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Rapporto tra uomini, zanzare e ciabatte

Creato il 15 settembre 2015 da Postik @postikitalia

Rapporto tra uomini, zanzare e ciabatte

C’era una volta il primo uomo. Egli viveva da solo in un posto solitario in cui non c’era nulla con cui passare il tempo. Il buon Dio, dunque, vedendolo triste ed annoiato inventò le piante; ma anche queste non diedero alla sua creatura prediletta grande sollievo. Certo, erano belle, piene di fiori e profumi … e poi? E poi ancora e di nuovo noia. “Con gli animali sarà diverso, gli saranno di compagnia e gli tireranno un po’ su il morale!” Così infatti fu, stavolta la soluzione sembrò funzionare. L’uomo scoprì altri esseri viventi oltre se stesso ed inventò la caccia e la pesca.

Ogni giorno c’era una novità, non esisteva creatura animale che non fosse dotata di una sua bellezza e, soprattutto, che non avesse un senso e un significato profondo all’interno del creato. Il cavallo, l’opossum, il leone, perfino il bradipo – che nessuno aveva mai visto perché era lentissimo e si stava ancora infilando i calzini – avevano una propria dignità ed utilità. C’era, sì è vero, ogni tanto qualche animaletto che sembrava soltanto fastidioso e dannoso, ma poi i fatti finivano per smentire le prime impressioni e dare comunque ragione a colui che tale animaletto aveva creato.

Così anche le formiche, le cicale, l’istrice e il lama (quest’ultimo sapeva comunque sputare meglio di chiunque altro) risultavano utili a qualcosa.

C’era, forse, giusto una piccola perplessità che riguardava un animaletto piccolo piccolo, un insetto, vorace e onnipresente di notte ma che trascorreva il giorno a dormire (no! Berlusconi ancora non c’era!). Va da sé che nessuno degli animali, tantomeno l’uomo, ebbero il coraggio di far notare ciò che si riteneva un errore al buon Creatore (mi si perdoni la rima baciata); quest’ultimo però, nella sua infinita lungimiranza, intuì i disagi delle altre creature e volle porvi rimedio; gli ripugnava l’idea di far sparire un animale da lui creato e decise, dunque, di trovare una soluzione che salvasse capra e cavoli: la zanzara – perché questo era l’animaletto – sarebbe apparso all’inizio dell’estate, per poi sparire, quasi all’improvviso, in autunno. E così fu; dunque quasi una forma di contratto.

Nel corso dei millenni si è instaurato un rapporto particolare tra uomini e zanzare, di reciproca tolleranza. Perché diciamo le cose come stanno, noi e le zanzare abbiamo tanto in comune … innanzitutto il nostro sangue! Poi questi piccoli insetti, proprio come noi, prediligono i climi dei periodi caldi, quando le vedi spaparanzate e indolenti nelle pose più stravaganti. Mi sono sempre chiesto se, nel loro mondo, non vogliano addirittura apparire sexy e accattivanti; ma, per saperlo, dovrei essere una zanzara maschio. In una gustosa composizione poetica attribuita a Virgilio, Culex, si immagina che un pastore addormentatosi all’ombra di un albero, sul punto di essere morso da un serpente, venga provvidenzialmente svegliato dal morso di una zanzara. La scena successiva vede il pastore uccidere il serpente e, ahimè, schiacciare la zanzara che gli ha inconsapevolmente salvato la vita.

Quest’ultima, la notte successiva, andrà a fargli visita in sogno e chiederà, impietosendo il suo “assassino”, una onorata sepoltura. Anche la letteratura, dunque, ha voluto a suo modo rendere omaggio ad un “rapporto” antico di millenni.

Oggi però, di quell’antico contratto, le zanzare devono essersi dimenticate. Ma è mai possibile che ce le ritroviamo in casa in tutte le stagioni dell’anno? Per tenerle lontane quando io ero bambino esisteva lo zampirone, una grossa spirale da a accendere e far bruciare lentamente. Il risultato era assicurato! Se non sulle zanzare, di sicuro sugli esseri umani: era sufficiente una boccata piena di quel denso fumo grigiastro ed erano garantite visioni per tutta la notte e buona parte del giorno seguente.

Poi sono comparsi i diffusori a corrente con le piastrine. Una soluzione? Sì, per alcuni anni. Le nuove generazioni di zanzare sono cresciute e pasciute tra le sostanze tossiche ed hanno imparato ad usare le piastrine come scalda vivande. E allora? Non c’è soluzione? Quando tutto sembra perduto ed anche la tecnologia sembra essere impotente, interviene lei che, indenne, ha attraversato i secoli ed offre sempre la soluzione giusta al momento giusto: la ciabatta! Piccola o grande che sia, se usata nel modo giusto, sa essere un’arma letale! Oltretutto ha il pregio di essere sempre con noi, anche quando siamo a in procinto di prendere sonno, lei è lì con noi, fedele e rassicurante. Fateci caso: proprio quando siamo nel nostro letto e cominciamo a sentirci più leggeri, quando il mondo intorno diventa lontano ed ovattato … è allora che lei compare! Si infila in un orecchio, si fa tre quattro giri ronzando – così, giusto per il gusto di dar fastidio – e poi va via.

Ma ormai ti ha reso nervoso e di riprendere sonno non se ne parla nemmeno. A questo punto diventa una questione personale tra te e lei.

Con gesti apparentemente disinvolti accendi la luce del comodino e regoli i tuoi sensori per cercare di localizzarla e, quando finalmente la vedi in un angolo semibuio del muro, è quello il momento per tirare fuori la tua arma segreta: la ciabatta. In piedi sul letto, assumi la posizione del fenicottero rosa. Pronto a colpire come un karate kid de noantri, niente potrà fermarti! “Fermo! Ma sei impazzito? Così macchi il muro! E poi che fai là in piedi con quella faccia da cretino? Scendi subito!

Ti verrebbe quasi da piangere, invece cercando rapidamente di assumere di nuovo una postura e una espressione dignitosa bofonchi: “ma allora che devo fare? Per colpa di una fetentissima zanzara non devo dormire?” “Ma tu non le dare retta, fai finta che non c’è”. Lei si gira dall’altra parte e si addormenta di nuovo.
Passa qualche minuto e la zanzara è ancora lì che ti ronza intorno. Le sorridi, la ciabatta è ancora lì, vicino a te.

Aspetti ancora un po’ prima di colpirla, ma non la zanzara.

Aspetti ancora un po’, in attesa che il suo respiro torni ad essere regolare.


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