Magazine Arte

ragazzi..le quotazioni salgono..quando c’è inflazione!..meglio avere merce che non carta..

Creato il 19 giugno 2012 da Gianpaolotorres

E’ certo che ringrazio Michele Catalano che si presta a farmi da critico d’arte,perchè leggo quanto scrive e cerco di vedere se mi riesce a leggere nel pensiero.Lasciamo stare le quotazioni,per il momento,che come ovvio in momenti di crisi inflazionaria.. sono da vedere rivalutate in tempi molto brevi…

ragazzi..le quotazioni salgono..quando c’è inflazione!..meglio avere merce che non carta..

A me di questo commento piace sentir parlare del tema geometrico,stanotte non dormivo.. e pensavo all’Astronomo dipinto di Jan Vermeer (1668)..il pittore così detto della luce… e me lo immaginavo decomposto in un compasso,una sfera,una piramide di vetro ed elementi stilizzati con ombre.

Bravo Mike, tu,hai capito l’inghippo!

Grazie.

La percentuale però..solo ad opera venduta e dopo avere incassato…

+

Il termine Dibbuk, che descrive la leggenda del morto vivente o meglio dell’anima erratica, si può tradurre dall’ yiddish come “tra i due Mondi”, che mi piace semplificare come “in bilico”.

Partendo da questi presupposti si può provare a leggere questa “allegoria” come un’opera sospesa tra diverse interpretazioni e chiavi di lettura. A partire dal soggetto: una “natura silente” che però letteralmente “urla” con i suoi componenti – frutta e oggetti – perfettamente riconoscibili ma reinterpretati in chiave espressionista e resi avulsi dalla realtà.

ragazzi..le quotazioni salgono..quando c’è inflazione!..meglio avere merce che non carta..

Jan Vermeer+l’Astronomo

E i colori? accesi e violenti ad agitare una forma di rappresentazione – la stessa natura morta – per definizione calma e rassicurante, un vero “colpo” cromatico, che stravolge la rappresentazione.

E la figura umana ( potrebbe essere un simulacro? una  maschera? ) sogghignante e estranea… “che ci azzecca”? tanto fuori dal contesto ma eppure così indispensabile alla completezza della narrazione.

E geometrie e scansioni spaziali che rimandano alla numerologia mistica;  forme, colori, contenuti e simboli che evocano un qualcosa di esterno e incombente, ieratico e misterioso e da cui deriva la concezione che ogni oggetto della natura è emanazione di qualcosa di superiore difficile da concepire e ancor più da rappresentare.

In origine era compito di uomini pii ed eletti esorcizzare questo dualismo e redimere l’anima travagliata: lasciamo quindi che sia l’artista oggi, con le emozioni che riesce ad evocare, a liberare le menti e proiettarle nell’aura incontaminata della fantasia e del sogno.

Ottimo lavoro. Complimenti +Mike


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog