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Questione di sicurezza.

Creato il 30 maggio 2011 da Dreamblog @Dreamblog

Parlare di viaggi e crociere molto spesso significa approdare in una dimensione felice, per il fisico e la mente, in cui dimenticarsi dei problemi quotidiani lasciati a terra è una delle prime naturali conseguenze.

A volte però, purtroppo, lo sbarco dalla dimensione parallela risulta brusco e doloroso, per chi lo vive innanzitutto, ma anche per chi, come tutti noi, ama quel mondo e non si aspetterebbe, dallo stesso, altro che svago e leggerezza.

Il recente episodio di violenza accaduto a Napoli, lo scorso 18 maggio, ai danni di Antonio Oscar Mendoza, crocierista 67enne di origini portoricane, sbarcato, insieme alla moglie, nella città partenopea e gravemente aggredito su via Marina da due giovani in motorino che gli si erano avvicinati nel tentativo di strappargli il Rolex dal polso, rappresenta certamente uno di quei bruschi momenti.

 

Perché parlarne nell’ambito del Dream Blog? L’intento non è quello di mettere l’accento su un simile fatto di cronaca nera solo perché accaduto ad un crocierista: non per questo infatti va considerato più grave di una qualsiasi altra fattispecie.

Il contesto specifico del caso, però, ha fatto sì che questo evento si sia svolto su una sorta di palcoscenico internazionale, facendo, come prima conseguenza naturale, accendere i riflettori sul grave problema della sicurezza in molte città d’Italia (e non solo). 

Ma torniamo all’evento.

Questione di sicurezza.

Il crocierista, che viaggiava a bordo della Celebrity Solstice, del Gruppo Celebrity Cruises, e che in seguito alla caduta dovuta all’aggressione aveva riportato un grave trauma cranico, per il quale era stato operato nel tentativo di eliminare il vasto ematoma, non ce l’ha fatta.

Le indagini della polizia, nonostante la presenza di diverse telecamere in zona, al momento non hanno portato a nulla di concreto. I rapinatori hanno agito a volto coperto e la targa del ciclomotore è risultata solo parzialmente visibile: del nastro adesivo applicato sopra ne ha impedito infatti la rilevazione.

Una prima immediata reazione era arrivata dalla Compagnia di crociera, lo stesso giorno dell’incidente. Non solo Celebrity Cruises, ma l’intero Gruppo Royal Caribbean aveva, per mezzo di un fax, inviato una comunicazione diretta a Nicola Coccia, Presidente del Terminal Napoli S.p.A., in cui annunciava la cancellazione dello scalo per tutte le sue navi.
La sicurezza e il benessere dei nostri ospiti e del nostro equipaggio sono sempre la nostra priorità”, dichiarava la Compagnia.

Questione di sicurezza.

Forte reazione anche da parte della stessa città di Napoli. Oggi, lunedì 30 maggio, è prevista la serrata generale dei commercianti, dalle 8 alle 14, in tutto il centro storico.

Un volantino listato a lutto, si apprende dalle pagine di cronaca locale del quotidiano La Repubblica, è stato affisso in via San Gregorio Armeno e nei Decumani: "La città sana e produttiva è vicina al dolore dei familiari del turista americano", scrive l’associazione "Corpo di Napoli".
Parole di dolore e di rabbia: "Questi assassini stanno uccidendo anche Napoli. La criminalità ammazza non solo le persone ma anche lo sviluppo della città costringendo i nostri figli a un futuro senza speranza – si legge ancora – Dobbiamo tutti emarginare queste "bestie" per isolarli nelle loro colpe".
"Siamo tutti Antonio Oscar Mendoza", sostiene l’associazione e chiede: "Il Comune proclami il lutto cittadino e la Chiesa, alle 12, faccia suonare le campane a lutto".

Con lo stesso spirito e prospettiva è in seguito giunto anche il ripensamento del Gruppo crocieristico. "Non cancelleremo lo scalo di Napoli". “Stiamo lavorando a stretto contatto con gli ufficiali governativi e con le forze dell’ ordine, che stanno prendendo iniziative per garantire la sicurezza di tutti a Napoli, inclusi i visitatori”.
La compagnia ha anche espresso le “più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici di Mendoza”, “a loro vanno i nostri pensieri e il nostro supporto”, sottolineano.

"Ma ora dobbiamo anche risolvere e velocemente le nostre emergenze per rimanere credibili", prosegue in una successiva dichiarazione Coccia, Presidente del Terminal di Napoli, che punta all’istituzione di due tavoli, uno con la Prefettura, le forze dell’ordine e i commercianti per la sicurezza e uno con la Regione, l’Autorità portuale e quella marittima, per le strutture.

"In qualità di socio del Terminal Napoli", infatti, il gruppo Royal Caribbean chiede di "sedere urgentemente a un tavolo con le istituzioni locali per identificare le soluzioni più efficaci a garantire la sicurezza e le migliori infrastrutture per i crocieristi".

 

Si, maggiore sicurezza. Perché l’episodio accaduto ad Antonio Oscar Mendoza coinvolge inevitabilmente tutti noi. Come viaggiatori ma anche, ed anzi soprattutto, come cittadini di quella sana e produttiva comunità, i cui confini non ricomprendono solo la città di Napoli ma vanno invece oltre le cartine geografiche ed i limiti territoriali in esse indicati.
Comunità che non riconosce, e non è disposta a farlo, episodi di simile violenza.
E che è vicina, oggi, al dolore dei familiari del turista americano.

 


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