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Quieto vivere

Creato il 24 gennaio 2012 da Ilpescatorediperle
In un commento al recente decreto sulla concorrenza, il giornalista de l'Espresso Alessandro Gilioli, sul suo frequentatissimo blog, ha sbottato, sostenendo che l'effetto del provvedimento sia stato quello di iniziarci all'odio reciproco. In particolare ha scritto:
Siamo ai taxisti contro gli operai. Ai fruttivendoli contro i camionisti. Ai giovani precari contro i cinquantenni attaccati a quell’orrendo privilegio che è un reddito. E poi donne contro uomini, lombardi contro calabresi, farmacisti contro droghieri, inquilini contro proprietari di bilocali, ovviamente italiani contro extracomunitari.A questo ci ha portato vent’anni di mantra liberista contro i ‘lacci e i lacciuoli’, vent’anni di esaltazione acritica della ‘mano invisibile’ del mercato nella sua versione finanziaria. Ci stiamo odiando, tutti, trasformandoci per categoria o ruolo sociale in ultrà da stadio pronti a trovare qualsiasi colpevole per proiettargli addosso la nostra rabbia. Altro che ‘coesione sociale’: qui siamo allo sfilacciamento assoluto, alla maionese impazzita.
Gioco a carte scoperte: sono favorevole al provvedimento del governo, anche se credo abbia ragione Bersani (uno dei pochi che sia legittimato a parlare dell'argomento) quando afferma che si poteva fare di più. In ogni caso la vastità degli interventi previsti è superiore alle sue lenzuolate e senz'altro al vuoto cosmico del precedente governo, che non aveva oltretutto una maggioranza risicata come il Prodi II che le prime liberizzazioni fece.Gilioli farebbe bene a non fare di tutta l'erba un fascio, mettendo insieme liberizzazioni anni Duemila, "lacci e lacciuoli" anni Ottanta e discorsi sulla "mano invisibile" del Settecento di Adamo Smith - come se tutto ciò fosse, in fondo, la stessa cosa, disciolto nel brodo di cultura della crisi finanziaria - la notte in cui tutti gli spread sono neri.
Quel che colpisce di più è comunque il modo con cui Gilioli si fa leva, ancora una volta senza operare alcuna distinzione, delle rabbie più diverse per sostenere la propria argomentazione: poiché il provvedimento del governo scontenta tutti, il problema è il provvedimento, non se questa scontentezza sia motivata e giusta oppure no. Pensare che la rabbia (non mi permetto di usare con tanta facilità un termine pesante come "odio") sia di per sé una buona ragione è sbagliato. Nello specifico, tanti maldipancia sono da ascoltare, ma altrettanti sono riflessi corporativi. L'auscultazione di questo brontolii ha avuto in questi anni un medico molto esperto. Un medico che, prima di dire che la cura altrui non funziona, aveva deciso di non curarsi di null'altro che di se stesso e di non somministrare alcuna cura per non provocare, appunto, lo scontento. Si chiama Silvio Berlusconi (che parlava di "odio" contro "amore", pure lui).Qualcosa di simile si può dire sulle parole del viceministro Martone. A me il suo discorso sulle lauree fuoricorso non è piaciuto per i modi e la definizione usata. Tuttavia, se risposta deve esserci, non può essere  quella di Gilioli e tanti altri che invita a ricordare come Steve Jobs non si sia laureato (la risposta a parer mio è quella di Scalfarotto).L'ultima volta che mi sono laureato avevo da poco 26 anni, ma ero comunque oltre i limiti previsti, quindi sull'argomento non ho lezioni da impartire. E di certo non sono Steve Jobs. Ma non lo è la stragrande maggioranza degli studenti italiani, per i quali sarebbe molto meglio cercare di concludere gli studi in ordine. Poi magari questo non c'entra niente con la felicità di una persona o col bilancio di una vita, ma non è di questo che stiamo parlando.Senza dubbio la battuta di Martone ci riporta ai tempi del dichiarazionismo à la Brunetta, è una frasetta buona a imbastirci una polemica per il pastone politico del Tg1 delle 20.00. La politica deve trovare soluzioni ai problemi, non sfornare pillole di saggezza a buon mercato o mancare di rispetto a chichessia. Nello specifico, permettere che Mario Bianchi, anche se non sarà mai Steve Jobs, possa avere la possibilità di diventare il Mario Bianchi che vuole diventare. Che il figlio dell'operaio possa fare il dottore, se lo crede.Steve Jobs, poi, magari non si è laureato, ma ci saranno delle buone ragioni se ha potuto diventare Steve Jobs. Una di queste è senz'altro la possibilità di intraprendere senza i lacci e lacciuoli di cui sopra. Nel decreto liberalizzazioni c'è una norma che permette agli under 35 di aprire un'attività con il capitale simbolico di 1 euro e senza passare per atti (e spese) notarili. Purtroppo Monti l'ha infelicemente commentata riferendosi non al fondatore di Apple ma a Bill Gates, ma questa è un'altra storia.La morale di questa invece è: non c'è nulla di progressista nell'esortazione a lasciare le cose come sono. Il quieto vivere non è di sinistra.
Quieto vivere
da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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