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Rai, protagonisti a confronto: da Vespa a Fo al convegno Adrai #Rai100parole

Creato il 23 giugno 2014 da Digitalsat

Rai, protagonisti a confronto: da Vespa a Fo al convegno Adrai #Rai100paroleRete, pubblico, privato, identità, servizio pubblico, futuro, riforma, frontiere, rinnovamento, vocazione. Mondi e concetti protagonisti più volte nella giornata 100 parole e 100 mestieri per la Rai, organizzata dall'Adrai, l'associazione a cui aderisce il 90% dei dirigenti dell'azienda pubblica. E che, in tempi di Renzi premier, qualcuno ha già battezzato 'la Leopolda di Viale Mazzini'.

«Con il presidente Anna Maria Tarantola abbiamo avviato una fase di cambiamento e come tutti i cambiamenti a volte non si notano. Il passaggio al digitale permetterà di cambiare modo di lavorare per la Rai, non so bene da quando, ma permetterà di abbattere le barriere, si lavorerà per tematica e non più per testata», ha detto il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi chiudendo gli interventi di una lunga giornata di intenso confronto tra personaggi e idee. L'incontro di oltre 9 ore (con la presidente della Rai avvistata in platea), ha esplorato 8 aree tematiche (mission, informazione, fiction e cartoni animati, cinema, crossmediale, culture, glocal, intrattenimento) con artisti, esperti, giornalisti (alcuni intervenuti via filmato) come Dario Fo, Umberto Eco, Andrea Camilleri, Gabriele Salvatores, Lucia Annunziata, Bruno Vespa, Marco Tullio Giordana, Vittorio Sgarbi, Paola Cortellesi, Giorgio Albertazzi, Milly Carlucci, Gianni Minà, Antonella Clerici, Antonio Pappano, Simona Ercolani.

«Vogliamo valutare, capire insieme, che tipo di impatto ha il tipo di modello che il Governo ha in mente per la Rai» ha detto Luigi De Siervo, presidente Adrai in apertura. Un'azienda pubblica che è stata raccontata tra un panel e l'altro anche attraverso i volti di cento dipendenti Rai, dai registi ai truccatori, dagli attrezzisti agli autori. Si è parlato, ovviamente, anche di politica in tv: «Può essere facile per i giornalisti ma anche per i politici, per loro da una parte c'è il bene dall'altra c'è il male. Per ogni cosa da fare si deve creare un nemico che la impedisca. Ogni politico che vedo passare per Ballarò si ritiene l'antibiotico del male che crea lui stesso», ha detto Giovanni Floris che pure non ha accennato alle indiscrezioni sul suo futuro in Rai. L'occasione potrebbe offrirgliela, domani sera, l'ultima puntata del ciclo di Ballarò.

Il programma tornerà la prossima stagione: nei nuovi palinsesti - che il 25 saranno presentati agli sponsor a Milano e il 26 a Roma - la casella non ha un volto, ma a quanto si apprende si tratta ancora in queste ore per raggiungere un accordo e trattenere il giornalista a Viale Mazzini. Fra gli interventi più sorprendenti quello di Dario Fo, legato alla messa in onda del suo spettacolo 'Francesco0 ieri in prima serata su Rai1: «Temevo arrivassero ripensamenti o dubbi e invece è andato tutto liscio - ha detto -. La Rai oggi è diventata autonoma finalmente. I dirigenti sono responsabili di tutto non ci sono più le alte sfere, specie quelle della politica, a cui chiedere».

Dichiarazione sottolineata da Gubitosi: «Mi fa piacere che Dario Fo si sia accorto che la Rai pur non essendo perfetta è libera e indipendente. Manteniamo quello che in Rai va bene, cambiando le cose che non vanno». Fra le proposte per una nuova organizzazione strutturale, quella di Ettore Bernabei, storico direttore generale, che vorrebbe «un'azienda pubblica per azioni, con una quota del 75% in mano alla Cassa Depositi e Prestiti e il 25% quotato in borsa». Nell'ottica di una privatizzazione «la presenza dei privati non dovrebbe superare il 49%, il controllo almeno in una fase intermedia dovrebbe restare pubblico» ha detto Vespa. Per Annunziata «tre canali sono troppi. Io propongo una rete di intrattenimento, una di informazione e tutto il resto in rete».

Camilleri, che a lungo ha lavorato in Rai, pensa che il servizio pubblico debba essere «come un autobus che serve tutti i passeggeri, qualunque siano il loro grado di cultura e stato sociale». Dal panel sulla fiction sono uscite anche notizie sulle nuove produzioni, come l'adattamento in forma di miniserie de Il nome della rosa di Eco, sei puntate per il 2016. Un paio di curiosità: per interrompere chi stava andando troppo per le lunghe, ogni volta partiva la musica dello storico Intervallo Rai con una voce che ricordava al «gentile relatore» che l'intervento volgeva al termine. Infine, particolarmente pronta di spirito Milly Carlucci, che alla fine del suo intervento ha invitato Giorgio Albertazzi a Ballando con le stelle.


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