi europei affinché diano una mano con l’asilo da offrire ai rifugiati? Promuoverebbe una politica “The more the merrier”, cioè venite pure o aspettate lì che andiamo a prendervi, più siamo meglio è? Permetterebbe alle navi italiche, greche, spagnole di scorazzare indisturbate nel mare del Nord a maggior detrimento dei suoi interessi nazionali? Ne dubito.

Scenari distopici appunto, almeno a queste latitudini, ma, a leggere i dettagli delle ultime proposte dell’Alto Commissario UE Federica Mogherini in materia di emigrazione dal Nord Africa, il corrente status-quo nel Mar Mediterraneo, per inciso quello che un tempo si chiamava Mare Nostrum. Naturalmente si era detto da tempo che al signor Rossi irlandese, inglese, danese, etc, poco importa delle “legittime” recriminazioni renziane sul destino dei profughi in arrivo in Italia, ma mercé il sostanziale “cordone-sanitario” imposto dalla Stampa schierata nostrana è difficile che l’amara verità arrivi al cittadino italico qualunque. Di fatto è quasi impossibile che l’informazione trapeli, almeno fino al momento in cui la corda non viene tirata un pò troppo e come è accaduto con il recente scontro tra la renziana Federica Mogherini e la signora Theresa May, Segretario di Stato britannico per gli Affari Interni, il rimbrotto arriva infine puntuale e condivisibilissimo: la proposta di quote di migranti da assegnarsi ai diversi paesi UE senza alcun intervento in Libia non fa che favorire l’immigrazione. Ripeto: come non essere d’accordo? Di sicuro si sono detti d’accordo gli irlandesi e i danesi, con diversi altri paesi pronti a sfilarsi dagli “obblighi” comunitari contratti per loro da terzi non-autorizzati.

Come spesso avviene oltre al danno non è mancata la beffa. Dando prova di grande capacità operativa nonché di un senso di sadica leadership internazionale difficile da ignorare, una nave della marina britannica scorazzante nei nostri mari ha testé salvato centinaia di profughi che adesso scaricherà direttamente nei nostri centri di accoglienza, come a dire “E adesso arragiantevi! Fermo restando che siamo sempre qui se deciderete di fare le cose seriamente e di intervenire in Libia”. Tutto qui in materia di beffe e di capacità epidermica di leadership? Magari! Purtroppo è delle ultime ore anche la notizia di un terribile attentato talebano in Afganistan dove tra l’altro hanno perso la vita un nostro connazionale e la sua compagna. Dalle notizie che trapelano sembrerebbe che la vittima designata fosse l’ambasciatore indiano. Si, di quell’India che da tempo tiene in ostaggio due nostril soldati. Consequentia-rerum è stata la richiesta americana all’Italia di prolungare l’impegno militare in quel paese. Domanda: abbiamo profittato della situazione per mercanteggiare una rapida soluzione del caso Marò? Again, ne dubito.

Certo – mentre il nostro Premier trendy è impegnato ad imitare il maestro Perboni con gessetto e lavagna, la classe politica è occupata ad eternarsi durante le prossime elezioni regionali e i giornali di regime a coprire il malfatto – sarebbero diverse altre le notizie che si potrebbero riportare a maggior disdoro della nostra nazione. Sta di fatto che se non siamo renziani restiamo italiani e abbiamo il dovere di difendere la dignità di questa nostra terra politicamente allo sbando e senza riferimenti dirigenziali validi; e abbiamo il dovere di farlo anche se la libera scelta dei nostri rappresentanti è stata in qualche modo inficiata dalle catene “bloccanti” imposte dall’Italicum. Diceva Paul Brulat “Il cuore dell’uomo è come il vestito del povero; è dove è stato rammendato più volte che è più forte”. Speriamo valga anche per il destino politico-amministrativo di questo nostro bellissimo Paese.


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