Magazine Religione

«Ragazzo, dico a te, àlzati!»

Creato il 08 giugno 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
 9 giugno 2013 «Ragazzo, dico a te, àlzati!»
10° DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO C
  Antifona d'Ingresso Sal 26,1-2Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Proprio coloro che mi fanno del male
inciampano e cadono.
CollettaO Dio, consolatore degli afflitti, tu illumini il mistero del dolore e della morte con la speranza che splende sul volto del Cristo; fa' che nelle prove del nostro cammino restiamo intimamente uniti alla passione del tuo Figlio, perché si riveli in noi la potenza della sua risurrezione. Egli è Dio...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura 1 Re 17, 17-24Tuo figlio vive.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, il figlio della padrona di casa, [la vedova di Sarepta di Sidòne,] si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elìa: «Che cosa c’è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?».
Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo».
Il Signore ascoltò la voce di Elìa; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elìa prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elìa disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elìa: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità».
- Parola di Dio Salmo Responsoriale Dal Salmo 29Rit. : Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. - Rit.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia. - Rit.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. - Rit.
Seconda Lettura Gal 1, 11-19Si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. - Parola di Dio
Canto al Vangelo Lc 7,16
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.

Vangelo Lc 7, 11-17Ragazzo, dico a te, alzati! Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. - Parola del Signore
RIFLESSIONI
  • Il tratto più evidente del Vangelo di oggi è il contrasto tra la vita e la morte; più precisamente, richiama a come la morte sia devastante e colpisca l’uomo e le sue relazioni. Essere vivi non vuol dire solo mangiare e bere, pensare, agire, ma vuol dire una rete di relazioni, di appartenenza che rendono la vita tale.
La morte rende la vita senza relazioni, ed è devastante: la morte non è solo un fatto isolato, ma è la rottura di una trama di rapporti che rendono la vita piena. E anche chi opta per una vita solitaria, ha coscienza dei rapporti ed è sostenuto dai rapporti. Le domande che vengono spontanee sono queste:
  • come vivi il rapporto con questo evento? come reagisci con il suo farsi presente nella vita normale? ti accontenti di un’emozione istantanea, di una parola scontata più che di una partecipazione vera?
  • è un liberarsi di un imbarazzo spesso fatto di condoglianze più verbali che reali? come viviamo noi questo evento? come lo affrontiamo? come ci prepariamo?
In sostanza, il primo punto è il nostro modo di affrontare questo black out. In questo brano di Vangelo, Luca, con la sua sensibilità, affronta l’episodio cogliendone una serie di particolari che rendono questo evento non solo sopportabile, ma anche significativo. Vediamo i particolari.
  • Si tratta di due cortei: uno sta uscendo dalla città per andare al luogo della sepoltura; l’altro, formato da Gesù, dai discepoli e da molta folla, va verso la città. Rappresentano due cammini diversi, anzi opposti: uno per coprire la morte, l’altro per aprirsi alla vita. Questa apertura appare come esito finale.
Tutto ciò ci fa capire e ci interroga su come avere coscienza che non si può ignorare l’evento morte, ma anzi si tratta di assumerlo in modo positivo.
  • Gesù si accorge e fa attenzione alla famiglia della vedova che è la più scoperta , la più presa dalla sofferenza.
Gesù non fugge, non fa finta di niente, ma si ferma e va verso il corteo funebre; è attento alle situazioni di sofferenza e di limite anche se non è invocato. Di fatto non c’è nessuna preghiera esplicita:il fatto in se stesso parla per chi vuole ascoltare.
  • Siamo attenti agli avvenimenti, alle situazioni, anche a quelle più pesanti?
  • Non rischiamo spesso di mettere la testa sotto la sabbia, cioè recepiamo la notizia e andiamo senza assumere la situazione? Questo è naturale, perché la morte ci è insopportabile.
Gesù non fugge, ma va incontro sostenuto dallo Spirito che opera in Lui. Gesù incarna la positività, non rifiuta nessuna condizione di fatica e di sofferenza, assume la realtà umana così com’è.
  • E noi?

