Magazine I nostri amici animali

Raggiungere l’amore del proprio Malamute

Da Mercuriomalamute @mercuriomalamut
L'amore di un Alaskan Malamute

L’amore di un Alaskan Malamute

L’amore del Malamute è per sempre.

L’amore di un Malamute è una responsabilità enorme. Per capirlo, dovete immaginare che un’anima pura, senza alcuna macchina, vi porga in mano il suo cuore e vi guardi con occhi limpidi, fiduciosi, certi.

L’amore di Mercurio è come un’onda avvolgente e costante, non manca mai, non si nega mai.

Mercurio ama intenso, gioca inteso, vive intenso. Quando abbraccia, lo fa con il cuore gonfio di aspettative. Quando difende, potrebbe dare la vita, se fosse necessario. I membri del suo branco sono tutti egualmente importanti, benché sia in grado di differenziare l’affetto e la presenza che regala ad ognuno. I suoi doni sono per tutti, ma siamo noi gli incapaci, a volte, di coglierli a pieno.

L’amore di un Malamute è un’oceano costante, composto da miriadi di piccole e grandi conchiglie, gesti e sguardi quotidiani, capaci di trasmettere l’intensità del suo prenderti come punto di riferimento. Chiunque gli può dare cibo. Ma lui sceglie chi amare e quando sceglie… È per sempre. La presenza, quel suo esserci sempre, quel suo guardarti e farti sentire unico al mondo, quel trasmetterti una gioia sovrumana quando ti incontra, anche dopo soli cinque minuti che sei andata/o via, è commovente. Per apprezzare questo animale vigoroso, giocherellone e perennemente in cerca di te, bisognerebbe starci insieme, investire del tempo rimanendogli seduto a fianco, accarezzandogli il torace, ascoltando il suo respiro, vederlo rilassare, sentirlo sereno. Più le regole sono definite, più l’animale capisce quando uno strappo alle consuetudini è un premio e la sua tranquillità aumenta. Niente è più importante della relazione, con l’Alaskan Malamute. Non lo sono le esposizioni, se vissute come attività fini a sé stesse; non lo è nemmeno lo sport, se è solo un altro modo per primeggiare.

Come posso trasmettere l’importanza del contenuto fra il cuore umano e quello di questo animale straordinario?

Dopo sette mesi di vita con Mercurio, dopo tante lezioni di educazione, dopo l’esperienza conclusa con le esposizioni, dopo una vacanza straordinaria, dopo l’aver capito il genere di vita che voglio vivere insieme a Mercurio e alla mia famiglia, dopo una lunga pausa da Roma fatta di semplicità e libertà, di natura e stare insieme senza dover strafare alcunché, posso confidarvi la sensazione di miglioramento del nostro stare insieme e di un incremento, se possibile, nell’affetto sincero che ci unisce… tutti e otto: noi, i cuccioli, i nonni; affetto amplificato dalle manifestazioni di tenerezza provate da tutte le persone che hanno potuto conoscere Mercurio e Sunrise, fargli le coccole, passare qualche mezz’ora insieme a loro, lasciandosi penetrare dal loro entusiasmo fanciullesco e dal disarmante bisogno di vicinanza, costanza nel chiedere presenza, affidabilità nei compiti assegnati. Mercurio aveva bisogno di essere avvolto nell’amore delle persone: fino a sette mesi, la sua vita si è sviluppata nei ranghi degli esercizi di educazione, con confini definiti, ferrei, spazi complicati da vivere. Veniva sgridato e premiato, certo; ma, dovendo diventare un “modello” a tutti gli effetti, lo spazio per tutt’altro genere di vita insieme era minimo, talvolta nemmeno c’era. Questo percorso è stato necessario e oggi lui ci ha preso entrambi come punti di riferimento e leader e, nonostante sia nella fase del “drammatico” cambiamento di carattere (così viene descritto dagli apocalittici del settore), continua ad ascoltarci e darci feed back positivi sul lavoro svolto in precedenza. Il variare, aprendo le porte a delle esperienze nuove, è il prossimo step nella sua educazione, se la vogliamo vedere così. Un passaggio per aiutarlo a fortificare la sua sicurezza interiore grazie alla scoperta di mondi, a cui lui non aveva mai nemmeno pensato.

