No, onorevoli colleghi e colleghe, questo Padre Pio non ce lo doveva fare ! Abbiamo fatto di tutto col Vaticano per portarlo a Roma, è costato ai contribuenti anche uno sproposito e, poi, questo è il ringraziamento? La salma è un po’ carogna e, diciamolo, esce fuori dall’imbalsamato.
Ovvio che molti di noi speravano in qualche miracolo propagandistico e strappalacrime, ma miracoletti, cose leggere, che ne so: qualche cieco che riacquistava la vista, un muto che di punto in bianco iniziava a parlare, bastava solo che non fosse iscritto a un partito per rispondere alle domande dei giudici, al massimo la Cirinnà che si faceva suora di clausura, ma questo no … questo non ce lo doveva fare.
Tutto è cominciato tra le mura vaticane: arriva la teca e la sera stessa Monsignor Bertone si addormenta nella sua stanza da letto che confina a sud con la Tenuta di Al Bano per svegliarsi l’indomani in una tenda di profughi schiavizzati a Rosarno. Dovevamo capire tutto! Invece no. Abbiamo pensato con troppa leggerezza che fosse un problema loro, dei preti, e facendo così abbiamo preso il “reliquione” sottogamba.
Pietro Vanessi, 100,000 euro per portare Padre Pio al Giubileo. Clicca per ingrandire
Ora, signori miei, salma e sangue freddo! Riepiloghiamo i fatti. Dopo il notturno e inspiegabile cambio di domicilio del cardinale, altri terribili cose sono accadute. All’inizio eventi controllabili e di poco conto: elettori del PD che cominciavano a capire, Adinolfi fulminato di botto a via Damasco mentre usciva da un bar. Meschino … è ancora lì, a pancia in su e con una frappa in mano, nessuno lo vuole rigirare … fa una tristezza. Ora per tornare su via Efeso dobbiamo sciropparci tutto il traffico della Ostiense.
Ma un bel giorno, dopo che tra i grillini Di Battista iniziò a parlare simultaneamente ben sei lingue morte, il grande botto: Renzi, durante una conferenza stampa, non riuscì a finire una semplice frase: “Expo’ è stato un succ” …, e da allora, ogniqualvolta si appresta a dire una cazzata, viene colto da una fulminante dissenteria. E’ una vera e propria catastrofe, una tragedia. Appena apre bocca è un inferno e non abbiamo idea di chi possa prendere il suo posto. Ci costa pure un botto in pannoloni da quando abbiamo transennato i bagni di Palazzo Chigi.
Anche Alfano, dopo essersi guardato allo specchio, si è fatto prendere da una rovinosa crisi di coscienza: preso da un raptus ha rassegnato le dimissioni a Mattarella e da quel giorno vaga senza meta nei palazzi gridando: “Non so fare un cazzo, non so fare un cazzo”.
In un primo momento aveva preso in mano la situazione Verdini, ma anche lui non è sfuggito all’influsso del santo frate … subito dopo aver pagato i cinesi delle primarie di Milano si è spontaneamente consegnato alle forze dell’ordine. “Ogni plomessa è debito” sono state le sue ultime parole in pubblico.
Non sappiamo che fare. Siamo arrivati alla frutta marcia! Pensiamo addirittura di costituire il primo governo Razzi; ma anche qui c’è un intoppo, quello ora parla solo coreano! Abbiamo chiamato un interprete madrelingua ma anche lui non ci capisce una beneamata mazza. Il suo abbruzzo-coreano è un mistero così come lo era il suo italiano.
Voi ora mi chiederete: “e Salvini? Perché non abbiamo chiesto a lui?” Signori miei, mi duole dovervi comunicare che Salvini è irrintracciabile. L’ultima volta è stato visto su una carretta del mare piena di poveri disperati nel canale di Sicilia, tutto scuro in viso mentre chiedeva aiuto in maghrebino stretto.
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Vignetta di Pietro Vanessi