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RASSEGNA STAMPA/ Ko per “Il campione e la miss”

Creato il 29 settembre 2011 da Iltelevisionario

RASSEGNA STAMPA/ Ko per “Il campione e la miss”Rassegna stampa dedicata a Tiberio Mitri - Il campione e la miss con Luca Argentero e Martina Stella. La miniserie di Raiuno ha ottenuto nelle due serate (26/27 settembre) una media di 4 milioni di telespettatori. Un risultato modesto per la rete ammiraglia Rai, che ha iniziato il periodo di garanzia abbastanza sottotono, con l’unica nota positiva rappresenta dal rassicurante Don Matteo, come nota Laura Rio su Il Giornale: “Tiberio Mitri le ha prese di santa ragione. Non solo nella vita, ma anche nella fiction. [...] Non stiamo qui a stracciarci le vesti per una fiction che non ha funzionato come doveva visto il cast stellare (Luca Argentero e Martina Stella) e lo sforzo produttivo, però anche in questo caso – come nel resto della programmazione di Raiuno – i campanelli d’allarme stanno trillando a più non posso. Perché anche il primo titolo lanciato quest’anno, Il segreto dell’acqua, che contava sull’importante presenza di Riccardo Scamarcio, è andato a picco: una media molto bassa del 12,3 per cento di share, risultati che fino a qualche anno avrebbero fatto saltate delle teste. Certo, nella difficoltà generale della Tv tradizionale, nessuno immagina più di raggiungere pubblici di sette o otto milioni di spettatori, però racimolarne meno di tre è quasi un punto di non ritorno. A salvare la fiction del primo canale ci pensa, per ora, il sempreverde Don Matteo che giunto all’ottava edizione veleggia ancora sul 25 per cento”.

Su Mitri la realtà batte la fiction

(di Mirella Poggialini – L’Avvenire) Biografia senza agiografia, ritorno a un passato così vicino ancora, per molti, da indurre al confronto fra la realtà e la sua resa in fiction: Tiberio Mitri di Angelo Longoni, proposta da Raiuno lunedì e martedì sera, dopo ritardi dovuti a problemi legali, ha ripercorso gli Anni Cinquanta attraverso la storia di due personaggi che ora si direbbero «da gossip»: Tiberio Mitri, il campione di boxe dalla vita travagliata, e Fulvia Franco, Miss Italia e poi sua moglie. Impegno non facile, perché il cinema e la tv faticano a rendere, del secolo appena concluso, umori e clima, costumi e abitudini, e molti spettatori fra i meno giovani fanno inevitabili confronti con i loro ricordi. La fanciullezza infelice di Mitri, il suo disagio di vivere che trasforma la paura in aggressività ma non la vince, la sua istintività sempre infantile che lo rende facile preda sono resi, nella sceneggiatura, con corretta fedeltà, ma nulla più: e forse più efficace è il ritratto della moglie e delle sue inquietudini, rese con efficace antipatia da Martina Stella. Ma Luca Argentero, che interpreta Tiberio, è lontano dal personaggio, non ne ha l’indifesa fragilità che contrasta con il piglio da pugile, e che le immagini reali rivelano con immediatezza. Su Raitre martedì mattina un bel capitolo di La Storia siamo noi, firmato da Giampiero Palombini, ha documentato con toccante emozione la seconda parte che il film non rivela: la decadenza dell’uomo, le morti – la moglie, i figli – la solitudine e la paura di vivere, la miseria e l’Alzheimer, la fine sotto un treno… E ha aggiunto al film tv un tocco di umanità intensa e dolente per descrivere un’esistenza tormentata. Fiction e realtà in gara, anziché complementari, come sarebbe bene: intanto l’auditel ha contato per la prima serata 4.132.000 spettatori, 15,99% di share, e per la seconda le presenze sono state 4.115.100, share 15,151%, risultato dignitoso ma non entusiasmante.

La sconfitta del campione

(di Massimo Tosti – Italia Oggi) Non è andata bene, con gli ascolti, la miniserie Il campione e la Miss che racconta la storia del puglie Tiberio Mitri e della Miss Italia Fulvia Franco, che appassionò gli italiani a cavallo fra gli anni 40 e 50. Due triestini (la città che commuoveva allora per il desiderio patriottico di rientrare a pieno in Italia) giovani e belli che unirono il loro destino in un matrimonio che riempì le pagine dei settimanali rosa di allora. Una storia di passioni, di vittorie (non solo sportive, ma anche sociali) e di sconfitte (non solo sportive: il loro amore si consumò nel giro di pochi anni). Quattro milioni di telespettatori sono pochi per la prima serata sulla rete ammiraglia.

Sconfitta la prima sera dal contestatissimo talent-show Baila! (Canale 5) e superato la seconda serata (sia pure di strettissima misura) da Ballarò (Raitre). Non ci sono appunti tecnici che giustifichino lo scarso successo de Il campione e la Miss. Il regista Angelo Longoni ha curato in modo impeccabile la ricostruzione degli ambienti (anche interni) dell’Italia del dopoguerra. Luca Argentero ha confermato di essere un attore eccellente (il migliroe della sua generazione). Persiono Martina Stella si è mostrata all’altezza del compito, proponendo una ragazza che sessant’anni fa (come quelle di oggi) puntava tutte le proprie carte sulla bellezza e sulla voglia di diventare famosa. Detestabile (in un copione non troppo originale, in questo caso) il ruolo della madre di lei, che istiga la figlia contro il genero (“Te l’avevo detto, no? Tu a casa, e la carriera la fa lui”).

Il problema è nella sceneggiatura. Pur avendo interrotto il racconto al 1954 (quando la coppia si divise), tralasciando la parabola tragica che accompagnò i due (lei uccisa ancora giovane da un male incurabile, lui vittima degli eccessi e sconfitto dall’alzheimer), tutta la fiction è immersa in un clima lugubre e opprimente, mai gioioso. Fin dalle prime inquadrature si capisce che il destino dei due è segnato: una formula jettatoria, per nulla accattivante.

La storia di Tiberio Mitri, uno sguardo dignitoso al passato

(Canal Grande di Antonio Dipollina – La Repubblica)  Osteggiata dai parenti di lui, rinviata, alla fine in onda. E’ Tiberio Mitri – Il Campione e la Miss, miniserie di Raiuno firmata da Angelo Longoni, il pugile è Luca Argentero, la miss è Martina Stella. Le vite dei pugili è quasi impossibile sbagliarle del tutto. Sul più bello sbuca un ring e suona il gong: questo è un gran bene e soprattutto quando si cerca, come nell’occasione, di condensare in poco tempo troppi spunti e suggestioni, dal riscatto atipico nel dopoguerra italiano – partendo da Trieste – alle dinamiche di una coppia accattivante quanto impossibile, nelle gelosie reciproche di lui e lei tra ascese e cadute che non coincidono mai e quindi rendono folle l’esistenza. Quando finisce la storia in comune lui dice: “Però ci siamo tanto divertiti”. Bastasse quello. Come dice qualcuno, la fiction italiana è in sofferenza e va rinnovata: Il Campione e la Miss è un dignitoso tentativo di resistenza sul passato – ammesso che qualcuno rinnovi davvero, prima o poi.


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