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Questione di pelle

Da Mr
L'attacco fulminante di orticaria, derivante dall'allergia ad un farmaco, che l'altra notte ha colpito MR ha un precedente. Anche tanti anni fa, quando il fidanzato di allora tentò di costringerla a vivere con lui, MR si riempì improvvisamente di bolle, vescicole, macule e papule. Riuscì in tempo a fuggire dalla catastrofica eventualità di una vita a due con un allergene, per sempre sotto lo stesso tetto, deturpata da un'eruzione cutanea che la investì - lasciando libere faccia e lingua - solo dai piedi fino al collo. Faccia e lingua, intatte, le furono d'aiuto per una recriminazione a viso aperto e a parlantina sciolta e violenta contro il responsabile della debordante e straripante istamina. Ma l'antico fidanzato, della cagionevolezza cutanea di MR, è colpevole fino ad un certo punto. Il vero artefice di tanta sensibilità epidermica è papà E. L'ereditarietà del quale verso la figlia (e che la figlia avrebbe preferito) non ha compreso lasciti di abilità, inclinazione, sorte amica, mazzo che dir si voglia nel gioco; né attitudine, perizia, facilità strategica, spontanea astuzia, furboneria nella vita; per non parlare del metabolismo basale che gli permette di sterminare lo sterminabile, commestibilmente parlando, senza ingrassare di un etto. No, MR dal corredo cromosomico, dal genoma di papà E, ha ereditato la fragilità della pelle. La settimana scorsa papà E è stato ricoverato d'urgenza in un istituto di dermatologia romano.
Dopo due giorni di cure intensive, ha trascorso il suo tempo facendo lunghe passeggiate dentro e fuori dall'ospedale, con il suo compagno di stanza. Li hanno autorizzati ad arrivare fino al cancello, vietando loro di oltrepassarlo, anche perché l'uno indossava un pigiama di carta e l'altro si accompagnava con l'asta porta flebo, compresa la flebo. Papà E, in ospedale, dentro, ha conosciuto una donna; si tratta di una dottoressa che lo ha preso molto a ben volere e che per questo lui, a sua volta, ha preso molto a ben volere. "È una pendolare che viene da Firenze tutti i giorni... le ho parlato di te, le ho detto che vivi nella sua città e lei era contenta per questo! È proprio forte!" 
Al "È proprio forte?!?" sottolineato da una MR urticata, papà E ha risposto sulla difensiva "Che te cride ca so' ne rattuse!? (Per chi mi hai preso, per un molesto figuro?)
In cinque giorni papà E è stato nutrito come un uccellino. Aveva molta fame e per qualche istante è stato colto dalla tentazione di oltrepassare il cancello per infilare un ristorante, ma il buonsenso e l'indecoroso fastidio dovuto ad un pigiama di carta hanno prevalso. Reidratato a dovere papà E è stato dimesso. Oggi con MR ha avuto una fitta conversazione telefonica dalla quale è stato tratto liberamente questo post.


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