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Qui bunga bunga ferit, bunga bunga perit - Il Fatto della Settimana

Creato il 10 maggio 2012 da Matteviola90
Qui bunga bunga ferit, bunga bunga perit - Il Fatto della SettimanaOggi 10 maggio 2012 siamo già alla quattordicesima puntata del Fatto della Settimana. Il protagonista sarà Silvio Berlusconi. Ecco video + articolo del Fatto.

Ecco l'articolo:
Nel Fatto della Settimana di oggi, voglio fare il punto della situazione e un riassuntino sul Rubygate, visto che il Repubblica.it continua a pubblicare nuove intercettazioni. Ricordo che Berlusconi, nel Processo Ruby, è imputato per concussione e prostituzione minorile. Concussione per aver telefonato alla Questura di Milano, da Parigi, per intimare agli agenti di lasciar libera Ruby, prostituzione minorile per aver usufruito delle prestazioni sessuali della ragazza pagando in denaro.

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Figurina Dunga Bunga Berlusconi

La caratteristica principale di questo processo, che a dire il vero è tipica di tutti i processi nei quali è imputato il Nano di Arcore, è che ogni giorno viene fuori qualcosa di nuovo. B. e i suoi legali dicono una cosa e il giorno dopo vengono smentiti dai/dalle testimoni o dalle intercettazioni. Oppure a volte non servono neanche le testimonianze e le intercettazioni stesse: il Caimano riesce spesso a smentirsi da solo. È un caso umano incredibile. Con poche parole riesce sempre a far crollare la versione precedente. Lasciatelo parlare a ruota libera e in un NANOsecondo distrugge tutto quello che insieme ai suoi avvocati ha costruito nel corso di mesi e mesi. Le versioni enunciate dallo Psiconano, dall'inizio dell'indagine ad ora, sono innumerevoli. Vi cito le più essenziali e vi propongo un giochino: trovate le contrapposizioni. 1- “Se avessi saputo che era marocchina e se non fosse stata lei stessa a vantare la parentela con Mubarak è ovvio che mai avrei accennato a tale particolare proprio mentre era in corso l'identificazione da parte della polizia. Nessuna pressione, nessuna richiesta, nessuna volontà di incidere sulle decisioni della polizia (non è da lui voler incidere sulle decisioni dei poteri terzi, ndr). Si è trattato solo di un gesto caritatevole nei confronti di una ragazza che dicevano essere in grande difficoltà” (15 gennaio 2011); 2- “Questa ragazza ha dichiarato agli avvocati e mille volte a tutti i giornali italiani e stranieri che mai e poi mai ha avuto rapporti sessuali con me e che si era presentata, creduta da tutti come risulta da numerosissime testimonianze, come una egiziana ventiquattrenne. Inoltre sia lei sia il suo avvocato hanno radicalmente smentito di aver richiesto o ricevuto offerte di denaro [...] ” (19 gennaio 2011); 3- “ Ruby è una pazza, una visionaria; le sue fantasie non hanno limiti […] Volete sapere l'ultima assurdità? Alle feste di Arcore avrebbe visto anche Belen, la Carfagna e la Gelmini. Tutte e tre nude... È assurdo, vergognoso. […] Ruby è una pazza e un magistrato con un minimo di coscienza e di buona fede l'avrebbe dovuta immediatamente fermare e denunciare per calunnie. Invece... […] Ho chiamato perché ho pensato davvero che fosse la nipote dell'ex presidente egiziano. Ero in buona fede. Pensate che quando l'ho incontrato a Roma gli ho detto: 'Sai conosco...' e lui 'Ah sì, la cantante che vive a Roma...'. Solo lì allora ho capito il terribile equivoco” (26 febbraio 2011); 4- “ Le ho dato dei soldi per evitare che si prostituisse. Le avevo dato la possibilità di entrare in un centro estetico con un'amica, che lei avrebbe potuto realizzare se portava un laser per la depilazioni, per un importo che a me sembrava di 45.000 €. Invece lei ha dichiarato 60.000 € e io ho dato l'incarico di darle questi soldi per sottrarla a qualunque necessità, per non costringerla a fare la prostituta e portarla anzi nella direzione contraria” (12 aprile 2011); 5- “Pensate, mi si accusa di aver costretto o indotto il dirigente della questura ad intervenire sul fermo di questa ragazza, di Ruby. (cita l'interrogatorio del funzionario della Questura, ndr) Ma vi pare che questa possa essere considerata una telefonata di minaccia? Tutto ciò è assolutamente ridicolo. (poi cita l'interrogatorio di Ruby; pochi giorni dopo si scoprirà che Ruby abbia dichiarato il falso, ndr) Ecco perché vorrei fare il processo subito, con queste prove inconfutabili, ma con giudici super partes e non con pm che vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica. […]Non c'è stata nessuna concussione, non c'è stata nessuna induzione alla prostituzione, meno che meno di minorenni. Non c'è stato nulla di cui mi debba vergognare.” (17 ottobre 2011); 6- “Le cose che succedevano a casa mia, l'ho già detto, erano molto semplici: cene, ripeto, assolutamente eleganti. […] Si era stabilita un'atmosfera di simpatia, di gioiosità, di divertimento...per esempio il fatto che, come ho visto, è venuto fuori, che da alcuni accenni di queste prime 'cosiddette' testimoni, che hanno detto che si travestivano da poliziotte...