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Qui vi spieghiamo come mai le aree verdi di Roma si sono trasformate in praterie, savane e sconfinati campi di grano. Ecco perché

Creato il 27 maggio 2015 da Romafaschifo
Qui vi spieghiamo come mai le aree verdi di Roma si sono trasformate in praterie, savane e sconfinati campi di grano. Ecco perché
Innanzitutto il primo obbiettivo è aprire gli occhi a chi li tiene ben serrati. Siete capaci, infatti, perfino di abituarvi alla trasformazione di aiuole e spartitraffico (oltre che di piccoli parchi, visto che le Ville Storiche sono gestite con altre modalità) in campi di frumento senza che questo vi porti minimamente a porvi qualche domandina.
Ebbene: osservate cosa sta succedendo attorno a voi!

Detto questo vi ricordiamo, perché anche qui probabilmente avete dimenticato, che lo scorso dicembre è scoppiato lo scandalo Mafia Capitale a seguito dell'inchiesta Mondo di Mezzo della Procura di Roma. Una buona parte di questo scandalo era riferito ad alcune cooperative che, per conto del Comune, svolgevano compiti in città. Dall'assistenza ai rifugiati, ai servizi nei campi rom fino alla manutenzione e alla cura del verde.

Non appena scoppiato lo scandalo, il Comune, e segnatamente l'Assessorato all'Ambiente, in regime di autotutela e, come si dice, per non saper ne legger e ne scrivere, ha annullato tutti gli affidamenti alle cooperative che si occupavano del verde-non-di-pregio. Lo ha fatto senza, tuttavia, far nulla per compensare (forse per paura di ricorsi e impugnative). Ha semplicemente annullato la manutenzione del verde. Visto che nella manutenzione del verde si era infiltrata Mafia Capitale, il Comune poteva fare due cose: o non manutenere più il verde, abbandonandolo, oppure provare a trovare strade alternative, facendo bandi (accertandosi che fossero regolari) e assegnando la manutenzione a realtà lontane dalle cooperative invischiate nella malavita.

E' stata scelta la prima ipotesi. A partire da dicembre via via le aree verdi sono state lasciate in abbandono. La situazione si è fatta emergenziale in questi mesi primaverili durante i quali la crescita delle erbe infestanti è più vigorosa. Ci sono erbacce che hanno superato l'altezza delle panchine, ci sono spighe di grano dappertutto, alcuni arbusti hanno superato il metro e mezzo di altezza fino ad oscurare cartelloni e segnaletica. 

A fine marzo è stato approvato il bilancio 2015 della città, ma questo non ha smosso granché. Gli uffici, gli assessori interessati, i dirigenti hanno continuato a contraddistinguersi per inefficacia e lentezza assoluta. Nel frattempo i 300 giardinieri, che se lavorassero sodo potrebbero tranquillamente tener testa ai problemi, evidentemente continuano ad avere un livello di produttività diversamente alto.

Come si procederà? Ci sarà un "appaltone" (sic) della durata di 18 mesi (sic) che si avvarrà di una procedura europea e che non verrà assegnato prima di settembre (salvo ricorsi e tutto il resto che ben conosciamo). Nel frattempo l'assessorato pensa a gare "ponte" di 3 mesi (sic) magari prorogabili se l'appaltone non si riuscirà ad assegnare nei tempi prestabiliti.

Per ora non si sa nulla ne dell'appaltone ne delle gare ponte e l'erba continua a crescere vigorosissima. Se a giugno o a luglio arriverà un po' di siccità, basterà un mozzicone di sigaretta per innescare roghi. Roba da aver paura davvero.


Qui vi spieghiamo come mai le aree verdi di Roma si sono trasformate in praterie, savane e sconfinati campi di grano. Ecco perché

Qui vi spieghiamo come mai le aree verdi di Roma si sono trasformate in praterie, savane e sconfinati campi di grano. Ecco perché

Come si potrebbe risolvere in maniera strutturale? Molto semplice. Anche qui basta copiare ciò che si fa all'estero. Metti, ad esempio, Lisbona. Lì ogni piazza con giardino al centro è dotata di un chiosco. Il chiosco, tra l'altro sempre bello, curato, piacevole, ha la concessione per somministrare cibi e bevande e in cambio deve tenere pulita l'area (leggi anche qui). E' la cosa più semplice del mondo: il Comune non spende, anzi incassa oneri e concessioni, in più risparmia i costi di manutenzione, in più si generano posti di lavoro e servizi di qualità per il turismo che così aumenta e si qualifica. Vincono tutti e perde la Mafia. Ecco perché non si fa e non si farà mai.

In compenso l'assessore Estella Marino ha un fragoroso progetto 'strutturale' per caratterizzare il suo mandato, lo ha annunciato in una magniloquente intervista a Repubblica: introdurrà nelle nostre ville i secchi per... la raccolta differenziata. Giusto, per carità. Ma è più ambizioso e visionario l'assessore all'ambiente di Ferentino, idem quello di Sora, idem quello di Rocca Priora e aggiungete voi qualche borgo di 5mila anime a caso. Qualcuno la avvisa che è l'assessore della capitale del paese e che è lì su quella poltrona per imprimere un segno di cambiamento e discontinuità marcato e netto?

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