So che sarò giudicata negativamente per quanto sto per dire, ma a me importa far sapere ai neo proprietari di Malamute, che è normale sbagliare. Il discorso che sto per farvi va in contro tendenza rispetto ai contenuti proposti da molti siti web. Nella comunità dei proprietari di Malamute, ci sono molti esperti. Io non appartengo a certi circoli e non sono un’esperta. Io sbaglio e non ho alcun problema ad ammetterlo e ad apprendere dalle esperienze. Per me, l’errore è un’esperienza non negoziabile, cruciale, anche se dolorosa, per la crescita. Ogni esperto ha iniziato con una sfilza di errori. Ebbene, quello che vorrei dire alle persone che hanno preso da poco un Malamute, che leggono di tutto in rete, che prendono per oro colato articoli scritti da sconosciuti e che non si rivolgono ai veterinari, dando più rilevanza a un nick inventato piuttosto che ad una sequela di esami e screening, è che sbaglierete, come è successo a tutti. Sbaglierete con il vostro Malamute ma, cosa importante da sapere, lui vi perdonerà e vi saprà indicare le strade, nel qui ed ora, per un nuovo inizio. Ogni giorno è un nuovo inizio. Ogni giorno avrete l’opportunità di costruire qualcosa di speciale e diverso, persino se il vostro rapporto è idilliaco e da manuale. Ci sarà sempre una strada nuova, che lui fiuterà e sulla cui pista vi porterà con la sua baldanzosa falcata pesante. Mercurio non mi ha mai negato amore, nemmeno quando non lo capivo fino in fondo. I vostri Malamute vi ameranno anche se non sarete dei proprietari aderenti allo standard (e concedetemi una vena polemica al riguardo, perché non ho ancora finito di smaltire la rabbia per tutti i sensi di colpa nati al riguardo).

Ho appreso due cose, in questo vagare errando: è molto importante riuscire a pensare con la propria testa ed essere elastici nel rileggere le situazioni, ipotizzando anche cambi significativi di marcia, se il momento lo richiede. Vi porto un esempio diretto. L’essere riusciti a trovare il veterinario adatto, l’aver compreso l’entità dello stress che Mercurio stava vivendo con i lunghi viaggi settimanali per le esposizioni, l’aver riconosciuto il suo soffrire allontanandosi da noi (nonostante siano state tutte esperienze positive e piene di benefici per la sua crescita), l’aver trovato la cura “giusta” per la forte infezione alle vie urinarie, per la Giardia e l’emorragia interna improvvisa, ha portato alla luce un animale diverso da quello che avevamo conosciuto all’inizio: vitale, generoso, curioso, vigoroso, forte, resistente. E’ stato un dono di Dio.

Queste difficoltà mi hanno spinto a chiudere con alcuni “mondi”, tra cui quello delle esposizioni. Ho capito che avere un cane campione, non è una priorità. Voglio che Mercurio stia bene e, se in questo, non ha nessun attestato ENCI da mostrare agli amici, pazienza. Non penso male delle expo, sia chiaro. Sono felicissima delle otto vittorie consecutive di Mercurio come “primo miglior juniores”. Il fatto è che le priorità, nella vita, cambiano, così come gli investimenti.  Vederlo nuotare, lerciarsi nel fango, correre tra i filari del granoturco tagliato, aprire la coda più di un pavone durante i nostri dog trekking giornalieri, mi ha portato a dire, senza alcun rancore: lo voglio così. Tutte le settimane, tutti i mesi: voglio vederlo felice, nel suo ambiente, non in una gabbia. Non riesco più ad immaginarmelo in altri modi che non siano quelli della vita di un cane ” da compagnia”, come è stato definito nel contratto. Anzi! Lo preferirei, ancora di più, se potesse diventare un banalissimo cane di campagna, euforico d’entusiasmo, sempre nei boschi e nei campi a cacciare fagiani, senza mai riuscire a prenderli.

Rotolarsi nelle pozzanghere, lo faceva anche quando partecipava ai concorsi di bellezza. La differenza, unica, è che nei mesi scorsi, Mercurio sapeva che poteva stare con noi quattro, cinque giorni alla settimana. Ora sa che stiamo insieme sempre. Ora, inoltre, non sento più sbagliato quel desiderio che, invece, prima veniva colpevolizzato tanto: voglio stare insieme a lui sempre. Senza sentirmi malata o sbagliata perché desidero passare il tempo con il mio cane, portando avanti tutto il resto della mia vita, con tutto l’impegno possibile. Riconoscere i propri bisogni e quelli del proprio cane è un passo in più per raggiungere l’intreccio di un rapporto, il cuore pulsante del condividere. Spero sia chiaro il mio non giudicare nessuno e niente rispetto alle expo: sto facendo solo un discorso di sentimenti e necessità d’anima, nient’altro.

