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Recensione: Chaos - La fuga, di Patrick Ness

Creato il 06 agosto 2015 da Mik_94
Il Rumore è un uomo senza filtri. Senza filtri, un uomo è solo caos che cammina.
Recensione: Chaos - La fuga, di Patrick NessTitolo: Chaos – La fuga Autore: Patrick Ness Editore: Mondadori Numero di pagine: 450 Prezzo: € 17,00 Sinossi: Esiste un posto in cui si parla senza dire nulla. Perché tutti sentono i pensieri degli altri, anche se non vogliono. Giorno e notte, lontano e vicino, il Rumore ti raggiunge sempre. Gioia, paura, rimpianto, speranza: non c'è scampo al caos incessante che ronza nell'aria e affligge gli uomini di Prentisstown come un morbo, dopo aver sterminato le donne. Eppure anche nel Rumore è possibile mentire. Todd è l'ultimo nato al villaggio, parla una lingua tutta sua e presto compirà tredici anni, l'età in cui nella comunità si diventa adulti. Un evento tanto atteso e dalle conseguenze inimmaginabili, protette da un segreto che tutti seppelliscono sotto strati di pensieri. Ma Todd sta per scoprire che esiste un buco nel Rumore, un nucleo di silenzio che nessun pensiero può sporcare, e che non è vero che tutte le donne sono scomparse.                                       La recensione Recensione: Chaos - La fuga, di Patrick Ness Patrick Ness è bravissimo. E non ci voleva un genio per capirlo, anche se qualcosa – un paio di anni fa – non è andata per il verso giusto e la Chaos Walking Trilogy, altrove successo di critica e pubblico, da noi non è decollata. Il primo volume della saga di un autore che poi avrebbe destato le meritate attenzioni – facendosi conoscere anche dal sottoscritto – con la toccante fiaba nera Sette minuti dopo la mezzanotte era uscito con la Rizzoli, aveva come significativo titolo Il buco nel rumore e era destinato a essere il solitario mattone di una delle troppe case mai ultimate. I seguiti, non messi in conto. A salvare la serie dal pericolo dell'incompiuto, un'altra casa editrice che, con un'altra veste grafica e un altro titolo, ci fa conoscere un altro Ness ancora – il primo, in realtà – rispetto a quello degli incubi della buona notte che presto diventeranno un film di Bayona. E così, anni dopo, Chaos – La fuga arriva per restare. Mi sono imbattuto in quest'autore soltanto lo scorso autunno e, positivamente impressionato, ho consultato i soliti siti per sapere cos'altro avesse scritto. Tanto, anche se sfortuna vuole che da noi avessero tradotto un altro suo titolo e basta: poco noto, introvabile e di un genere non tra i miei preferiti. Ho avuto infine Chaos e sapendolo lungo ma bello, facile ma meritevole, poco nelle mie corde ma capace di farmi cambiare idea, l'ho lasciato per questa calda estate in cui leggere non va in ferie. Mi aspettavo qualcosa di buono, indubbiamente – tanti, infatti, i pareri positivi di amici fidati e i consigli spassionati -, ma cosa, nel dettaglio? Non lo sapevo; poi l'ho iniziato. All'inizio confuso, stranito, ma affascinato e coinvolto. Ciò che rendeva all'avanguardia l'esordio di Ness era quell'esatto mix di sensazioni in contrasto. Lo stile bizzarro, un mondo un po' fantascientifico e un po' distopico parzialmente originale, l'abbondanza di font diversi – e grassetti, e maiuscole – nella stessa pagina. In un futuro imprecisato, su un pianeta colonizzato da poco e liberato con la violenza dai mostruosi alieni che lo popolavano, vive Todd – dodici anni; quasi tredici – in una città senza scuola e senza donne, in cui quando si diventa adulti – ossia molto presto, e il grande giorno, per il piccolo protagonista, si avvicina – si viene istruiti su segreti inconfessabili e sulle leggi che regolano il Rumore.  Recensione: Chaos - La fuga, di Patrick Ness A Prentisstown, nel Nuovo Mondo, tutti sentono i pensieri di tutti; tutto è caos. A lungo andare ci si abitua; Todd – orfano di mamma e padre, nato dopo guerre leggendarie – è venuto al mondo quando il germe della confusione già aveva inquinato le città e sterminato tutte le donne. Lui non conosce il silenzio, fino a quando non incontra, nel bosco, una coetanea che viene da mondi lontani: Viola. Prima di lei, non conosceva nemmeno le ragazze. Che allora altrove esistono, e sono immuni al chiasso dei pensieri maschili, e risultano imperscrutabili. Dunque, pericolosissime. Ha inizio, così, una fuga a perdifiato verso una città che ha quasi il nome del paradiso – Haven – e in cui si racconta ci sia un antitodo per l'odio che muove gli adulti. Braccati da un esercito in continua espansione, il ribelle Todd – un cane tontolone accanto (ricordate Dug, l'amico a quattro zampe in Up?), un diario pieno di verità indecifrabili, un coltello dotato di vita propria – e l'estanea Viola – che non è mai un libro aperto, persa in un territorio ostile, eppure tenace – riusciranno a raggiungere chi vive al di là dell'ultima cascata? Cosa troveranno, mossi dall'ignoranza di chi, fino in fondo, sogna e spera?  Recensione: Chaos - La fuga, di Patrick Ness Sopra la media, ma arrivata un po' tardi per oscuri incidenti di percorso, questa nuova trilogia non risente troppo dei paragoni con romanzi simili – sebbene raggiunga ormai lettori smaliziati, che hanno già letto The Giver, Across the universe e guardato qualche puntata random di Wayward Pines – e nonostante un genere i cui segreti sono stati ampiamente sdoganati, per una moda recentissima, Chaos – caccia al bambino in cui non ci si ferma mai – è meritevole e sorprendente, anche con la sua esagerata voglia di fare, dire, stupire. Brilla sin dall'inizio per l'originalità della scrittura – raccontato in prima persona da un ragazzino analfabeta, che fa gran confusione con le doppie e i verbi, presenta infatti errori ortografici grandi e piccoli a cui subito ci si abitua – e per l'attualità di temi da approfondire – violenza sulle donne, soldati bambino, famiglie composte da due padri -, sullo sfondo di un universo caotico che metteremo meglio a fuoco nel romanzo successivo. Non ci vuole molto affinché conquisti, con la sua forza trascinante, anche se, verso la conclusione, il continuo tergiversare e qualche momento furbo – perdite dolorose e colpi di scena che si addicono più ai romanzi conclusivi, non a una saga che adesso si appresta a cominciare – mi hanno fatto vagamente rimpiangere l'immediatezza dei primi capitoli. Nel troppo generale che Chaos si rivela, non vorrei che questo Ness, mai uguale a sé stesso, coraggioso e brillante, si fosse giocato le carte migliori. E che, andando avanti, esagerasse per meravigliarci tutti con trucchetti forzati. Avrà misura? Propendo per il sì, al momento, ancora scosso da una lettura che incede e travolge con la potenza del primo Hunger Games. Però scritto meglio; parecchio. Come da un piccolo Stephen King violento e sognatore, che ci parla di mele avvelenate che crescono sull'Albero della Conoscenza – sicuro di volere conoscere chi sei davvero? - e dell'ultimo bambino senza sangue sulle mani.  Proteggiamo l'innocenza. Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Imagine Dragons – I Bet My Life

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