è vero, facevamo della gare di, come si chiama...burlesque” (21 aprile 2012).
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Intanto mentre “Berlusconesque” delirava, enunciando le sue mille versioni sul caso Ruby, Ghedini cercava di rimediare i danni combinati dal suo assistito. Certe dichiarazioni di Mortimel, al secolo Niccolò Ghedini, rimarranno nella storia. Ogni tanto l'avvocato padovano se ne esce con qualche dichiarazione delle sue. Di queste, vi cito le più memorabili: una volta disse che B., secondo la versione fornita da Ruby (a cui Ghedini non credeva però), era l'“utilizzatore finale” della ragazza...ovviamente utilizzatore finale è un sinonimo elegante della parola puttaniere. Un'altra volta invece disse che il Caimano non aveva bisogno di pagare le Olgettine, o meglio le Orgettine, perché poteva permettersene “ingenti quantitativi gratis”...ingenti quantitativi! Chissà cosa ne avrebbe pensato Emmeline Punkhurst se avessero usato l'espressione “ingenti quantitativi” riferendosi alle donne che lei difendeva e guidava verso l'emancipazione. Per l'amor di Dio, non credo che la Suffragetta avrebbe difeso modi e modelli delle donne che circondavano B.: sono convinto che anche lei le avrebbe chiamate mignotte e non “escort”. Però parlando di donne come si fa ad usare un'espressione del genere?
Grazie alle intercettazioni che continuano ad uscire, si scoprono sempre maggiori particolari, oltre a quelli già conosciuti. Queste dovrebbero chiarire anche le idee dei “disturbati” che continuano a considerare il Rubygate un caso di gossip. Il gossip non c'entra niente. Questo è una storia politica, che, in qualsiasi Paese normale, avrebbe fatto sparire politico, mignotte e leccaculi dalle Istituzioni. Le intercettazioni dimostrano che B., a differenza di quanto diceva, non passava ventiquattro ore al giorno a risolvere i problemi dell'Italia governando, ma pensava diciotto ore a fottere e toccare culi/tette, e le restanti sei a coprire i casini che combinava. Chiamava Ruby e le diceva che se fosse passata pazza davanti ai giudici, lui l'avrebbe ricoperta d'oro. Il tutto mentre l'Italia veniva inghiottita dalla crisi. B. è un po' il Nerone degli anni duemila: mentre l'Italia “bruciava”, lui non faceva niente per spegnere l'“incendio”. Solo che a differenza di Nerone, lui non suonava la cetra, ma fotteva...ma quanto fotteva Pompetta? Quanta “energia”, quanta “passione”...avrebbe fatto senz'altro più bella figura e meno danni se fosse stato scelto da Tinto Brass per un suo film, anziché dagli italiani (mediante libere elezioni) per Palazzo Chigi.
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Ma oltre a B., una figura che oscilla tra l'imbarazzato e l'imbarazzante l'hanno fatta anche i suoi cortigiani. Scoppiato il caso Ruby infatti, i vari Cortigiani, mediante televisioni o giornali, iniziarono la loro campagna contro i giornalisti “gossippari”, “moralisti”, giacobini, bolscevichi e, perché no, collusi con Al Qaeda e il Mossad. C'era in particolare un Ciccione, e purtroppo c'è ancora ed occupa indegnamente la spazio tv che fu di Enzo Biagi, che nei primi giorni del Rubygate, tutto sudato ai limiti dell'unto gridava davanti alle telecamere “Guai a chiamare mignotte le ragazze dell'Olgettina, non vi permettete”. Poi uscirono nuove informazioni: la Minetti aveva prelevato Ruby dalla Questura e l'aveva messa in casa della Conceicao, professione “escort” a sua insaputa...per non farla prostituire l'ha messa nelle mani di una prostituta. Un modo estremamente singolare e brevettabile per togliere le ragazze dal marciapiede; poi dalle indagini si scoprì che sempre Michelle Conceicao, nella rubrica telefonica dell'iphone, accanto al nome Ruby, aveva scritto l'aggettivo TROIA; infine vennero fuori le prime intercettazioni: in una di queste una Orgettina diceva all'altra “Certo che noi siamo proprio zoccole dentro”. Allora Ferrara dovette cambiare versione e sempre sbraitando e urlando ritrattò: “Tutti moralisti adesso. Tutti puritani. Chi non è mai andato con una minorenne?”