Ermètico
Dal latino medievale hermeticu(m), dal greco hermìtikós, derivato di Hermês Trisméghistos ‘Ermete Trismegisto’ (ossia ‘tre volte grandissimo’), personaggio leggendario dell’età ellenistica, ritenuto l’autore del Corpus hermeticum e cui si attribuisce tra l’altro l’invenzione di una chiusura perfetta.
Aggettivo [plurale maschile ermetici].
1. Relativo all’ermetismo filosofico-religioso: libri, scritti ermetici, serie di opere attribuite a Ermete Trismegisto e caratterizzate da grande oscurità.
2. (figurato) Oscuro, incomprensibile, occulto; enigmatico: un testo, un volto ermetico.
3. Si dice di chiusura a perfetta tenuta, tale da impedire totalmente il passaggio di fluidi.
Recipiente chiuso in questo modo: contenitore ermetico.
4. Che appartiene o si riferisce alla corrente poetica dell’ermetismo: poeta ermetico
5. Pertinente all’alchimia o alla ricerca della pietra filosofale.
6. Medicamento in cui viene utilizzato il mercurio.
7. (architettura) Che ha figura di erma.
Colonna ermetica: avente una testa umana per capitello.
Sostantivo maschile.
Poeta appartenente alla corrente dell’ermetismo.
Ermeticamente
Avverbio.
1. (figurato) In modo oscuro, incomprensibile: parlare ermeticamente.
2. In modo ermetico, mediante chiusura ermetica: recipiente chiuso ermeticamente.
Ermetìsmo
Derivato di ermetico; nel terzo significao, dal francese hermétisme.
Sostantivo maschile.
1. Nell’antichità greca, la dottrina filosofico-religiosa del tardo ellenismo (secoli I-III d. C.) fondata su una raccolta di scritti esoterici, tradizionalmente attribuiti a Ermete Trismegisto e orientati nel senso di una gnosi che, rivelando all’uomo il divino, lo identifica con questo.
2. (figurato) L’essere ermetico, incomprensibile, oscuro: l’ermetismo di un’espressione.
3. Corrente poetica del degli anni Trenta e Quaranta del Novecento italiano che, per accrescere il potere di suggestione della poesia, usa un linguaggio intenso e oscuro, eliminando o trascurando i nessi logici e sintattici tradizionali.
Una (parola) giapponese a Roma
Truffé [truf'fe]
Voce francese; derivato di truffe ‘tartufo’.
Aggettivo.
1. (gastronomia) Aromatizzato al tartufo.
2. (gastronomia) Cioccolatino ripieno.
3. Si dice della copia di un libro a stampa contenente annotazioni manoscritte, autografi, schizzi e simili dell’autore stesso o di altri, che le conferiscono carattere di unicità; postillato.