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[Recensione] 69 orizzontale – l’Antologia erotica di AA.VV su Bravi Autori.it

Creato il 27 aprile 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] 69 orizzontale – l’Antologia erotica di AA.VV su Bravi Autori.itTitolo: 69 orizzontale – l’Antologia erotica
Autore: AA.VV. su Bravi Autori.it
Editore: Lulu.com
Anno: 2012
Lingua: italiana
Numero pagine: 326
Prezzo: € 12,69
Genere: Antologia erotica
Voto: [Recensione] 69 orizzontale – l’Antologia erotica di AA.VV su Bravi Autori.it

Contenuto: Oltre 300 pagine di ottimo erotismo sotto forma di racconti, poesie e illustrazioni. Contiene un racconto della scrittrice Valeria Ferracuti e disegni di Furio Bomben. Ogni testo è abbinato a una domanda in formato “settimana enigmistica” che testerà l’attenzione del lettore. La dura selezione alla quale sono stati sottoposti i partecipanti, garantisce al libro una qualità che raramente è stata raggiunta in passato. A cura di Massimo Baglione, Angela Di Salvo e Alessandro Napolitano; in collaborazione con Valeria Ferracuti di mysecretdiary.it; copertina di Roberta Guardascione; illustrazioni aggiuntive realizzate da Furio Bomben; strisce enigmistiche di Diego Capan.

 Recensione: Mi sono avvicinato a questa antologia con cautela e con qualche dubbio. Il titolo dava e dà l’idea di un’opera scanzonata, leggera, spensierata. L’erotismo in letteratura è quanto di più serio vi possa essere e un timbro monocorde, beffardo, eccessivamente goliardico è rischioso, forse anche controproducente. A ciò si deve aggiungere la difficoltà oggettiva di riunire una molteplicità di testi di diversi autori, riuscendo a presentare una raccolta ben amalgamata, composita, ricca e nel contempo non disordinata.

A fine lettura devo dire che le perplessità iniziali si sono via via dileguate. I curatori hanno messo insieme delle storie dignitose, alcune forti, altre intense, graffianti. Anche le più scarse, ben poche direi, non sfigurano e si mantengono su livelli accettabili. Nell’antologia si manifesta un erotismo che non appare distaccato dall’esistenza, non sembra una parentesi che si chiude separandosi dal resto.

Passare in rassegna tutti i contributi non è possibile,  ne evidenzio alcuni, quelli che maggiormente hanno attirato la mia attenzione.

Nel racconto Masquerade di Serena Rosata vi è un ballo in maschera, l’occasione di un gioco, di un incontro che si fa corteggiamento, diviene gara, inseguimento, ricordo con un velo di rimpianto.

Giovanni Altieri in Morgue narra la solitudine, il vuoto esistenziale di un medico che davanti alla morte degli altri scopre improvvisamente lo spettro di una vita non vissuta,  la sua. Vinto da un’angoscia profonda e da un velo di disperazione, rivolge un apprezzamento a un’infermiera, a una persona alla quale non ha mai dedicato un pensiero, o scambiato un saluto.

Coglie nel segno anche Furio Bomben con Fari nella nebbia. Eros appare quello che è, una legge universale e imprescindibile che non tergiversa davanti a niente. Anche un tamponamento diventa occasione di un incontro amoroso, con la nebbia che allontana il pericolo di occhi indiscreti. Tuttavia il colpo di scena finale, il secondo incontro, l’ho trovato superfluo e forzato.

Delicata e poetica è la fiaba narrata da Alessandra Gaggioli, L’ultima notte, nella quale gli amanti devono decidere, una volta per tutte, la propria natura: se amarsi come uomo e donna, o in forma di lupi.

Mi ha colpito non poco Evanescenza, scritto da un autore in erba, Edoardo Baietti. Qui si pone l’accento che è proprio della sessualità, quello di esprimere a pieno l’essere al di fuori di ogni sovrastruttura, di ogni ipocrisia. Non ha rilevanza quale sia la reale natura: mortale, crudele, purché sia impeccabile. Sulla stessa onda è lo struggente Xyu, di Barbara Bertucci.

Surreale è il racconto di Paolo Ferruccio Cuniberti, L’armadio e la serratura. Dopo un litigio, un marito, per sfida e per ripicca, decide di abitare in pianta stabile dentro un armadio.

In conclusione devo dire che nessun racconto si è rilevato superficiale o, peggio, grossolano, volgare. Credo che ciò sia dovuto anche alla libertà concessa agli autori di esprimere al meglio il proprio talento senza costringerlo entro un risicato numero di caratteri, come avvenuto in altre antologie dello stesso tipo. In questo modo lo scrittore o la scrittrice hanno avuto l’agio di costruire il proprio mondo, un contesto credibile, di regalarci un ritratto di personaggi che hanno assunto consistenza, profondità.


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