Magazine Lifestyle

Rainbow warriors: la guerra pacifica dei colori

Creato il 10 settembre 2010 da Theanonymato

RAINBOW WARRIORS: LA GUERRA PACIFICA DEI COLORI
Sai che cos’è un arcobaleno?
Sì, un bellissimo arco colorato nel cielo.
Sai che cos’è un guerriero?
Un guerriero è una persona coraggiosa.
Uno che ha coraggio anziché paura.
Lascia che ti faccia una domanda ora.
Ami gli animali o li odi?
Ami gli alberi o li odi?
Ami la gente o la odi?
Ami l’arcobaleno o lo odi?
Se ami gli animali e gli alberi, la gente e gli arcobaleni, allora, forse, sei un “Guerriero dell’Arcobaleno”.

Il fascino che suscita la lettura di queste parole non può che scontrarsi con l’orrore per l’inesorabile attualità che le accompagna. Quasi un paradosso…lo stesso paradosso che esse esprimono quando ci dicono che se amiamo, allora, siamo autentici guerrieri. Ma anche, lo stesso paradosso che sta alla base del rapporto dell’uomo con il pianeta che lo ospita: quella Terra che spesso chiamiamo Madre, dalla quale veniamo, alla quale dobbiamo tutto, ma che deturpiamo, costringendola tra le morse di un consumismo e di un progresso bulimici.
Ecco allora che la leggenda diviene profezia e dopo ancora, chiave di lettura della contemporaneità: gli antenati di alcune tribù Native Americane narravano che esseri dalla pelle chiara sarebbero giunti dal mare orientale su grandi canoe mosse da immense ali bianche, simili a giganteschi uccelli. Le persone scese da queste grandi imbarcazioni sarebbero state anch’esse simili a uccelli, ma avrebbero avuto i piedi di due diverse forme: uno di colomba, l’altro di aquila. Il piede di colomba rappresenterebbe una nuova splendida religione di amore e gentilezza, mentre quello di aquila rappresenterebbe l’avidità per le ricchezze materiali, l’arroganza tecnologica e la perizia guerriera. Per molti anni il piede artigliato dell’aquila avrebbe dominato perché, sebbene questo nuovo popolo avesse parlato molto della nuova religione, non tutti i visi pallidi avrebbero vissuto secondo i suoi dettami; avrebbero invece artigliato gli indiani col loro piede di aquila, uccidendoli, sfruttandoli e infine riducendoli in schiavitù. Dopo aver offerto una certa resistenza a quella sopraffazione, gli indiani avrebbero perso il coraggio, finendo per lasciarsi sospingere come un gregge e segregare in territori angusti per molti, molti anni. Poi però sarebbe venuto il tempo in cui la Terra si sarebbe ammalata a causa dell’avidità senza freni della nuova civiltà. Liquidi e metalli mortiferi, aria irrespirabile per fumi e ceneri, e persino la pioggia, anziché purificare la Terra, avrebbe riversato gocce avvelenate di piombo. Gli uccelli sarebbero caduti dal cielo, i pesci sarebbero venuti a galla col ventre per aria e tutte le foreste avrebbero incominciato a morire. Quando queste previsioni avessero cominciato ad avverarsi, il popolo indiano si sarebbe trovato al colmo della miseria; ma in seguito, dall’Oriente, sarebbe giunta una nuova luce e gli indiani avrebbero incominciato a ritrovare la forza, l’orgoglio e la salvezza. La leggenda continuava dicendo che essi avrebbero avuto dalla loro molti fratelli e sorelle visi pallidi: le reincarnazioni degli indiani uccisi o ridotti schiavi dai primi colonizzatori bianchi. Sì diceva che le anime di costoro sarebbero tornate in corpi di tutti i colori, rossi, bianchi, gialli e neri. Insieme e uniti, come i colori dell’arcobaleno, costoro avrebbero insegnato a tutte le genti del mondo come amare e rispettare la Madre Terra, della cui sostanza siamo fatti anche noi umani. Sotto il simbolo dell’arcobaleno, tutte le razze e tutte le religioni del mondo si sarebbero unite per diffondere la grande saggezza della vita nell’armonia tra gli esseri umani, e di questi con tutto il creato. Coloro che insegnavano questo credo sarebbero stati chiamati i “Guerrieri dell’Arcobaleno”. Pur essendo guerrieri, avrebbero contenuto in sé gli spiriti degli antenati, avrebbero portato la luce della conoscenza nella mente e l’amore nel cuore. Non avrebbero fatto del male a nessun essere vivente. Dopo una grande battaglia, grazie alla sola forza della pace, questi Guerrieri dell’Arcobaleno avrebbero finalmente troncato l’opera di distruzione e dissacrazione della Madre Terra e la pace e l’abbondanza avrebbero regnato per una lunga, felice e pacifica età dell’oro qui sulla Terra.

RAINBOW WARRIORS: LA GUERRA PACIFICA DEI COLORI
RAINBOW WARRIORS: LA GUERRA PACIFICA DEI COLORI

Novella canoa che solca i mari guidata dall’amore per Gaia, la Rainbow Warrior, nave ammiraglia della flotta di Greenpeace, rende tanto più attuale questa profezia. Nel 1977 infatti, con l’aiuto del WWF, Greenpeace acquistò un peschereccio e lo chiamò appunto Rainbow Warrior, traendo ispirazione dalla leggenda narrata dagli indiani d’America. Emblematico di quanto l’uomo sia ancora lontano da una coscienza consapevole e da una sensibilità all’ascolto dei bisogni del proprio pianeta, è l’affondamento di cui fu vittima questa flotta venticinque anni fa, quando impegnata nell’”Operazione Exodus” (che consisteva nell’evacuazione della popolazione dell’isola di Rongelap, colpita dalle radiazioni dei test nucleari americani, verso la più salubre isola di Mejato) nel porto di Auckland, in Nuova Zelanda. In quell’occasione, l’atto intimidatorio volto a impedire alla nave di partecipare alle azioni di disturbo contro i test nucleari, si trasformò in un vero e proprio attentato: la nave venne minata con due cariche esplosive collocate all’esterno dello scafo e, oltre a conseguire l’obiettivo di affondare il mezzo, causò la morte per annegamento di un fotografo Fernando Pereira. Responsabili di questa azione di sabotaggio furono i servizi segreti francesi. Non si è mai saputa la verità riguardo alla misura del coinvolgimento del Governo francese nell’affondamento della “Rainbow Warrior”. Questo evento dimostrò comunque il peso che questa organizzazione aveva nelle questioni mondiali. Due anni più tardi Greenpeace, fedele al proprio impegno contro il nucleare, con il risarcimento dato dal Governo francese acquistò una nuova nave, che fu battezzata “Rainbow Warrior II”.

RAINBOW WARRIORS: LA GUERRA PACIFICA DEI COLORI

E la Rainbow Warrior solca ancora oggi i mari della battaglia contro il nucleare: la nave ammiraglia di Greenpeace è stata protagonista, in questo anno, di un tour che si è concluso proprio in Italia, il 27 e il 28 marzo, nel porto di Bari. In questa occasione la nave è stata aperta al pubblico per visite guidate durante entrambe le giornate. Partecipando all’open boat è stato anche possibile, per i visitatori, entrare in contatto con l’equipaggio internazionale di Greenpeace, visitare l’interno della nave e conoscerne la storia.
N.M.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine