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Recensione: Colpa delle stelle - John Green

Creato il 04 marzo 2013 da Leo Sanguedinchiostro @sdinchiostro

Recensione: Colpa delle stelle - John GreenTitolo: Colpa delle stelleAutore: John GreenPrezzo: 16.00€Dati: 2012,347p.,rilegatoEditore: Rizzoli
Una miscela di malinconia e dolcezza, un romanzo al tempo stesso filosofico e divertente. Green mette in scena il vero amore... ed è più romantico di un tramonto sulla spiaggia.- New York Times
Trama:
Recensione: Colpa delle stelle - John GreenHazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.
L'autore:John Green è nato nel 1977. È cresciuto in Florida e in Alabama, dove ha frequentato una scuola non molto diversa da Culver Creek, e oggi vive a Indianapolis. Cercando Alaska è stato il suo primo romanzo e negli Stati Uniti ha vinto numerosi premi come miglior libro per Young Adults. Nel 2013 diventerà un film della Paramount Pictures scritto e diretto da Josh Schwartz, il creatore di The O.C. Rizzoli ha pubblicato anche Teorema Catherine e Città di carta.Contatti: YouTube, Sito web, Twitter, Facebook
Recensione:
Ho rimandato a lungo la recensione di Colpa delle stelle, fondamentalmente perchè sono un codardo e mi suggerivo di non provarci nemmeno, di lasciar perdere e semplicemente passare oltre. Trovo sempre più facile parlare di libri che mi hanno deluso o lasciato indifferente  che cercare le parole adatte per descrivere  la potenza di una lettura come questa. Ho atteso Colpa delle stelle per tanto tempo, lo desideravo già da quando i primi lettori esteri ne iniziavano a tessere le lodi, ho visto crescere la sua fama, quando quest'ultima fatica di John Green si imponeva oltreoceano come un vero e proprio caso editoriale. Poi è arrivato in Italia, tra le mie mani trepidanti, ed è successo l'inevitabile.Mi è esploso addosso.Mi ha distrutto.Mi ha frantumato in mille pezzi. L'obbiettivo di ogni scrittore e, di conseguenza, di ogni libro è quello di raccontare una bella storia, pescando dal mucchio di cui il mondo e la fantasia umana sono ripieni. Una bella storia, però, per quanto ben concepita, rischia di essere solo un temporaneo divertissement fine a se stesso se non è in grado di offrire un fornito emporio di emozioni e un sovrapporsi di letture differenti. Per farla semplice, perchè i classici sono tali? Perchè i loro autori sono riusciti a creare delle storie meravigliose, capaci di parlare ai lettori di ogni tempo, rivelando per ognuno di essi delle sfaccettature e un sovrapporsi di livelli narrativi più o meno visibili, profondi e difficili da acciuffare a seconda della sensibilità del destinatario.
Sono caratteri, questi, ritrovabili anche nella letteratura contemporanea, in quei libri e in quegli autori che non si lasciano dimenticare con l'ultima pagina. Colpa delle stelle è assolutamente uno di questi e, seppur classificato tra i romanzi per ragazzi - credo solo perchè i protagonisti sono due adolescenti -, è un libro universale. Non solo per l'innata capacità di parlare ai lettori di ogni età, ma proprio per tematiche e contenuti, che lo rendono molto più della solita, banale e spesso melensa storia sul cancro, nonostante la copertina italiana di Sparksiana memoria. 
Recensione: Colpa delle stelle - John GreenSugli opuscoli che parlano di tumori o nei siti dedicati, tra gli effetti collaterali del cancro c'è sempre la depressione. In realtà la depressione non è un effetto collaterale del cancro. La depressione è un effetto collaterale del morire. 

Hazel è una sedicenne con un tumore ai polmoni, temporaneamente bloccato dal Palanxifor, un farmaco fittizio che le concede del tempo in più per continuare a stare con i suoi genitori, continuare a respirare, camminare, parlare e vivere, anche se su quest'ultimo punto non è del tutto convinta.

Le sue  instabili e precarie condizioni di salute le impediscono di capire quale possa essere il senso di un'esistenza costantemente sul filo del rasoio, sostenuta da macchinari e bombole d'ossigeno, un'esistenza di cui la fine, per quanto il Palanxifor possa rimandarla, è già stata decisa. 
L'incontro con l'affascinante e carismatico Augustus, reduce da un cancro che lo ha privato di una gamba, sarà fatale, perchè la costringerà a rimettersi in gioco, ad uscire dalla routine casa-gruppo di supporto-casa, a cercare di rimettere insieme i pezzi della sua vita per inseguire un mondo che, dopo tutto il tempo passato tra ospedali, medici e improbabili cure, sembra averla gettata via come un giocattolo rotto.
I libri sul cancro fanno schifo.
La penna di John Green traccia una storia sull'ineluttabilità del dolore e della morte, e lo fa con un preciso scopo: creare un inno alla vita stessa, percorsa da quelle domande fondamentali e senza risposta, che, come un filo rosso, legano le esistenze dei due giovani protagonisti ad ogni altra esistenza umana. Hazel, che si sente una bomba sempre a rischio di esplosione e ha paura di ferire tutti coloro che le stanno attorno, incarna l’ umanità nella sua tragicomica condizione: portata alla vita per un limitato ed ignoto lasso di tempo e costretta ad accettarne la fine e la caduta nell'oblio che essa comporta. Augustus, con la sua esuberanza, il suo eroismo, la voglia di lasciare un segno, e il controllo che cerca di esercitare sulla sua esistenza come su quelle sigarette mai accese, è la gioia di vivere ogni piccolo atroce attimo, la capacità di stupirsi dinanzi al grande spettacolo di questo imperscrutabile universo, la voglia di inseguire i propri sogni anche quando il mondo è tutt'altro che ufficio esaudimento desideri
I miei pensieri sono stelle che non riesco a far convergere in costellazioni.Colpa delle stelle è un libro che si muove molto per citazioni e metafore, a partire dai due protagonisti. Ho condiviso la stanza d’ospedale con degli adolescenti malati di cancro e posso dire che,  pur cercando di non far mai trasparire, specialmente dinanzi ai genitori, la loro disperazione, pur mostrando sempre un sorriso che mascherasse i loro reali turbamenti, pochi di essi si sarebbero prestati a brillanti conversazioni filosofiche. I verosimili Hazel e Augustus, come mostrato precedentemente, sono chiaramente delle metafore,  e vanno dunque estrapolati dalla loro età. I dubbi che ossessionano Hazel circa il Marchese dei Tulipani e la vita della madre di Anna in seguito alla morte della figlia, rappresentano, tramite, appunto, una metafora meta-letteraria, i suoi dubbi - e i dubbi di ogni uomo - circa l’esistenza di Dio e le preoccupazioni per il futuro di sua madre una volta che il Palanxifor avrà cessato il suo effetto. Un altro esempio della genialità che pervade l’intero romanzo sta nella meravigliosa descrizione di Amsterdam, di cui ci viene subito fatta notare l’acqua da cui è circondata, l’acqua che ha aiutato il fiorire della città e che, in caso di straripamento, si trasforma in un elemento pericoloso e negativo, in riferimento quindi al liquido nei polmoni di Hazel: l’acqua è per lei, come per tutti, fonte di vita e, adesso, è causa della sua morte. SPOILER! Emblematico dell’intero romanzo è, invece, il bacio che i due ragazzi si scambiano per la prima volta nella casa di Anna Frank, ovvero, la vita nonostante il dolore, la vita nonostante tutto.
Shakespeare non si è mai sbagliato tanto come quando fece dire a Cassio "La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle / ma in noi stessi." Facile a dirsi quando si è un romano patrizio (o Shakespeare!), ma c'è invece colpa in abbondanza da trovare nelle nostre stelle. 

Recensione: Colpa delle stelle - John Green
John Green prende quelli che sono i classici personaggi-stereotipo americani, in questo caso la ragazza qualunque e il ragazzo figo e pieno di charme, e li priva della loro aria glamour, li demistifica, stravolge, ribalta, toglie loro qualcosa, rendendoli  drammatiche vittime di un dolore necessario, ma capaci di affrontalo con la stessa ironia con cui l'universo si prende costantemente gioco di ogni essere umano, grazie a dialoghi brillanti, un sarcasmo pungente e quella leggera, fresca spensieratezza, quel paradossale senso di vita, di eterna adolescenza e di primo amore. Colpa delle stelle non è solo una meravigliosa storia d'amore, ma anche un romanzo scritto magistralmente - seppur con una traduzione che non rende affatto onore alla bellezza dello stile di Green - , esente da qualsiasi qualunquismo o semplificazione e che non si fa scrupoli di usare il cancro per porsi delle domande, per porre delle domande, quei punti interrogativi che costellano il grande enigma di ogni singola esistenza e che puntano a quell'ancora più grande e indissolubile mistero che è la nostra definitiva scomparsa. E' una girandola di emozioni, è una storia potente che vi scuoterà, che vi farà piangere - e anche tanto - e che non potrete dimenticare. 
E' un libro, è la vita: ha il sapore salato delle lacrime e rimbomba del suono fragoroso di una risata. 
Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata.

Consigliato? No, imperdibile.
Voto:
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