A volte, ho avuto l’impressione si sentisse abbandonato e arrabbiato, anche se poi, in quei contesti ha fatto nuove amicizie, ha dormito, giocato e condiviso la sua crescita con altri cuccioli, annusando il mare e una miriade di odori nuovi nell’aria delle diverse località. Mercurio è un cane con tanto potenziale per diventare il “the best”, ma sta meglio a fare il semplice cane davanti al fuoco, con la pancia piena e un legno sotto i denti. Lo voglio ascoltare. Non faremo cucciolate esoteriche? Non guadagneremo dal suo sperma? Vi rendete conto di che cosa, invece, abbiamo guadagnato?

Preciso una cosa, per carità, prima che arrivi il nuovo troll carico a pallettoni contro di me: questa mia “nuova visione” è solo e soltanto mia e non pretendo vada bene per tutti (qui bisogna essere precisi). Penso, però, in tutta umiltà, di poter trasmettere qualche spunto, che potrà benissimo essere accantonato se ritenuto non valido, stupido, inutile o sciocco, mancante, non conforme alle regole, poco “pedigreettoso” o altro. Non mi offendo, come si suol dire

:-)

Questi cambiamenti hanno fatto emergere le potenzialità per un rapporto nuovo, occasione che stiamo prendendo, senza lasciare nulla di intentato.  Il fatto è che quando entri in relazione con qualcuno, umano, Malamute o cane di razza/meticcio che sia, il cambiamento entra a gamba tesa, senza chiedere: “Permesso?” e senza aspettare che tu sia disponibile ad accoglierlo. BAM! E ti trovi a gambe all’aria, con un Malamute scodinzolante, che ti lava il viso dalla contentezza. E tu ti chiedi: lo devo correggere o posso gioire che è felice di stare con me?

Ci sono notti in cui, vivendo per periodi da sola, in questa nuova casa, Mercurio entra in camera, sale sul letto, mi si rannicchia contro, mi scalda e mi riempie di leccate in volto, butta la testa sul mio torace e si prende i baci. Questo conta per me: che viene a cercare affetto, che viene a darmi affetto, anche se non ho un premietto in mano.

Non vi so dire quanti pensieri, credenze, opinioni o sensazioni ho mandato a gambe all’aria in questo periodo. Dal come alimentare Mercurio e Sunrise fino all’andatura al guinzaglio. La cosa bella, però, è che ho scoperto una cosa rivoluzionaria nella mia vita: non sono sbagliata per aver rivisto le mie opinioni. Ho accettato l’invito dei miei cuccioli a scoprire qualcosa di diverso e avevano ragione loro: esistono tanti modi giusti per fare le cose ed esistono tante priorità diverse, esistono tanti esperimenti, che possono riuscire come fallire ma, la cosa che conta, è che loro siano al mio fianco. So che alcuni mi giudicheranno in maniera pesantemente negativa per questo mio rivedere esperienze e giudizi sotto ottiche diverse, ma so anche che il riuscire ad elaborare i capitoli passati, prendendo il meglio da ognuno, anche dagli errori e dai rapporti finiti male o dalle contrapposizioni con alcuni “mondi nordici”,  è importante. Per farvi capire più a fondo cosa intendo dire, vorrei immaginaste un percorso per raggiungere la libertà: è proprio questo di cui parlo.

In questo mese, sperimentando la preziosa esperienza del vivere in una casa davvero grande, con un giardino di oltre cento metri quadri, abbiamo imparato tutti a non stare “ammassati”, come accade a Roma, visto gli spazi ristretti e non definiti in cui viviamo. Nella pagina Facebook dedicata a Mercurio, una ragazza mi ha parlato del suo timore di essere “poco amata” dal suo Malamute perché di notte lui preferisce dormire fuori casa, piuttosto che vicino a lei. In questo mese, Mercurio ha dormito fuori tutte le notti; persino quando imperversava la bufera e c’erano accenni di tromba d’aria, mi ha chiesto, con forza, di uscire, per poi mettersi a pancia in su, a prendere il fresco, il vento e l’acqua. Si è scelto dei posti “cuccia” ed è stato felice, senza provare sensazioni di abbandono e, soprattutto, senza fare danni perché io, invece, non ero a “portata di vista”.

Cos’è cambiato? Siamo insieme, siamo uniti, lo sappiamo e non abbiamo bisogno di tenerci sott’occhio per avere la certezza di questa presenza. Raggiungere l’amore del mio Malamute è stato importante. Vivere il suo amore è meraviglioso. Cercate l’amore dei vostri cani. E’ lì. Esclusivo. Per voi. Lui, il Malamute, ama tutti i componenti del branco. E’ generoso con tutti. E’ presente con tutti. Allo stesso tempo, sa far sentire “unico” e “speciale” il membro che ha scelto come riferimento primario. 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :