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re: Francesco Salvioni (Franco)

Creato il 22 settembre 2013 da Nicolasmeletiou

Ieri siamo stati a trovare il Nonno Franco, in questi posti dove si mettono le persone anziane, a Cantù.

Quando si entra in questi luoghi ci si rende conto di cosa significhi diventare vecchi e nello stesso tempo per alcuni, cosa si possa provare ad essere abbandonati a se stessi. Mi dicevano che molti lo sono e nessuno viene mai a trovarli.

Franco era nel suo letto, ormai irrimediabilmente al suo epilogo ma con una forza, come sua Figlia,  che un corpo forte ed una mente sempre “sul pezzo” ti portano ad avere.

Sono orgoglioso di Teodoro che ha voluto andare a trovarlo,  mentre ero li ho voluto appoggiare la mano sulla sua testa, e tenergli l’altra mano, usando quello che ho imparato anche con Betty,  l’Aptonomia.

Ci ha sorriso, più volte, desiderava dirci qualche cosa ma non riusciva, ma il suo sorriso era palese, capiva, sentiva quel calore importante, meglio di qualsiasi parola, toccarci, sentirci.

Teo sorrideva con lui e Marisa era contenta.

Poco fa mi ha telefonato, per dirmi che ci ha lasciato, se ne è andato da Sua Figlia.

In questi anni ho imparato a comprendere la morte, dopo tante sofferenze, studio, meditazione, non sento più la morte come una fine per sempre, ma la sento come un passaggio, difficile da accettare nel perdere il materiale, ma se la fede è li, tutto diventa in qualche modo più chiaro, più semplice da comprendere, da accettare.

Franco era un grande rompiscatole, Sua Moglie dovrebbero farla Santa, ma è stato un uomo con principi saldi, ideali forti e la responsabilità di tirare su una Famiglia e tre stupendi Figli.

L’ha fatto per una vita, è stato fatto Cavaliere del Lavoro, ha una parete piena di Attestati, Riconoscimenti, ma era un uomo semplice, non se la “tirava” andava dritto per la sua strada pochi fronzoli, molta praticità.

Non si stupiva più di tanto, ma non ricordava ultimamente che Betty non c’era più. Ora ritrovandola da qualche parte in questo universo, mi piacerebbe vedere la sua faccia attonita… ed in dialetto Brianzolo… “cosa ci fai anche tu quì!”

Ciao Franco!

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