. Proprio lui, che aveva creato il partito “Aborto? No, grazie”, abbandona lo status di puritano per diventare tutto di un colpo libertino. Poi il reato non è andare con una minorenne, ma andare con una prostituta minorenne e pagarla. Il “bello” è continuano a mandarlo in onda mentre gli ascolti cadono a picco e i costi per la trasmissione sono altissimi: per esempio la Rai ha dovuto acquistare delle “telecamere speciali” per inquadrarlo per intero. Le telecamere normali non hanno abbastanza raggio d'azione per inquadrarlo tutto...è troppo largo. Ironia a parte, a fare compagnia al cortigian Ferrara, c'era un altro dipendente del Servizio Pubblico: il corigian' Minzolini, ex direttore del Tg1, che non fece mai pronunciare ai giornalisti del telegiornale la parola bunga bunga. Parlavano di cene di Arcore, dopocena di Arcore, ma mai di bunga bunga. All'estero invece, la parola Italia veniva accomunata alla parola bunga bunga. Circa un anno fa, ero in gita a Praga e due portieri d'albergo mi chiesero da dove venivo. Sentita la mia risposta si guardarono, iniziarono a ridere e mi dissero “Italiani, Berlusconi, bunga bunga!”. Così siamo visti nel mondo grazie ai nostri politici, ma in particolare grazie a lui.
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Ma arriviamo all'attualità: il processo va avanti. Nelle scorse settimane la Procura di Milano ha depositato gli atti che dimostrano il versamento, da parte di B. mediante bonifici bancari, di 85.000 € sul conto corrente di Nicole Minetti, subito dopo il rinvio a giudizio dell'ex Premier. La cifra sarebbe stata pagata tra il 15 aprile e il 30 novembre 2011 in tre tranche. Dagli atti della Procura si può notare anche che il conto corrente della consigliera regionale lombarda è stato soggetto a movimentazioni complessive di 402.000 € tra il marzo 2009 e dicembre 2012 (nel marzo 2009 la Minetti era già imputata nel cosiddetto Ruby 2, il processo nel quale è coinvolta insieme a Fede e Mora. Ovviamente gli 85.000€ rientrano in questi 402.000). La Minetti si è difesa dicendo che queste erano somme di denaro ricevute “per far fronte ad esigenze personali”. Poi la Procura ha scovato anche altri due bonifici, con destinatario il padre delle gemelle De Vito, per una cifra che complessivamente ammonta a 72.000 €. Le gemelle De Vito erano abituè di Arcore e nel Processo Ruby sono chiamate a testimoniare come parti lese. B. ha giustificato il pagamento affermando che “Queste persone sono state danneggiate da chi ha condotto le indagini, che di loro ha dato immagini distorte con una violenza inaudita. […] Mi hanno messo al corrente di una situazione molto triste di indigenza in conseguenza di una incursione della magistratura nella loro vita famigliare”. In più, sperando di liberarsi da “cattivi pensieri” il Cavaliere ha aggiunto: “Ho usato il bonifico bancario proprio perché si tratta di soldi trasparenti, totalmente tracciabili” ed ancora “L'avevo fatto anche prima del Processo, non ho nulla da nascondere. È tutto alla luce delsole”. Premesso che la storia del bonifico bancario, per scagionarsi dall'accusa di corruzione (che per ora non è ancora arrivata. La Procura sta solo facendo ulteriori indagini sui versamenti), l'ha già usata svariate volte. Non è una grandissima difesa a dire il vero. Se il corruttore corrompe il corrotto pagandolo mediante bonifico, non è che la che il reato si cancella, perché ha utilizzato mezzi leciti: è corruzione lo stesso! Poi, come si fa a credere che un personaggio, uscito prescritto dal processo Mills, nel quale era accusato di aver corrotto un testimone (Mills, appunto), possa aver pagato quelle del Processo Ruby solo per filantropia. Neanche un lombrico crederebbe a una balla del genere.
In attesa di nuovi risvolti, credo che ormai la realtà sia davanti gli occhi di molti (non di tutti. I famosi disturbati continuano a credere nel complotto o nella storia delle piccole fiammiferaie) ed i risultati delle amministrative lo hanno dimostrato. Aspettando il “ritorno in campo” di B., che in realtà non se ne è mai andato, e nuove performance dell'Ottavo Nano, una cosa la si può dire: qui bunga bunga ferit, bunga bunga perit!
Di Simone Ferrali


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