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Recensione a basso costo: Fango, di Niccolò Ammaniti

Creato il 06 novembre 2015 da Mik_94
Come diceva il fricchettone? E' un incubo psichedelico. E' un tumore nel cervello.”
Recensione a basso costo: Fango, di Niccolò Ammaniti Titolo: Fango Autore: Niccolò Ammaniti Editore: Mondadori – Piccola Biblioteca Oscar Mondadori Prezzo: € 7,80 Numero di pagine: 317 Sinossi: Dall'Apocalissi festosa de "L'ultimo capodanno dell'umanità" alle peripezie del picciotto Albertino protagonista di "Fango", i racconti di Niccolò Ammaniti mettono in scena i nuovi eroi di un'umanità borderline e metropolitana, capace di passare con leggerezza da una modesta aspirazione a un efferato delitto. Sono racconti che mescolano tutti i generi, dall'horror alla commedia all'italiana, trovando infine in una grottesca vena comica il vero elemento comune. Storie nelle quali una minuziosa osservazione della realtà si fonde con una scatenata fantasia, per cui anche la morte si trasforma in uno scintillante spettacolo.                         La recensione Brutta cosa non ascoltare i consigli di chi ti conosce. Ma lato positivo, quando finalmente ti avvicini a quell'autore che chissà perché, fino ad allora, non aveva avuto il suo momento, è avere a disposizione tanti titoli da recuperare; e se sono tutti meritevoli allo stesso modo, poi, piatto ricco mi ci ficco. E' così che si dice, no? Tra le scoperte di quest'anno - e io, comodamente steso in poltrona, in tuta da casa, a volte scopro più bellezze di Colombo – il famoso Niccolò Ammaniti. Noto a tutti meno che a me. Sono partito dai romanzi fondamentali, quelli celebri e premiati, senza essere mai del tutto impreparato sull'argomento. Avevo in mente una volta gli spezzoni delle loro riuscite trasposizioni, un'altra le belle cose lette in rete: di Io non ho paura ricordavo il giallo dei campi di grano e un piccola rivalità tra cugini; di Come Dio comanda un ombroso Filippo Timi, capace di grande tenerezza; di Ti prendo e ti porto via, invece, la poesia di quel post scriptum conclusivo – sbirciato per caso in libreria. All'ultimo posto, in fondo alla lista, avevo messo Fango. Uno dei suoi romanzi di gioventù, uscito quasi vent'anni fa, che non avevo fretta di leggere. 
Recensione a basso costo: Fango, di Niccolò Ammaniti Non amo i racconti, storia nota, e temevo non avrei apprezzato l'Ammaniti in pillole, più surreale e ironico che mai. Ho comprato Fango per ripicca. Quando Libraccio mi ha cancellato per l'ennesima volta dal carrello Anna, sono andato come una furia su Ebay e per tre euro ho avuto una copia nuova di zecca di quel capriccio che mi incuriosiva, ma mica tanto. Quando si parla di raccolte, infatti, mi trovo in difficoltà, non sapendo come muovermi. Ci sono racconti che mi piacciono e altri che non mi piacciono, ritmi discontinui, fili conduttori che si perdono. Il bello di Fango, opera che mi ha entusiasmato tanto quanto altre, è che le sei, sette storie che lo compongono si sfidano a vicenda per attirare la tua attenzione. In L'ultimo capodanno dell'umanità – intreccio che ricordavo vagamente, con in testa ricordi lontani del film di Marco Risi, con una Bellucci più nuda del solito a bordo – leggiamo come trascorrono l'ultimo dell'anno, tra vendette, tradimenti, sesso estremo e party scatenati, gli insospettabili abitanti di un quartiere di lusso, affacciato sulla Cassia. In Rispetto, usando con un colpo da maestro la prima persona plurale, l'autore dà voce al branco: giovani ricchi e spietati a caccia, in discoteca, di ragazze brille; una coralità bestiale, un inquietante e incessante noi, per parlare di stupri e femminicidio. 
Recensione a basso costo: Fango, di Niccolò Ammaniti Ti sogno, con terrore è un noir su una studentessa italiana a Londra, un cinquanta sfumature di velluto blu; un thriller alla Argento dal finale a sorpresa, in cui gli incubi – e i sogni erotici – della protagonista minacciano di farsi realtà, mentre si diffonde la notizia di un serial killer che uccide la meglio gioventù romana armato di ferri da calza. Lo zoologo, assolutamente spassoso, narra le vicessutidini di uno studente zombie, a un passo dal marcire e dal diventare fuoricorso; per dire che, a volte, la meritocrazia premia. Fango, racconto che dà il titolo all'intera antologia, è una storia di crema pasticcera e sangue pazzo; la giornata di Albertino, muscoloso ma tonto, che – corriere della droga per caso – si ritrova a barcamenarsi tra la cresima della figlia del suo boss e l'istinto di andare di corpo per espellere, dopo l'ennesimo bignè, la ricchissima refurtiva mandata giù. Carta e Ferro, complementari, parleranno di un gruppo di disinfestatori in un appartamento in cui c'è qualcosa che non va – cos'è quella puzza tremenda che ammorba il vicinato? - e dell'incontro, su strade strerrate, di un uomo solo con la prostituta sbagliata. Succede così che, a turno, esilaranti e folli allo stesso modo, tutte queste storie assurde diventino le tue preferite per qualche pagina. In treno, i miei vicini di posto avranno visto sulla mia faccia i ghigni, i sorrisi, le smorfie disgustate, ignari di quel che leggessi e inconsapevoli che, in quella centrifuga di sensazioni contrastanti, tra un tunnel e una fermata in un paesino fantasma, fossi lì lì per trovare la soluzione perfetta per me, lunatico cronico e lettore bipolare, che un giorno cerco il brivido e il successivo la leggerezza. Da oggi in poi, non saranno mica i racconti – ma quelli impossibili, capaci di stupire  - la soluzione al blocco del lettore che ogni tanto mi attanaglia? Fango – titolo perfetto, che rievoca la densità e la sporcizia di certe vicende, la colla sulle dita che la prosa sanguigna di Ammaniti lascia – è una bestia figlia dei suoi anni. Una narrativa estrema, pulp fiction, che tra orrore e grottesca comicità dipinge un'umanità al limite, quella delle borgate romane e dei poveracci arricchiti, che per essere tanto disperata, strano ma vero, suscita compassione e tantissima simpatia. Un apocalisse che, in cielo, fa letteralmente il botto. Miracoli di una penna che scava, sporca e non chiede mai scusa e di un autore – un Ammaniti trentenne e canaglia – che con un occhio leggeva Irvine, con l'altro guardava Tarantino e con un altro, una terza orbita giusto in mezzo alla fronte, come una divinità indù, spiava una generazione cannibale allo sbaraglio. Ammaniti, al quinto libro, mi piace perciò sempre di più. Una sorpresa che sorprende ancora. Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Propellerheads - History Repeating (feat. Shirley Bassey)


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