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Rapunzel a Roma

Creato il 29 dicembre 2015 da Albertocapece

132323301-f3c78cc5-5754-49e1-b401-cdc6b91afc64Non sapete quanto sia contento che Matteo Orfini abbia finalmente risolto il suo dilemma tra Frozen e Rapunzel, scegliendo quest’ultimo, invece di rimanere sempre incerto come nel film Marino. Del resto le variazioni del film della Disney, rispetto all’originale dei Grimm, giustificano a pieno questa scelta ideologica e la valorizzano: Raperonzolo non è più figlio di contadini, ma di un re e di una regina, il che stravolge completamente il significato della fiaba riportandola all’attualità della disuguaglianza.

Certo, un mondo meno fasullo verrebbe da chiedersi come mai il buon Orfini invece di seguire la strada paterna, ovvero quella della produzione cinematografica che almeno sarebbe qualcosa, si sia dedicato alla politica giusto per farci coraggiosamente conoscere le sue predilezioni in tema di cartoni animati. Il problema non riguarda certo solo lui, ma l’intero ceto politico il quale mentre si costituisce in casta parassitaria agli ordini dei poteri economici, unico sbocco alla subalternità in cui si è fatto travolgere, pensa di sembrare più vicino alla “ggente” semplicemente appiattendosi sulla condizione in cui quest’ultima è stata ridotta a forza di pessima televisione e sfrenato conformismo esistenziale.

Fare l’idiota è in un certo senso una scelta e una strategia, un forma di populismo integrale, un mostrare come anche l’uomo di potere, quello che tesse il discorso pubblico ha in fondo interessi, domande, pulsioni molto comuni. Naturalmente l’operazione richiede la misura e la strategia suggerite da spin doctor della comunicazione che ormai sono di fatto il politico: meglio sparare frasi fatte, giochi di parole bugie e cavolate sesquipedali su temi “seri”, secondo la tecnica di Renzi, che fare troppo i seriosi sulle fesserie. In effetti quanti sono gli adulti che si macerano  su Frozen e Rapunzel e che apprezzano questo dubbio amletico nella maggiore età?

Così per far finta di essere normali si rischia di essere presi per imbecilli. Effetto del tutto contrario a quello più gettonato grazie al quale alcuni imbecilli vengono scambiati per persone normali.


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