  • Gesù va incontro al corteo funebre con il suo corteo positivo e luminoso (“facevano strada con lui i discepoli e grande folla”); incontra personalmente la madre che è, oltretutto, vedova e che porta il peso della situazione. Si rivolge a lei in prima persona con parole di incoraggiamento, parole accompagnate ad un gesto, da un’azione corporale: tocca la salma, l’impurità( perché così era considerata).
Al gesto si accompagna una parola di conforto. Il gesto dà vigore alla Parola e la Parola dà peso al gesto. Gesù fa sul serio, assume anche corporalmente la situazione. Di solito opera con la parola; in questo caso la Parola si accompagna al gesto.
  • Come partecipiamo fisicamente alle situazioni che incontriamo?
  • Temiamo di sporcarci le mani oppure ci compromettiamo con un intervento positivo nei limiti della condizione in cui ci troviamo?
L’intervento del Signore con il suo gesto rovescia la situazione e alla fine il corteo delle morte diventa corteo della vita; e i due cortei, che erano opposti, si uniscono e procedono insieme. Questo ci pone ancora una domanda:
  • Che cosa dà peso ai nostri interventi? Che cosa rende credibile la Parola? Che cosa dà vera consolazione?
La morte è vinta da due punti di vista. Quando la morte è assunta insieme in una trama di relazioni, è già una partecipazione alla vita, mentre l’assenza di rapporti rende precoce la morte: l’uomo senza rapporti è un uomo che vive già la morte. Aprirsi ai rapporti e offrire relazioni è vivere la Resurrezione e offrire la vita. La morte, vissuta insieme, è già esposta alla luce, è esperienza di luce. Vivendo insieme tutte le realtà negative di cui la morte è la sintesi, affrontare insieme nella comunione questa realtà, è un fatto positivo all’interno di una logica di Resurrezione. Lasciare nell’isolamento chi è in gravi difficoltà, è esperienza di morte. Creare e coltivare rapporti di comunione e relazioni è presentimento ed esperienza di Resurrezione. Passo dalla morte alla vita quando amo i fratelli, sto in mezzo a loro e mi relaziono con loro. È uno sperimentare la vita in positivo. Proviamo a ripensare alla nostra esperienza: come ci siamo sentiti quando abbiamo vissuto rapporti autentici di comunione a cominciare dalla famiglia, nei gruppi, nella società? Tutto è più vivibile, tutto è presentimento di vita. L’importante è che ci impegniamo in questa direzione. Nominalmente siamo già impegnati, si tratta di vivere realmente tutto questo e avere la certezza che non perdiamo tempo o energie quando coltiviamo rapporti soprattutto con i più deboli e i più fragili.
Le spinte relative a questa letture sono a due livelli:
  1. la comunione
  2. l’importanza del corpo, che non è qualcosa di cui liberarsi, ma di cui tener conto perché fa parte del progetto di Dio.
Si tratta di avere rispetto per il corpo, coglierne il destino ultimo: la Resurrezione, che non è un vivere soltanto, ma un vivere insieme con il corpo trasfigurato, come è successo a Gesù sul monte. Quindi avere rispetto del corpo e valorizzarlo nei rapporti, nel modo di trattare le persone; vivere uno spiritualismo disincarnato. Anche i rapporti hanno bisogno di un’espressione corporea e non di una semplice materialità. Lo Spirito opera nel corpo: pensiamo all’Eucarestia, ai Sacramenti. In tutti i sacramenti c’è un gesto, una materia ( l’olio, il pane …). Dio viene verso di noi e in noi. I rapporti tra di noi siano improntati a questa attenzione che valorizza il corpo e sostiene l’azione e la relazione. Questo rende convincente la promessa del Signore nel suo essere morto e risorto, e porta la Resurrezione anche per noi oggi.
  • Con il testo riportato sul foglio, e che segue, ho la preoccupazione di portare testimonianza e valorizzare l’esperienza cristiana nei secoli.
Testi antichi o recenti possono essere significativi e vengono suggeriti per completare il quadro. È importante vedere la Parola nel concreto della storia.
  RIFLESSIONE DI S. CIRILLO DI ALESSANDRIA.
ACCOSTATOSI, TOCCO’ LA BARA”
Gesù non compie il miracolo soltanto con la Parola, tocca anche la bara. Perché mai? Per insegnarci che il suo corpo svolge un ruolo nella nostra redenzione. Corpo di vita, carne del verbo onnipotente, questo corpo ha portato la potenza del Verbo. Il ferro posto nel fuoco ne acquista la proprietà e ne produce gli effetti. Allo stesso modo questa carne, dopo che è stata assunta dal Verbo che dona la vita a tutti gli esseri, è diventata anch’essa portatrice di vita, capace di distruggere la corruzione e la morte. Noi crediamo che il corpo di Cristo, per il fatto stesso che è il tempio e la dimora del Verbo della vita, è anch’esso vivificante e possiede tutta la potenza del Verbo. Per questo il Cristo non si è limitato a dare al ragazzo l’ordine di alzarsi. Altre volte, certo, ha operato ciò che voleva semplicemente attraverso la Parola, ma, in questo caso, ha messo anche la mano sulla bara, facendo vedere in tal modo che il suo corpo possiede il potere di restituire la vita.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine